TADDEO di Napoli
TADDEO di Napoli. – Ben poche sono le informazioni biografiche sul conto di Taddeo, se non che la sua nascita deve collocarsi approssimativamente verso la metà del Duecento. L’intera cronologia si basa sul fatto che nel dicembre del 1291 egli risulta essere a Messina (come attestato da un colofone presente in quasi tutti i manoscritti del testo) ove portò a compimento il trattato intitolato Ystoria de desolatione et conculcatione Civitatis Aconensis, opera che rappresenta l’unica traccia che ha lasciato di sé.
Estremamente tenue appare l’ipotesi formulata dal primo editore del testo – il conte Paul Riant – che l’aveva avvicinato a un Taddeo, esponente dell’Ordine domenicano, divenuto vescovo di Caffa nel 1324 (Hystoria de desolacione..., a cura di P. Riant, 1873, p. XI).
Sicura è la sua origine napoletana, o quanto meno il suo radicamento nella città partenopea: tutti i sei manoscritti a noi pervenuti attribuiscono il trattato in questione a un certo «magistrum Thadeum civem Neapolitanum» (Ystoria de desolatione..., a cura di R.B.C. Huygens, 2004, p. 10), anche se non è detto che Taddeo vi risiedesse stabilmente.
Si recò certamente in Oriente, in data imprecisata: nel testo egli accenna infatti a talune informazioni da lui raccolte in Siria da alcuni mercatores (ibid., ll. 895-898). Dunque egli conobbe per esperienza diretta la situazione della Terrasanta, ma forse non fu presente agli ultimi giorni di San Giovanni d’Acri, caduta per mano delle truppe mamelucche alla fine del mese di maggio 1291 al termine di un assedio protrattosi una quarantina di giorni. In possesso tuttavia di un buon numero di testimonianze oculari degli eventi, Taddeo scrisse nel giro di pochi mesi una narrazione vivida e palpitante della caduta dell’ultima capitale del regno gerosolimitano, che era stato fondato nel 1099.
Ben versato nella retorica e nella grammatica, Taddeo fece ampio ricorso nella sua Ystoria alle autorità bibliche – Geremia e Isaia su tutti – e patristiche, nell’ambito di una scrittura stilisticamente solenne ma non priva di oscurità a causa di un periodare lungo e complesso che rende taluni punti della sua esposizione di non facile comprensione (maggiori dettagli ibid., pp. 11-13). Degna di menzione è inoltre la conoscenza di idee e scritti gioachimiti che appaiono a più riprese nel testo (p. 213) e che testimoniano la condivisione di idee circolanti nel Mezzogiorno e in particolare presso la corte angioina di Napoli, soprattutto a partire dagli inizi del Trecento, come mostrato da R.G. Musto, Franciscan Joachimism at the court of Naples, 1309-1345: a new appraisal, in Archivium Franciscanum Historicum, XC (1997), pp. 419-486.
L’Ystoria si può suddividere in quattro parti, come osservato da Iris Shagrir (2018): a un prologo diretto a tutti i cristiani (ll. 1-46), segue la descrizione dell’assedio di Acri in cui le truppe assedianti sono etichettate come barbare e sanguinarie (Ystoria de desolacione, cit., ll. 47-772), quindi una sezione in cui l’autore fornisce un’interpretazione profetica degli eventi luttuosi da lui narrati (ll. 773-1527). L’opera si conclude con un’esortazione rivolta al pontefice e ai sovrani cristiani di venire in soccorso della Terrasanta per vendicare le violenze subite dagli abitanti di Acri e riconquistare quanto perso per mano dei Saraceni (ll. 1528-1610).
Il trattato del magister Taddeo riscosse un discreto successo editoriale: sei manoscritti (di cui uno in stato frammentario), tutti di provenienza franco-spagnola, furono infatti copiati nei secoli XIV-XV (il migliore dei quali è il Ms. Londra, British Library, Add. 22800, proveniente dalla Francia settentrionale); essi sono stati utilizzati dal più recente editore del testo, Robert B.C. Huygens, che ha segnalato anche la posteriore inserzione di rubriche al fine di rendere fruibile il testo latino a un pubblico più ampio (Ystoria de desolatione, cit., pp. 31 s.).
Nessuna ulteriore informazione biografica è ricavabile su Taddeo; la data di morte è pertanto ignota.
Fonti e Bibl.: L’ormai classica edizione (stampata in 300 esemplari) Magistri Thadei Neapolitani, Hystoria de desolacione et conculcacione Civitatis Acconensis et tocius Terre Sancte..., a cura di P. Riant, Genève 1873, è stata sostituita dalla più recente apparsa nella Continuatio Mediaevalis del Corpus Christianorum: Magister Thadeus Civis Neapolitanus, Ystoria de desolatione et conculcatione Civitatis Aconensis et tocius Terre Sancte, in Excidii Aconis gestorum collectio; Ystoria de desolatione et conculcatione Civitatis Acconensis et tocius Terre Sancte, a cura di R.B.C. Huygens, Turnhout 2004, pp. 97-164 (utili precisazioni nella recensione di C. Gadrat, in Bibliothèque de l’école des chartes, CLXIII (2005), pp. 313-315). Un elenco aggiornato dei manoscritti dell’Ystoria è consultabile al seguente link http://www.mirabileweb. it/title/hystoria-de-desolacione-et-conculcacione-civitatis-title/12093 (19 gennaio 2018).
A. Molinier, Les sources de l’histoire de France des origines aux guerres d’Italie (1494), III. Les Capétiens, 1180-1328, Paris 1903, n. 3070 p. 238; A.S. Atiya, The crusade in the later Middle Ages, London 1938, pp. 30-33 (segnala la scarsa attenzione a lungo dedicata a Taddeo); Id., The Crusade in the fourteenth century, in A history of the Crusades, III, a cura di H.W. Hazard, Madison-London 1975, pp. 6 s.; S. Schein, Fideles crucis. The papacy, the West and the recovery of the Holy Land, 1274-1314, Oxford 1991 (trad. it. Roma 1999, pp. 151-154); P. Damian-Grint, Thadeus Neapolitanus, in Encyclopedia of the medieval chronicle, a cura di G. Dunphy, II, Leiden-Boston 2010, pp. 1417 s.; H.J. Nicholson, Martyrum collegio sociandus haberet. Depictions of the military orders’ Martyrs in the Holy Land, 1187–1291, in Crusading and warfare in the Middle Ages. Realities and representations. Essays in honour of John France, a cura di J. Simon - N. Morton, Farnham 2014, pp. 101-118; A. Musarra, Acri 1291. La caduta degli stati crociati, Bologna 2017, pp. 198 s.; I. Shagrir, Thadeus of Naples on the fall of Acre, in Acre and its falls. Studies in the history of a Crusader city, a cura di J. France, Leiden-Boston 2018, pp. 148-165 (la più ampia esposizione moderna sull’autore).