Autore e filosofo indiano, insigne rappresentante della logica buddistica (prima metà del sec. 7º). Nato da famiglia brahmanica, si convertì ancor giovane al buddismo. Dopo aver peregrinato per molti paesi dell'India e aver preso contatto con dotti e filosofi suoi contemporanei, terminò la vita nella regione del Kalinga. Un solo breve trattato di lui ci è pervenuto nell'originale sanscrito. Altre sei ...
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Scienza indiana. Il pensiero indiano
Raffaele Torella
Il pensiero indiano
Una 'filosofia' indiana?
I diversi modi in cui nel tempo si è articolata questa domanda e le risposte date a essa sono da inquadrare, [...] alla cosa intesa, oppure la percezione dell'effetto di ciò che è a essa contrario, e via dicendo.
La scelta di Dharmakīrti di dare un contenuto positivo ‒ e ancorato prima di tutto alla realtà delle cose e non, com'è nella concezione di Dignāga ...
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Pramanavada
Pramāṇavāda
Termine sanscr. (letteral. «dottrina circa i mezzi di valida conoscenza») con cui viene individuata da parte dei suoi continuatori tibetani (➔ tibetana, filosofia) la scuola [...] es. l’imponente Abhidharmakoṣa di Vasubandhu). Le opere di Dignāga, che hanno posto le basi del P., vennero soppiantate da quelle di Dharmakīrti (che pure sembra non aver goduto di fortuna in vita), allievo di un suo allievo, tanto da non essere più ...
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anumana
anumāna
Termine sanscr. che significa «inferenza». Nella filosofia indiana, l’a. è riconosciuto come mezzo di valida conoscenza (➔ pramāṇa) da tutte le scuole a parte quelle materialistiche [...] fra sādhana e sādhya debba essere di avinābhāva o invariabile concomitanza. Alla radice di tale invariabile concomitanza possono essere secondo Dharmakīrti solo una relazione di causalità (come nel caso di fumo e fuoco) o di identità. L’a. è distinto ...
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universali, teorie indiane degli
Nella letteratura filosofica indiana gli universali (jāti o sāmānya) hanno due principali funzioni, semantica e ontologica. Gli universali, infatti, sono sia postulati [...] , che cosa impedisce di applicare lo stesso criterio a tutti i termini generali? Nel Pramāṇavāda, in partic. per Dharmakīrti, il fatto che varie cose distinte diano luogo alla stessa idea non significa che abbiano realmente o effettivamente qualcosa ...
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Ratnakirti
Ratnakīrti
Filosofo indiano (ca. 990-1050). Attivo presso il centro monastico buddista di Vikramaśīlā, R. fu allievo di Jñānaśrīmitra, esponente di punta dell’ultima fase della storia indiana [...] («Dimostrazione dell’onniscienza [del Buddha]»), dopo aver affrontato il tema dell’onniscienza del Buddha sulle linee di Dharmakīrti (come quindi un’onniscienza qualitativa, legata all’ambito della liberazione, e non un’onniscienza quantitativa) e ...
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tibetana, filosofia
La filosofia t. si sviluppa a partire da testi e presupposti del buddismo indiano e quasi esclusivamente in ambito buddista, offrendo interessanti soluzioni e sviluppi alle correnti [...] e le classificazioni di conoscenza corretta o erronea sulla base di un’ontologia Sautrāntika come rappresentata in Dharmakīrti. Costante è l’attenzione a produrre definizioni formalmente corrette e al loro impiego nei dibattiti. Soprattutto nei ...
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Madhyamaka
Scuola del buddismo Mahāyāna (➔) che riconosce il filosofo indiano Nāgārjuna (➔), vissuto all’inizio del primo millennio dell’era volgare, come proprio fondatore e diffusasi poi dall’India [...] e dei temi da loro trattati, e al suo commentatore Kamalaśīla (740-795 ca.). Śāntarakṣita commentò anche un’opera di Dharmakīrti, il che mostra un approccio positivo alla scuola epistemologica buddista che lo accomuna a Bhāviveka. Nella sua sintesi ...
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Scienza indiana: periodo classico. La tradizione del vyakarana (grammatica')
George Cardona
La tradizione del vyākaraṇa (grammatica')
L''Aṣṭādhyāyī' di Pāṇini
L'Aṣṭādhyāyī (Trattato in otto capitoli) [...] pāṇiniane (v. oltre).
L'opera più antica di questo tipo è il Rūpāvatāra (Introduzione alle forme [linguistiche]) di Dharmakīrti, un buddhista singalese (1100 ca.). Il testo consta di due parti principali, suddivise in capitoli detti avatāra. La prima ...
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laksana
lakṣaṇā
Nella retorica indiana, la capacità di significazione secondaria di un termine o di una frase. L’ascoltatore interpreta un passo applicando l. se la significazione primaria è in tutto [...] un termine può anche indicare secondariamente, tramite l. e grazie al processo di esclusione degli altri referenti (apoha, ➔ Dharmakīrti), un oggetto reale. L. è essenziale anche per le scuole filosofiche che postulano una realtà assoluta che non sia ...
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