Titolo di un disco (1960) del sassofonista O. Coleman passato a indicare uno stile di jazz caratterizzato dalla ricerca di un’estrema libertà armonica e ritmica – data dall’improvvisazione individuale [...] e/o collettiva – e dal rifiuto di schemi formali precostituiti. Il f. si distinse per una forte componente di protesta sociale e politica (A. Ayler, C. Taylor, D. Cherry). In seguito gli elementi trasgressivi ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Angelo Rusconi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Fino ai primi anni Sessanta il jazz in Europa segue le tracce dello stile californiano, [...] e tradizione classica) né quella folkloristica. Nei primi anni Sessanta la presenza nei Paesi scandinavi di grandi esponenti del freejazz, come Cecil Taylor e Albert Ayler, spinge i musicisti più giovani a cercare strade radicalmente nuove. Tra la ...
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Genere musicale sorto negli USA intorno all’inizio del 20° sec., frutto di un lungo processo di sincretismo tra forme musicali occidentali e poetiche africane, che risalivano alla memoria culturale degli [...] diventare un’altra caratteristica saliente e duratura del jazz. F. Henderson è il primo caporchestra a sancire di folclore universale mediato dall’improvvisazione e proposto prima in seno al free j. da Coltrane e D. Cherry e poi assurto a genere ...
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Gruppo rock inglese, nato nel 1986 e formato da T. Yorke, J. Greenwood, C. Greenwood, E. O’Brien e P. Selway. A partire dal loro primo singolo Creep (1992) furono tra i protagonisti del rinnovamento del [...] A (2000) e Amnesiac (2001) segnarono un radicale cambiamento di stile, influenzato dalla musica classica contemporanea, dal freejazz e dall’elettronica sperimentale. Seguirono Hail to the thief (2003), con testi rivolti all’attualità, Rainbows (2007 ...
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Musicista jazz (Chicago 1919 - New York 1978). Di origini italiane, divenne cieco a nove anni. Studiò il pianoforte con la madre e numerosi altri strumenti in un istituto per non vedenti, diplomandosi [...] New York, dove si affermò come uno dei più originali jazzisti bianchi, anticipando di oltre dieci anni le soluzioni informali del freejazz. Maestro, tra gli altri, di L. Konitz, dal 1955 si dedicò alla sperimentazione di nuove tecniche d'incisione. ...
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Collettivo di scrittori provenienti dalla sezione di Bologna degli artisti facenti parte del Luther Blisset Project (1994-99), denominatosi Wu Ming (“senza nome” oppure “cinque nomi”) Foundation e composto [...] 3 e Wu Ming 5, sul problema dello smaltimento dei rifiuti illeciti; The old new thing: a freejazz anthology (2007), di Wu Ming 1, audiolibro antologico sul jazz radicale; Stella del mattino (2008), di Wu Ming 4, che ha come protagonisti tre giovani ...
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– Pseudonimo del cantautore italiano Lorenzo Urciullo (n. Solarino 1983). Scelto come nome d'arte quello di un personaggio del folklore siciliano ha debuttato come solista nel 2010 con l'EP Colapesce, [...] Egomostro (2015) e Infedele (2017) ne hanno confermato l’abilità nel coniugare generi quali il pop, il fado, il freejazz e la musica elettronica, con forti richiami alle sonorità di F. Battiato ma anche con riferimenti letterari ad autori siciliani ...
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Nome d'arte del musicista jazz afroamericano Herman (detto Sonny) Blount, conosciuto anche come Sonny Bourke (Birmingham, Alabama, 1914 - ivi 1993). Pianista nell'orchestra di F. Henderson (1946-47), negli [...] . Fondò un'orchestra, da lui chiamata Arkestra, destinata a diventare una delle più originali nel jazz d'avanguardia. Mescolando jazz classico e freejazz, strumenti africani e suoni elettronici all'interno di una pittoresca messa in scena, S. R ...
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Musicista jazz statunitense (Hamlet, Carolina del Nord, 1926 - New York 1967). Dopo aver collaborato, negli anni Cinquanta, con jazzisti come M. Davis e T. Mon, nel 1961 diede vita a un quartetto col quale [...] maniera decisiva all'evoluzione del moderno linguaggio jazzistico. Dall'iniziale adozione degli stilemi esecutivi proprî dell'hard bop approdò, nell'ultima parte della sua vita, alla formulazione di una personale poetica anticipatrice del freejazz. ...
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Pianista e compositrice di jazz afroamericana (Pittsburgh 1910 - Durham, Carolina del Nord, 1981). Attiva fin dal 1926 nell'orchestra di John Williams, suo primo marito, passò poi con Andy Kirk (1929-41) [...] suo secondo marito. Apprezzata come arrangiatrice, collaborò con B. Goodman, D. Ellington e L. Armstrong. Aperta alle esperienze del freejazz, suonò anche in duo con il pianista C. P. Taylor (1977). Tra le sue numerose composizioni si ricorda Signs ...
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free jazz
‹frìi ǧä∫› locuz. ingl. (propr. «jazz libero»), usata in ital. come s. m. – Stile di jazz, sorto negli Stati Uniti d’America tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, caratterizzato dalla ricerca di un’estrema libertà...
jazz
‹ǧä∫› (in origine jass) s. ingl. [voce gergale di etimo incerto], usato in ital. al masch. – 1. Genere di musica sorto all’inizio del sec. 20° negli Stati Uniti d’America dall’incontro fra la sensibilità musicale della comunità negro-americana...