(arabo khalīfa, «successore») Sommo monarca della comunità islamica universale (ummat al-islāmiyya). Secondo la dottrina ortodossa islamica, deve essere musulmano maggiorenne, sunnita, di condizione libera [...] e discendente dei Quraish, la tribù di Maometto. (➔ anche califfato) ...
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Governo di un califfo e territorio sotto il suo dominio. Istituito dopo la morte di Maometto (8 giugno 632), il califfato ha avuto termine nel 1258, con la conquista di Baghdad da parte dei mongoli.
I [...] al 1258, anno in cui i mongoli posero fine al loro potere, ma già verso la metà del 10o sec. il califfato era entrato in crisi, poiché nel vastissimo Impero abbaside molti governatori delle province non sempre riconoscevano nei fatti l'autorità del ...
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I discendenti del califfo ῾Alī ibn Abī Ṭālib. Dei suoi numerosi figli hanno interesse storico Muhammad ibn al-Ḥanafiyya, che fu nel 687 proclamato califfo nel ῾Irāq dal ribelle Mukhtār, e i figli di ῾Alī [...] strappare il potere agli Omayyadi, e poi agli Abbasidi. Alcune dinastie alidiche riuscirono però ad affermarsi fuori del centro del califfato, come gli Idrisiti e più tardi gli sceriffi del Marocco e, se è autentica la loro genealogia, i Fatimidi d ...
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Primo califfo degli Abbasidi, che regnò dal 750 al 754 d. C. Il suo soprannome as-Saffāḥ, spiegato come "il sanguinario", significa forse piuttosto "il munifico". Sconfisse il califfo omayyade Marwān; [...] con gli Omayyadi fu spietato; nel governo si appoggiò al fratello al-Manṣūr, che gli succedette ...
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Figlio del califfo ῾Alī (n. 637 - m. Medina 700 circa), fu considerato da alcuni sciiti estremisti il legittimo successore al califfato. Di natura schiva, inizialmente accettò il sostegno del rivoluzionario [...] anti-omayyade al-Mukhtār, ma in seguito riconobbe il califfo omayyade ῾Abd al-Malik e si ritirò a Medina. ...
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ir Califfo fatimida d'Egitto (n. 1029 - m. 1094), salito al trono nel 1036. Il suo lungo regno parve segnare l'apogeo della potenza fatimida (nel 1059 fu per un momento riconosciuto califfo persino a Baghdād) [...] e della corrente religiosa ismailita, ma conobbe anche crisi gravissime, superate grazie all'energico visir Badr al-Giamālī. Lo stato fiorente dell'Egitto sotto al-M. ci è stato descritto dal viaggiatore ...
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Secondo califfo (m. 644), tra i compagni e consiglieri del Profeta: è una delle maggiori figure dell'Islam. Eletto califfo per designazione di Abū Bakr (634), diresse da Medina le grandi spedizioni arabe [...] di conquista (Siria, Persia ed Egitto); iniziò l'organizzazione dell'impero arabo, stabilendone le fondamentali norme legislative, ebbe parte notevole nell'elaborazione della legge religiosa e introdusse ...
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ir Califfo abbaside (sec. 13º), penultimo della dinastia, regnò dal 1226 al 1242. A lui risale la fondazione della Madrasa Mustanṣiriyya a Baghdād. ...
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ī Califfo abbaside, regnò dal 902 al 908 e combatté con successo la crisi del califfato. Sotto di lui l'autorità abbaside fu per breve tempo ristabilita in Egitto e fu proseguita con energia la guerra [...] contro Carmati e Bizantini ...
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Generale del califfo al-Ma'mūn, governatore e poi emiro del Khorāsān (820-822), dove fondò una dinastia indipendente del califfato di Baghdād. È famosa un'epistola, a lui attribuita, di consigli e ammaestramenti [...] politici al figlio ῾Abdallāh ...
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califfo
s. m. [dall’arabo khalīfa «successore» e anche «vicario, luogotenente»]. – Sommo monarca dell’islamismo, concependosi l’insieme dei paesi musulmani come un’unità politica sottomessa a un unico sovrano (erroneamente è stato invece,...