TACANA
. Famiglia linguistica sudamericana costituita nel 1891 da D.G. Brinton; comprende parecchi idiomi in un territorio che abbraccia il corso superiore dei fiumi Tahuamanú e Abuná, il corso del fiume Madre de Dios, fra il 67° e il 68° 25′ di longitudine, e quello dei suoi affluenti, il corso del Beni fra il 12° e il 13° di latitudine e il corso dei suoi affluenti, e in specie del Madidi e del Tuichi. Fra le lingue di questa famiglia ricorderemo principalmente l'Araona, il Kaniveño, il Maropa, e il Tacana propriamente detto. Nelle lingue tacana la distinzione del genere si fa solo in caso di necessità, aggiungendo una parola che significa "femmina" per esprimere il femminile, per es., nel Kaniveño ebakua "figlio", femm. ebakua-epuna "figlia". I numeri sono solo due; il plurale si forma col suffisso -kuama, per es., eide-kuama "i vivi"; nei pronomi si trovano tracce del duale, p. es., etsea "noi che", metseda "voi che". I diversi concetti logici sono espressi con posposizioni. La collocazione delle parole è inversa, p. es., Dioso-za kua "Dei mater". Nella coniugazione i tempi sono formati con suffissi, con infissi e più raramente con prefissi. La grammatica delle lingue tacana presenta molte analogie con quella della famiglia Pano (v.), ma il lessico concorda generalmente con le lingue Arawak (v.).
Bibl.: D. G. Brinton, Studies in south-american native languages, I: The Tacana group, in Proceedings of the american philos. Society, Filadelfia, XXX (1892), pp. 45-59; G. de Créqui-Monfort e P. Rivet, La famille linguistique takana, in Journal de la Société des Américanistes de Paris, n. s., XIII-XV (1921-23) (fondamentale; ivi bibl. precedente).