TAIWAN
(v. formosa, XV, p. 703; App. II, I, p. 961; III, I, p. 660; IV, I, p. 840; taiwan, App. IV, III, p. 574)
Con una popolazione di 21 milioni di ab. (1994) e una densità di 583 ab./km2, T. è tra i paesi più popolati del mondo intero; tuttavia la distribuzione è molto ineguale e strettamente proporzionale allo sviluppo dell'urbanesimo, per cui nella ricca pianura occidentale si registrano densità elevate, con massimi anche di 2000 ab./km2, mentre nelle zone di montagna si hanno valori inferiori ai 25 ab./km2. Oltre Taipei, la capitale, che raggiungeva 2.679.629 ab. nel 1992, esistono oggi 17 città con più di 200.000 abitanti.
Condizioni economiche. - L'agricoltura occupa circa il 12,3% della popolazione attiva e non solo copre il fabbisogno alimentare interno, ma riesce anche a fornire prodotti destinati all'esportazione. Gran parte dell'arativo è coltivato a riso (18.198.000 q nel 1993), mentre gli altri cereali (mais, miglio, sorgo) danno quantitativi modesti; hanno, invece, una certa importanza per il fabbisogno interno la patata dolce (1.877.000 q), la manioca (25.000 q), numerosi ortaggi tra cui gli asparagi (80.000 q), gli agrumi (5.067.000 q), gli ananassi (2.773.000 q) e le banane (2.128.000 q). Tra le colture industriali prevale la canna da zucchero, dalla quale si ottengono annualmente circa 4 milioni di q di zucchero. Altre colture di rilievo sono il tè (205.000 q), il tabacco (174.000 q) e le arachidi (765.000 q). Discreto è il patrimonio forestale, che copre il 51,8% della superficie territoriale e annovera essenze utili quali il bambù, l'albero della canfora e un tipo di cipresso, chiamato kinoki; nel 1992 sono stati ricavati 103.400 m3 di legname, che hanno alimentato la locale industria del legno. Tra gli altri comparti del settore primario prevale la pesca, favorita dalla ricchezza dei mari che circondano l'isola: nel 1993 il pescato è stato pari a 1.423.971 t, in parte esportato, in parte avviato ai moderni impianti conservieri che T. possiede. Di scarso interesse sono le risorse minerarie (carbone, petrolio, gas naturale).
La produzione di energia elettrica (111.038 milioni di kWh nel 1993) ha registrato, negli ultimi anni, un notevole incremento in relazione al forte sviluppo industriale dell'isola; sono attive tre centrali nucleari, e una quarta è in costruzione. L'industria è divenuta il settore di maggior spicco dell'economia di T.: occupa circa il 39,1% della popolazione attiva e contribuisce per il 38,8% alla formazione del PNL (1993). Il settore, sorto come attività di trasformazione dei prodotti agricoli locali, si è andato via via diversificando, grazie anche a cospicui investimenti esteri: così a fianco dei tradizionali zuccherifici, conservifici, birrifici, impianti molitori e della lavorazione del tabacco, stabilimenti tessili per lo più conservieri (433.000 t di filati di cotone e 1099 milioni di m di tessuti di cotone prodotti nel 1989), si sono andati sviluppando nuovi complessi industriali, soprattutto nei settori dell'abbigliamento, della gomma, della cellulosa e della carta (1.025.000 t nel 1993); nel settore chimico, con produzione di elevati quantitativi di acido solforico (644.100 t nel 1993), nitrico e cloridrico, di soda caustica, resine e materie plastiche; in quello petrolchimico; nell'industria elettromeccanica di precisione ed elettronica (calcolatori, minicomputer). Ma i settori che negli ultimi anni hanno conosciuto la maggiore espansione sono quello cementiero (23.970.800 t nel 1993) e quello cantieristico (1.015.800 t di stazza lorda). Buone produzioni, infine, registra il settore siderurgico (3.286.100 t di acciaio).
Gli scambi con l'estero sono essenziali all'economia dell'isola: la produzione industriale taiwanese è esportata nella quasi totalità, mentre vengono importati petrolio, macchinari e mezzi di trasporto, legname, cotone grezzo e prodotti agricoli. I principali mercati per le merci in uscita sono Stati Uniti (29%), Hong Kong (19%) e Giappone (11%), per quelle in entrata Giappone (30%) e Stati Uniti (22%). La bilancia commerciale è stabilmente in attivo. In sviluppo il turismo, con 1.850.214 visitatori nel 1993.
Bibl.: T.B. Gold, State and society in the Taiwan miracle, Armonk 1986; S.-Y. Lee, Money and finance in the economic development of Taiwan, Londra 1990; S. Long, Taiwan: China's last frontier, ivi 1991; W. Wei, Capitalism: Chinese version guiding a market economy in Taiwan, Columbus 1992.
Storia. - Nel maggio 1978 Chiang Ching-kuo, figlio del generalissimo Chiang Kai-shek, che per sei anni aveva ricoperto la carica di primo ministro, assunse quella di presidente della Repubblica, che dal 1975 era stata di Yen Chia-kan. Il Kuomintang (Partito nazionalista) conservò nelle elezioni parlamentari del 1983 la maggioranza assoluta, mentre si accelerava il processo di modernizzazione e industrializzazione del paese. T. continuò ad avere relazioni diplomatiche soltanto con una trentina di nazioni, quasi tutte dell'America latina centrale e meridionale; vennero rafforzati molti accordi bilaterali, per lo più di cooperazione agricola, scientifica, economica, medica e sulla pesca. Nonostante non esistessero regolari rapporti diplomatici fra T. e gli Stati Uniti, negli anni fra il 1978 e il 1990 furono siglati oltre cento accordi fra i due paesi in campo educativo, fiscale, postale, del trasporto aereo e di cooperazione tecnologica.
La situazione politica interna andò mutando a partire dal 1987, quando furono emanati un decreto di emergenza e una legge sulle organizzazioni civiche che legalizzavano l'esistenza dei partiti. Da un lato iniziò il declino del Kuomintang (al potere nell'isola dal 1949), dall'altro si rafforzò una tendenza ''nativistica'' del sistema politico di T.; se, infatti, per decenni la classe politica era stata rappresentata da Cinesi emigrati nell'isola dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese, andavano ora emergendo sempre più i Cinesi nativi di T., che peraltro raggiungevano l'80% della popolazione.
Morto nel 1988 il presidente Chiang Ching-kuo, il suo successore è stato Lee Teng-hui, anch'egli esponente del Kuomintang, e nativo di Taiwan. Dal 1991 è stato adottato un nuovo sistema per le elezioni dell'Assemblea nazionale, basato sul modello proporzionale. Le elezioni della Camera legislativa, nel dicembre 1992, hanno visto un completo rinnovo dei membri, l'abolizione dei rappresentanti a vita e il passaggio a un sistema pluripartitico. Oltre al tradizionale Partito nazionalista si sono affermati i candidati del Democratic Progressive Party (DPP) e alcuni indipendenti; una delle due correnti del DPP sostiene la tendenza separatista che vorrebbe T. come stato sovrano, differenziandosi così dalla politica del Kuomintang che propugna un riavvicinamento alla Cina popolare secondo il programma "una sola Cina e due entità politiche". Nel 1991 il governo taiwanese ha dichiarato ufficialmente la fine del "periodo di mobilitazione nazionale per la soppressione della ribellione comunista", rinunciando così definitivamente all'uso della forza per ottenere l'unificazione con la Cina continentale; ma tale proposta non ha ottenuto risposte favorevoli da parte del governo di Pechino.
L'inizio degli anni Novanta ha registrato il persistere dello sviluppo economico di T., confermando quello che è stato definito un miracolo industriale e commerciale; sono aumentati anche gli scambi commerciali con la Cina popolare e l'impianto di imprese di compartecipazione, sempre in province amministrate dalla Repubblica popolare cinese. Sempre più numerosi sono stati i turisti di T. verso la Cina, a dimostrazione di una politica completamente diversa da quella vigente sino all'inizio degli anni Ottanta. Si è giunti a stabilire anche accordi editoriali bilaterali, per cui molte pubblicazioni escono contemporaneamente a Pechino, Shanghai e Taipei.
Bibl.: The roots of Taiwan history, a cura di N. Liu, Taichung 1981; K. Tai, A study of Taiwan history, Taipei 1985; H. Weiss, B.J. Weiss, The authentic story of Taiwan, ivi 1991.