tabù
Nel linguaggio psicoanalitico, ogni atto proibito, oggetto intoccabile, pensiero non ammissibile alla coscienza, come nel caso emblematico dell’incesto. Il termine fu introdotto da S. Freud nella sua opera Totem und Tabu (1913): Freud avanzò la tesi che i fenomeni legati al t. siano indice di un conflitto intrapsichico, tra intensi desideri inconsci e il divieto, largamente interiorizzato, di tradurli in atto. Secondo Freud, il t. esercita la sua funzione sia in senso psichico individuale, specie nei soggetti nevrotici, sia a livello sociale, specie nelle popolazioni primitive: in entrambi i casi, la persona, l’oggetto o la situazione t. esercitano al tempo stesso, attrazione, repulsione e terrore. La trasgressione di un t. comporta profonda angoscia nel soggetto. I desideri più colpiti dal t. sono, secondo Freud, quelli dell’incesto e del parricidio.