MICIŃSKI, Tadeusz
Poeta, drammaturgo e romanziere polacco, nato a Łodź il 9 novembre 1873, ucciso presso Čirikova (Bielorussia) in circostanze non ben chiarite nel febbraio 1918. Studiò filosofia a Cracovia, Berlino, Lipsia; dopo un soggiorno in Spagna nel 1897-98 tornò a Varsavia. Carattere espressionista hanno i suoi romanzi-miti sulla storia polacca, Nietota. Księga tajemna Tatr ("Il ginepro. Libro segreto dei Tatra", 1910) e Xsiądz Faust ("Padre Faust", 1913). In essi, attraverso visioni fantastico-simboliche, in cui hanno libero corso le associazioni, i sogni, le ossessioni, M. dà corpo alla sua complessa storiosofia, fondata su una visione manichea del mondo, formatasi sulla filosofia orientale, i mistici medievali e barocchi, spagnoli in particolare, Nietzsche e Schopenhauer, il messianismo polacco e le concezioni slavofile. Caratterizzati in senso espressionista sono anche i drammi Kniaź Patiomkin ("Il principe P.", 1906) e W mrokach ziotego pałacu, czyli Bazilissa Teofano ("Nelle tenebre del palazzo d'oro, ossia la basilissa Teofano", 1910). Soprattutto la lirica, raccolta nel volume W mroku gwiazd ("Nel crepuscolo delle stelle", 1902) e inframezzata nei romanzi, costituisce la parte più originale della sua opera. Il superstite patrimonio letterario di M. giace ancora in parte manoscritto.
Bibl.: B. Danek-Wojnowska, J. Kłossowicz, T. Miciński, in Literatura okresu Mlodej Polski, t. II, Varsavia 1967; E. Rzewuska, O dramaturgii T. Micińskiego, Breslavia 1977; J. Prokop, Żywioł wyzwolony. O poezij T. Micińskiego, Cracovia 1978.