TABU (o tapu; pron. tàbu)
Parola polinesiana, usata indifferentemente come aggettivo, nome e verbo e costituita di due elementi: ta "marcare, notare" e bu particella intensificativa; con significato di "grandemente contrassegnato, severamente interdetto". Questa parola fu intesa e registrata per la prima volta dal capitano Cook a Tonga nel 1777, come indicante cosa di cui era proibito l'uso e il contatto; essa è entrata nell'etnologia religiosa per esprimere l'interdizione sacra, con significato analogo a quello del lat. sacer e del gr. ἅγος (ἁγνός, ἐναγής, ἁγνεία).
Il tabu è un'interdizione di carattere magico-religioso che grava su una persona, su un dato oggetto o luogo, su date circostanze di tempo o di condizione. La violazione di questa interdizione porta con sé sanzioni non tanto di carattere positivo emanate dal capo del gruppo, quanto di carattere magico provenienti da un potere sopranormale che si sprigiona dalla persona o dalla cosa tabu e che, agli occhi del violatore e del gruppo sociale, appare piuttosto come una sventura, come un funesto deviamento dalla norma costantemente osservata, deviamento che è manifestazione di una invisibile ma presente forza nociva.
Il doppio aspetto del tabu. - Il tabu ha un doppio aspetto, detto dagli etnologi "ambivalenza", positivo e negativo, favorevole e sfavorevole, rispetto alle persone che vengono con esso a contatto. A talune persone rivestite di speciale dignità o potenza, il contatto con il tabu non solo non reca danno ma aumenta la sacralità già da esse posseduta: così in Israele solo i sacerdoti potevano esercitare le mansioni riguardanti l'Arca o il santuario; mentre su tutte le altre quel contatto produceva danno. È noto nella Bibbia (I Cron., XIII, 10) il caso di Oza che stramazzò morto per aver osato sostenere col braccio l'Arca dell'alleanza che minacciava di cadere.
Una volta venuto in contatto con il tabu, sia legittimamente, sia illegittimamente, l'individuo rimane "tabuato", cioè investito egli stesso di un influsso che potrà recare altrui effetti funesti se, prima di rientrare nella vita normale, non venga annullato mediante una purificazione (v. purificazione).
Varie specie di tabu. - 1. Persone. In Oceania, dove il tabu ha trovato l'applicazione più vasta, la persona del re (e dei sacerdoti) era talmente sacra che qualunque cosa egli toccasse la rendeva interdetta, per cui doveva lasciarsi imboccare e nessuno poteva avvicinarlo, né pronunziare il suo nome, né violare la sua proprietà. Questa interdizione finì con l'assumere nella Nuova Zelanda e nelle isole della Polinesia uno spiccato carattere sociale, in quanto rafforzò la gerarchia al potere e rese intangibili le forme della vita economico-sociale, sottoponendo le donne agli uomini, gli uomini ai capi e questi al re. Del resto il tabu delle persone sacre esiste in tutte le religioni: basti ricordare in Roma i tabu a cui era sottoposto il flamine Diale.
2. Cose. Anche gli oggetti, i luoghi, i nomi in relazione con la sacralità sono tabu. Come principio generale si può affermare che sono, religiosamente, tabu o interdetti tutti gli oggetti o usi più recenti rispetto a quelli più antichi. Così si spiega nella religione romana il tabu che colpisce, per gli usi religiosi, il ferro, metallo di uso più recente e di lavorazione più misteriosa, rispetto al rame; il tabu che grava sul luogo e gli oggetti dell'iniziazione giovanile e delle società segrete dei selvaggi nei riguardi delle donne e dei fanciulli; il tabu che grava su alcuni cibi (in molti casi residuo di credenze totemistiche): il porco presso gli Ebrei, il pesce a Gerapoli di Siria, il canguro presso varie tribù australiane, le carni in genere presso gli orfici, le fave presso i pitagorici, ecc.
3. Tempi. Anche certi giorni e periodi di tempo possono essere tabu specialmente in relazione a fenomeni lunari o a ricorrenze o circostanze della vita sociale: caccia, pesca, guerra, agricoltura, feste varie.
4. Malattia e morte. Dato il concetto animistico che la malattia e la morte sono effetto di mali spiriti o comunque di mali influssi o potenze penetrate nell'organismo, si capisce che il malato e il cadavere siano tabu e che coloro che sono venuti con essi a contatto siano stati contagiati dalla medesima impurità.
5. Sesso. I tabu sessuali sono assai numerosi e si estendono da quanto è connesso con il fenomeno della generazione (fecondazione, gravidanza e parto) fino ai tabu della parentela (v. esogamia; incesto), particolarmente a quello della suocera, rimasto come argomento di scherzo nel folklore universale.
È da escludere, come del tutto gratuita, l'ipotesi psicoanalitica di S. Freud, dipendente dalla teoria totemistica, per cui nel clan primordiale i figli adulti avrebbero ucciso il padre che egoisticamente impediva loro di usare delle donne del clan, lo avrebbero mangiato per assimilarne la forza e avrebbero poi periodicamente commemorato questo parricidio liberatore mangiando ritualmente un animale in rappresentanza del padre, stabilendo per rispetto al medesimo un doppio tabu: alimentare dell'animale totemico ed esogamico nei riguardi dei membri del clan considerati come discendenti dallo stesso totem, affinché non si ripetesse la situazione che aveva provocato l'iniziale parricidio.
Tabu, totem e mana. - L'animale totem (v. totemismo) è protetto da un tabu che lo rende inviolabile, salvo il pasto di comunione totemica. Non se ne deve però trarre la conseguenza (Durkheim, Wundt) che il totem abbia dato origine al tabu, tanto è vero che in Australia, terra del totemismo, manca il tabu come istituzione sociale, mentre in Oceania, regione classica del tabu, non è mai stato in speciale rilievo il totemismo. Il tabu è, invece, in stretta relazione con il mana (v.). È il timore di questa potenza misteriosa che ha imposto il tabu a suo riguardo; è la duplice esperienza, buona e cattiva, di questo contatto che ha orientato il tabu verso due direzioni e interpretazioni: il tabu come relativo a cosa sacra e veneranda per i benefici che arreca; il tabu come relativo a cosa impura e vitanda per i malefici che provoca. Il totem sottostà anch'esso al concetto di mana, perché anche da esso si sprigiona un influsso benefico o funesto a seconda delle circostanze stabilite dall'esperienza sociale.
Tabu ed evoluzione sociale. - Ricordiamo che il tabu è un'interdizione sacra che originariamente proviene non tanto da ordini o sanzioni umane, quanto da credenze preanimistiche. Pertanto, a mano a mano che il gruppo primitivo si evolve, che le sue esperienze si arricchiscono a danno dell'ineluttabilità del tabu, che l'autonomia degl'individui di fronte al gruppo e al suo oppressore sistema teocratico si fa maggiore, che s'intrecciano relazioni con altre popolazioni e che unità claniche minori rimangono assorbite entro aggruppamenti tribali più vasti, il tabu tende a spezzarsi e a sparire come interdizione di carattere religioso-sociale. Non sparisce del tutto però, giacché rimane vivo in tutti i varî casi di credenze animistiche individuali (tabu funerarî, sessuali, alimentari, temporarî, ecc.), in parte incorporandosi all'etica sociale, in parte restando come sopravvivenza negli strati meno evoluti della popolazione.
Bibl.: G. Turner, Samoa a hundred years ago and long before, Londra 1884; W. W. Skeat, Malay Magic, Londra 1900; A. van Gennep, Tabou et totémisme à Madagascar, Parigi 1904; J. G. Frazer, The Golden Bough, III: Taboo and the perils of the soul, Londra 1911; E. Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, Parigi 1912; S. Freud, Totem und Tabu, Vienna 1913, trad. it., Bari 1930; R. R. Marett, The threshold of religion, Londra 1914; H. Webster, Rest Days. A study in carly law and morality, New York 1916; F. R. Lehmann, Die polynesischen Tabusitten, Lipsia 1930.