Vedi TABULAE ILIACAE dell'anno: 1966 - 1973
TABULAE ILIACAE (v. vol. vii, pp. 579-580)
Alle diciannove T. I. note si deve aggiungere un frammento che porta a venti la lista compilata da A. Sadurska.
Il frammento, acquistato nel commercio antiquario a Roma nel 1887 fece parte della Collezione Fröhner e passò alla Bibliothèque Nationale di Parigi con tutta quella raccolta nel 1925. Presenta interi due riquadri e scarsi resti di altri cinque. Dei due riquadri interi, l'uno presenta a destra il compianto sul cadavere di Patroclo, a sinistra l'officina di Efesto dove si forgiano le armi per Achille. Le due scene illustrano il canto XVIII. L'altro riquadro contiene le raffigurazioni di Achille che indossa le armi dategli da Tetide e, a destra, di Achille accanto al suo carro (coi cavalli visti frontalmente), che sono illustrazioni per il canto xix. Sulle liste che separano i riquadri, resti di iscrizioni. In base ai dati che è possibile ricavare dal frammento, si può proporre una ricostruzione della Tabula in forma di lungo e stretto rettangolo verticale, diviso in due colonne, in quella di sinistra dovevano essere contenute le illustrazioni dei canti i-xii da leggersi dall'alto in basso, in quella di destra le illustrazioni dei canti xiii-xxiv da leggersi dal basso in alto. Il frammento è riferibile ai canti v, vi, xvii, xviii, xix, xx. Volendo seguire la divisione delle T. I. in quattro gruppi proposta dalla Sadurska, che riserva il primo gruppo ai pezzi contrassegnati dal nome di Theodoros e il secondo a quelli che, privi di tal nome sono per fattura molto simili ai precedenti, il nuovo frammento PAR(isinus) sarebbe da ascriversi al secondo gruppo. Ma la qualità di esso è ottima e non certo inferiore a quello della Tabula Capitolina (A) capostipite del primo gruppo, databile all'inizio del I sec. d. C.
Bibl.: K. Weitzmann, Greek Mythology in Byzantine Art, Princeton 1951, pp. 100-101, tav. XXX, fig. 106; A. Sadurska, La vingtième Table Iliaque, in Mélanegs offerts à K. Michalowski, Varsavia 1966, pp. 653-655.
(Red.)
La Tabula Iliaca NY e la Tabula Iliaca C, affini nella composizione e nel soggetto della rappresentazione plastica (vi sono rappresentati la Ilioupèrsis in un riquadro centrale, e, ai margini di questo, episodî tratti da altri poemi, tra cui l'Iliade), conservano, inciso nel verso, un giuoco alfabetico evidentemente mutilo in entrambi i casi. Si tratta, sostanzialmente, di un'iscrizione le cui lettere si distribuiscono a scacchiera in una serie di caselle, ripetendosi in maniera tale che l'iscrizione stessa si ricompone in vatî sensi. Nelle caselle della tavola NY si legge ᾿Ιλιάς ῾Ομήρου• Θεοδώρηος ἡ τέχνη; nell'altra tavola Θεοδώρηος ἡ τέχνη. Inoltre le due tavole conservano, al di sopra della scacchiera, i frammenti di un'iscrizione metrica estendentesi su una sola linea; più precisamente, nella tavola NY rimangono alcune parole che costituiscono l'inizio di un esametro: Γράμμα μέσον ϕαϑ... mentre gli ultimi piedi di un esametro, ...νε οὗ ποτε βούλει appaiono nella tavola C. Sull'integrazione di quest'ultimo frammento si cimentarono di volta in volta il Franz, il Michaelis, il Ludwich, quando ancora non si conosceva la tavola NY, resa nota soltanto nel 1924; ma è proprio attraverso il confronto delle due tavole che il problema può pervenire a una soluzione. Appare indubbio, infatti, che i due frammenti metrici si integrano vicendevolmente: riaccostandoli si ottiene un verso quasi completo, nel quale è evidente il riferimento al giuoco alfabetico. Dal testo possiamo dedurre che per leggere le parole celate nella scacchiera dovremo partire dalla lettera centrale (γράμμα μέσον), e proseguire in una direzione qualsiasi (οὗ ποτε βούλει). L'esametro può essere compiutamente restituito, secondo il suggerimento di M. Guarducci, in Γράμμα μέσον καϑ[ελών παρολίσϑα]νε οὗ ποτε βούλει.
Conoscendo il congegno del giuoco alfabetico e osservando la successione delle lettere nelle caselle rispettivamente tracciate nel verso di NY e di C, possiamo concludere che la scacchiera, con l'iscrizione in essa racchiusa, si ripeteva identica in entrambe le tavole. Infatti la figura conservata nella tavola NY corrisponde, all'incirca, al quarto superiore sinistro di un grande quadrato suddiviso in migliaia di caselle, nelle quali son distribuite le lettere di ᾿Ιλιὰς ῾Ομήρου• Θεοδώρηος ή[ι] τέχνη; quadrato di cui resta, nella tavola C, l'estremità superiore destra con le parole Θεοδώρηος ἡ[ι] τέχνη. Lo iota di ᾿Ιλιάς, inserito nella casella centrale della scacchiera, è il γράμμα μέσον dal quale si diparte l'iscrizione, che si ripete più volte e in più direzioni. La precisa simmetria con cui le lettere si susseguono nelle caselle della scacchiera permette che questa ultima possa venir ricostruita nella sua interezza (v. illustrazione).
Altri esempî di giuochi alfabetici simili a questo, benché lievemente modificati nell'esecuzione, appaiono nel verso delle due Tabulae Iliacae rispettivamente N e O, rappresentanti lo scudo di Achille. Anche in questi due casi è citato il soggetto dell'opera rappresentata: ᾿Αρπὶς ᾿Αχιλλῆος (᾿Αχίλλειος in Ο).
Bibl.: C. I. G., III, 6126; O. Jahn-A. Michaelis, Griechische Bilderchroniken, Bonn 1873, pp. 4 s.; 92; E. Loewy, I. G. B., 455; I. G., XIV, 1285; A. Ludwich, Bemerkungen zu den Inschriften der iliaschen Tafeln, Koenigsberg 1898, pp. 7 ss.; A. Sadurska, Les tables iliaques, Varsavia 1964, pp. 37 ss.; 40 ss. Per le tavole N e O: P. Bienkowsky, in Röm. Mitt., VI, 1891, pp. 183 ss., tav. V; M. T. Bua, I giuochi alfabetici delle Tavole Iliache, in Mem. Linc., serie VIII, vol. XVI, fasc. i, 1971, pp. 1-35.
(M. T. Bua)