TAGLIAMENTO (A. T., 24-25-26)
Fiume torrentizio del Friuli lungo 170 km., il cui bacino idrografico si stima esteso 2700 kmq. Tradizionalmente si considera quale sorgente del fiume una polla che sorge a NO. di Forni di Sopra, a 1195 m. s. m., nel territorio del comune cadorino di Lorenzago. Percorre la valle longitudinale che separa le Alpi dalle Prealpi Carniche, ricevendo parecchi affluenti, dei quali quelli di sinistra sono alquanto più lunghi e ricchi d'acque di quelli di destra. Risulta così una disposizione asimmetrica rispetto al corso principale, ma tale da dare al bacino idrografico superiore figura paragonabile a un ventaglio aperto: da ciò anche il regime spiccatamente torrentizio, per il concentrarsi rapido e simultaneo delle piene su un breve percorso. La portata media annua, misurata a Pioverno, è di 61,7 mc. al secondo; quella integrale di 1949,7 milioni di mc. Sotto la confluenza della Fella, entra nella valle trasversale che divide le Prealpi Friulane, dai cui fianchi calcareo-dolomitici scendono alla valle copiosissimi il detrito di falda e il ciottolame accumulato in imponenti caratteristici conoidi. Così riempie il fondo della valle, tipicamente sovraescavata dal ghiacciaio quaternario, un'enorme quantità di ghiaie, tra le quali la corrente si dirama, qui perdendo per affioramenti. Ciò si verifica anche nel corso prealpino a monte di Venzone e si accentua maggiormente dopo che il fiume ha varcato l'anfiteatro morenico, attraverso la permeabilissima alta pianura alluvionale, dove il fiume perde per infiltrazione gran parte delle sue acque, fino anche all'esaurimento completo nei periodi di magra invernale ed estiva e non riceve nessun affluente all'infuori del Cosa. Questo torrente deve seguire a lungo la destra del corso principale prima di potervi immettere, perché quest'ultimo scorre pensile sulle proprie alluvioni, che non riesce a trascinare, e allarga enormemente il proprio letto. Il profilo longitudinale dell'alveo presenta in questo tratto una gibbosità caratteristica, che è conseguenza della perdita di acque. A valle del ponte di Casarsa, il fiume entra nella zona delle resorgive: riceve parecchi rii perenni e si fa perenne il suo corso sino all'Adriatico, nel quale sbocca con foce unica e un delta adagiato al cordone litoraneo di una retrostante laguna, e costituito da tomboli accumulati dal moto ondoso.
Bibl.: A. Desio, L'evoluzione morfologica del bacino della Fella, in Atti Società Italiana scienze naturali, XLV, Pavia 1927; M. Gortani, Falde di detrito e coni di deiezione nella valle del Tagliamento, in Memorie geografiche, 1912; id., I fiumi di tipo friulano e il loro profilo di equilibrio, in Atti del X Congresso internazionale di geografia, Roma 1913; id., I terrazzi nel bacino montano del Tagliamento.
Combattimenti sul Tagliamento durante la seconda guerra mondiale. - Dovendosi ordinare la ritirata dall'Isonzo al Piave (27 ottobre 1917) fu dal comando supremo italiano predisposto un tempo d'arresto sul Tagliamento, per agevolare il ripiegamento della 3a Armata, la quale aveva maggiore spazio da percorrere, per raggiungere i ponti e defluire a occidente del fiume. Inoltre, per coordinare il movimento retrogrado delle truppe della zona Carnia con quello della 2a Armata, e per coprire i ponti di Cornino e di Pinzano, il Cadorna ordinò la costituzione di un Corpo d'armata speciale, con due divisioni (20a e 33a) affidandone il comando al generale A. Di Giorgio. Nella notte sul 29, incominciò il passaggio delle truppe italiane attraverso il Tagliamento fra non poche difficoltà, perché la piena del fiume aveva resi impraticabili i guadi, non consentiva la costruzione di passerelle e sommergeva i ponti di Bonzicco e di Madrisio.
Il giorno 30, la situazione si fece improvvisamente grave; il nemico, giunto ormai con le avanguardie al fiume, premeva sia a nord, verso le alture di San Daniele del Friuli, sia ai ponti di Pinzano e di Codroipo, mentre altre truppe (gruppo Scotti) si dirigevano verso Latisana, per cercare di intercettare la ritirata della 3a armata. I ponti di Codroipo venivano fatti saltare nel pomeriggio del giorno stesso; quello di Pinzano il mattino del giorno 1° novembre con inevitabile sacrificio di truppe e di artiglierie rimaste sulla sponda orientale. La 3a armata - anche perché la mossa nemica era stata eseguita con forze insufficienti - riuscì a disimpegnarsi e a passare, quasi integra, sulla destra del fiume: a nord, invece, nella notte dal 2 al 3, il nemico forzava il passaggio, a Cornino e a Valeriano, rompendo il collegamento fra il corpo speciale Di Giorgio e le due divisioni della Carnia (36a e 63a) alle quali veniva ostacolata, così, la via di scampo verso la pianura friulana. Comunque, il grosso delle truppe ripiegate dall'Isonzo era, ormai, tutto sulla destra del Tagliamento, e poteva proseguire verso la Livenza e il Piave (v. guerra mondiale).