Complesso ideologico (comunemente noto nella forma abbreviata nazismo) elaborato in Germania soprattutto da A. Hitler in Mein Kampf e divenuto sistema di governo dal 1933 al 1945. Principio centrale di esso è il mito della superiorità della razza ariana. L’individualismo democratico fu ripudiato in funzione del nuovo principio della ‘comunità’, etnicamente e biologicamente intesa come riunione di tutti ...
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Führer Titolo dato dai nazisti ad A. Hitler. Il termine deriva dal verbo tedesco führen ("guidare") e allude al ruolo di "guida" e "condottiero" attribuito al fondatore del Partito nazionalsocialista, [...] con connotazione analoga a quella del titolo di "duce" attribuito a B. Mussolini in Italia ...
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kapò Nel gergo dei campi di concentramento nazisti (ted. Kapo composto delle iniziali di Kamerad «camerata» e Polizei «polizia»), il detenuto (di solito per reati comuni) che aveva la responsabilità della [...] disciplina nelle baracche, e organizzava il lavoro dei compagni di prigionia all’interno e fuori del campo, ricorrendo in genere a metodi coercitivi particolarmente violenti ...
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Uomo politico austriaco (Vienna 1911 - ivi 1990). Dirigente socialista, ebreo, si rifugiò in Svezia durante il nazismo. Tornato dall'esilio (1945) fu segretario di stato agli Esteri (1953), quindi ministro [...] -83). Caratterizzò la sua politica in senso riformatore (assistenza pubblica, scuole, diritti civili).
Vita e attività
Arrestato dai nazisti nel 1938 perché militante socialista ed ebreo, riuscì a rifugiarsi in Svezia dove rimase fino al 1945. Nel ...
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nazislamismo
(nazi-islamismo), s. m. Fondamentalismo islamico che assume tratti nazisti.
• Chi è dunque che erige il muro della paura, se non addirittura del collaborazionismo con il nazi-islamismo? [...] (Giorgio Stracquadanio, Libero, 27 agosto 2006, p. 7, Italia) • «Hanno cominciato a segnare le case dei cristiani con la lettera N, la “Nun” di Nasara ed hanno occupato il vescovado caldeo sul quale ora ...
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Scrittore polacco (Varsavia 1920 - Rockford 1985). Fu prigioniero nei campi di concentramento nazisti; dopo il divieto di pubblicare in Polonia (1964) emigrò negli USA (1966), dove insegnò in varie università. [...] La sua fama è legata al romanzo Zły ("Il cattivo", 1955), epopea della Varsavia marginale; notevole anche il suo Dziennik 1954 ("Diario 1954", ed. integrale 1980). Di minor interesse i suoi pamphlets anticomunisti, ...
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Poeta tedesco (n. Amburgo 1936). Figlio d'un operaio comunista ucciso dai nazisti, nel 1953 si trasferì nella Repubblica Democratica Tedesca. Deluso e amareggiato dall'esperienza collettivistica, ha cantato [...] questo suo stato d'animo, con un coraggio che gli è costato dapprima l'espulsione dal partito comunista e, in seguito, la privazione della nazionalità. Poeta semplice ed essenziale, provocatore e irriverente, ...
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Ratline
Canale di fuga di cui una cinquantina di criminali di guerra nazisti, alcune centinaia di alti funzionari del Reich e ufficiali delle forze armate tedesche, nonché qualche migliaio di collaborazionisti [...] si avvalsero tra il 1946 e il 1951 (soprattutto nel biennio 1948-49) per sottrarsi alla giustizia e trovare rifugio prevalentemente in America Latina, in partic. in Argentina. Dopo essere in un primo momento ...
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Scrittrice polacca (Radom 1922 - Lailly-en-Val 2010). Dopo la prigionia nei lager nazisti, emigrò a Parigi nel 1946. Nei suoi romanzi ha ritratto il dramma psicologico di chi non riesce a uscire spiritualmente [...] dal campo di concentramento (Przejście przez Morze Czerwone "L'attraversamento del Mar Rosso", 1960; Szklana kula "Palla di vetro", 1964), ma ha anche affrontato il tema dello scontro fra culture diverse ...
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Governo collaborazionista nato nel giugno 1940 in seguito alla sconfitta francese a opera dei nazisti. Ebbe sede presso l'omonima città della Francia centrale, nella parte del paese formalmente non occupata [...] dai tedeschi, e fu presieduto dal maresciallo H.-P.-O. Pétain. Cessò di esistere all'arrivo degli anglo-americani, nel 1944 ...
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nazista
s. m. e f. e agg. [v. nazismo] (pl. m. -i). – Forma accorciata per nazionalsocialista, usata comunem. con tono polemico per indicare non solo chi fu esponente o fautore del nazionalsocialismo, ma anche chi tuttora ne condivida o esalti...
nazistico
nazìstico agg. (pl. m. -ci), non com. – Del nazismo, dei nazisti (propriam. forma accorciata per nazionalsocialistico): la Germania n.; le dottrine n.; e in espressioni spreg. o polemiche: metodi n.; concezioni aberranti e nazistiche.