Taiwan
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Geografia umana ed economica
di Luigi Stanzione
Stato insulare dell'Asia sud-orientale. Al censimento del 2000 T. ha raggiunto i 22.167.159 abitanti. L'isola è caratterizzata dalla presenza di grandi aree metropolitane, dove si concentrano circa i quattro quinti della popolazione. Le principali sono Taipei (6.950.000 ab. l'agglomerazione urbana nel 2006), Kaohsiung (2.900.000 ab.), che è anche il porto più importante, e Taichung (2.400.000 ab.). Il processo di inurbamento ha subito un rallentamento, grazie anche alla creazione di città-satellite e al potenziamento delle infrastrutture di trasporto. La struttura della popolazione si va connotando per tassi di crescita sempre più contenuti, per un innalzamento della speranza di vita alla nascita e per una quota di anziani in deciso aumento. Nonostante la regolamentazione piuttosto restrittiva, il fenomeno dell'immigrazione sta registrando un rapido incremento (specialmente da Cina, Vietnam, Indonesia e Thailandia) e dà luogo a un numero consistente di matrimoni misti (circa un terzo del totale). Si profila, dunque, una società multietnica, maggiormente aperta verso i circa 400.000 stranieri e più attenta nei confronti delle numerose minoranze presenti nel Paese (in tutto, una sessantina), sia sotto il profilo dell'integrazione, sia per la tutela dell'identità culturale. Oltre alla lingua ufficiale, il mandarino, sono molto diffuse altre due lingue Han (Holo taiwanese e Hakka). Inoltre da alcuni anni, il governo ha intrapreso una politica volta alla maggiore diffusione dell'inglese oltre che alla salvaguardia delle lingue e dei dialetti nativi.
Secondo stime ufficiali, la crescita del PIL ha raggiunto nel 2005 il 3,4%, il reddito medio pro capite è di poco inferiore a 14.500 dollari e il tasso di disoccupazione è su livelli minimi (4,1%). L'economia taiwanese è caratterizzata da un forte dinamismo e fronteggia attualmente una fase contraddistinta da trasformazioni profonde tanto sul piano internazionale quanto in relazione alla struttura produttiva. T., membro dell'APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) dal 1991 e della WTO (World Trade Organization) dal 2002, ha avviato diversi accordi di libero scambio con Paesi sviluppati e in via di sviluppo. Proprio l'entrata nella WTO ha condotto alla rimozione delle barriere di ingresso per gli investimenti nei settori dei servizi e della finanza e favorito gli incentivi per i settori ad alta tecnologia, anche attraverso la realizzazione di alcuni porti franchi che offrono opportunità e facilitazioni per l'insediamento di nuove iniziative produttive. Secondo le più autorevoli fonti di informazione internazionali, l'isola rappresenta oggi nel mondo una delle destinazioni più appetibili per gli investimenti stranieri, grazie anche alla presenza di un ambiente economico di marca liberista, di risorse umane qualificate, di un ampio mercato dei capitali e di una solida base industriale.
A partire dagli ultimi decenni del 20° sec. la struttura economica taiwanese ha attraversato un processo di terziarizzazione che ha portato il peso del settore secondario dal 50 al 30% del PIL. In parallelo, nell'industria si è verificata una transizione da attività ad alta intensità di lavoro verso quelle ad alta intensità di capitale e di tecnologia (comparti chimico, petrolchimico, information technology, apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Per far fronte all'inasprita competizione internazionale, T. ha messo in atto una politica che cerca, da un lato, di consolidare ulteriormente alcuni settori che hanno avuto un ruolo di primo piano nel successo economico del Paese (per es., l'industria dei semiconduttori) e, dall'altro, di rafforzare comparti emergenti quali per es. le biotecnologie, l'industria farmaceutica, la information communication technology e l'industria culturale. Tale processo è stato accompagnato anche da un irrobustimento del sistema dell'istruzione universitaria e della ricerca (che può contare anche sulla presenza di alcuni evoluti parchi scientifici) e da una notevole diffusione della information communication technology (il Paese è ai primi posti nel mondo per gli indicatori relativi alle tecnologie informatiche e telematiche e all'accesso ai servizi digitali). Un notevole impulso ha ricevuto anche lo sviluppo della rete di distribuzione commerciale e il settore dei servizi finanziari, assicurativi e di consulenza. Contribuiscono maggiormente all'export (174 miliardi di dollari nel 2004) tre categorie di prodotti: le apparecchiature elettriche ed elettroniche; le apparecchiature meccaniche; infine, la plastica e tutti i suoi derivati.
Il peso del settore agricolo è andato riducendosi nel corso del tempo, in parte per le difficoltà di ammodernamento legate alla piccola dimensione delle aziende, in parte per le migliori opportunità lavorative offerte nelle aree urbane. Ciò ha portato a un rapido invecchiamento delle risorse umane impiegate nell'agricoltura e a fenomeni di inurbamento che hanno causato squilibri territoriali, ai quali il governo sta cercando di porre rimedio con attività di forestazione e recupero ambientale e di rivitalizzazione delle aree rurali. Inoltre, l'ingresso nella WTO ha provocato l'abbassamento dei prezzi delle principali colture (riso, canna da zucchero, frutta) e l'incremento delle importazioni, soprattutto dalla Cina. La ricerca di colture a più alto valore aggiunto e il rapido cambiamento delle abitudini alimentari della popolazione hanno favorito lo sviluppo del comparto ortofrutticolo e di quello florovivaistico.
Per effetto dell'epidemia SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome), la crescita del comparto turistico ha subito una battuta d'arresto nel 2003 (2,2 milioni di presenze con un calo del 25% rispetto all'anno precedente), per poi riprendere nel 2004 (più di 2,9 milioni). I principali flussi turistici provengono soprattutto dai Paesi asiatici (Giappone, Corea del Sud) e dagli Stati Uniti e sono attratti principalmente dalle notevoli bellezze paesaggistiche (concentrate soprattutto nei sei parchi naturali) e dall'interessante patrimonio culturale, caratterizzato dalla compresenza di elementi cinesi e influenze della dominazione spagnola, olandese, giapponese. Una buona dotazione di alberghi e servizi turistici ausiliari e una discreta presenza di eventi culturali completano il quadro di un comparto sul quale il Paese intende investire in modo consistente, con l'obiettivo di raddoppiare il numero di visitatori entro il 2008.
Il sistema dei trasporti interni è gravato soprattutto nelle grandi aree urbane da significativi fenomeni di congestione (complessivamente si contano nel 2004 circa 19 milioni di veicoli) e di inquinamento. Sia la rete ferroviaria sia quella viaria sono oggetto in questi anni di strategie di adeguamento e potenziamento. Lungo il corridoio occidentale, è in atto la costruzione di una ferrovia ad alta velocità lunga 375 km, finanziata per tre quarti da privati, per collegare Taipei a Kaohsiung in 90 minuti. Nelle principali città sono in corso di realizzazione e di ampliamento le reti ferroviarie metropolitane.
Particolare rilievo internazionale assumono le relazioni fra T. e la Cina, considerando il fatto che il tratto di mare che separa i due Paesi riveste un'importanza strategica per tutta l'Asia nord-orientale. La contemporanea adesione alla WTO da parte della Cina ha rafforzato i rapporti economici tra i due Paesi, facilitati anche dagli storici legami etnici e culturali. Gli investimenti diretti in Cina hanno superato nel 2004 i 34 miliardi di dollari e il gigante asiatico rappresenta ancora il principale partner commerciale di T. (per un volume di scambio sopra i 50 miliardi di dollari). Nonostante l'infittirsi delle relazioni economiche, la situazione politica nello Stretto di Taiwan rimane tesa, soprattutto dopo l'approvazione da parte della Cina della 'legge antiseparazione' (2005), che rinfocola i timori circa la pretesa di una modifica unilaterale dello status dell'isola e ipotizza l'adozione di misure di carattere militare.
Storia
di Paola Salvatori
La vita politica di T. registrava agli inizi del 2000 un significativo cambiamento: per la prima volta dal 1949 il Guomindang (Kuomintang), partito che fino a quel momento aveva mantenuto un potere incontrastato sull'isola, identificandosi di fatto con gli stessi apparati burocratico-amministrativi dello Stato, fu sconfitto nelle elezioni presidenziali svoltesi in marzo dal partito indipendentista Democratic Progressive Party (DPP), il cui leader Chen Shui-bian risultò vincitore con il 39,3% dei voti.
Avevano contribuito all'inaspettata vittoria del DPP la spaccatura interna al Guomindang, che aveva portato alla candidatura di due esponenti del partito, lo scandalo finanziario che aveva coinvolto il più popolare di questi, J. Soong, e infine la decisione di Chen Shui-bian di basare la propria campagna elettorale sulle questioni interne, quali la lotta alla corruzione e il rafforzamento del welfare, più che sui rapporti con la Cina, tradizionale tema centrale del confronto politico. Pur ribadendo la volontà di difendere la sovranità di T., respingendo la linea cinese di 'un Paese due sistemi', Chen Shui-bian aveva infatti smussato i tradizionali argomenti del suo partito in favore dell'indipendenza, e aveva più volte assicurato la sua intenzione di non modificare lo status quo.
Benché appoggiato dall'opinione pubblica, Chen Shui-bian trovò numerosi ostacoli alla realizzazione del suo programma, e le sue proposte furono più volte bloccate dal Parlamento, in cui il Guomindang, con 123 seggi su 225 (contro i 70 del DDP), deteneva ancora la maggioranza. Solo sui temi costituzionali si riuscì a giungere a un accordo, che portò al rafforzamento dei poteri dell'assemblea legislativa.
Nel corso del 2001 gli attacchi del Guomindang e del suo principale alleato, il People First Party (PFP, nato subito dopo le elezioni presidenziali del 2000 in seguito alla scissione dell'ala del Guomindang più favorevole alla Cina, capeggiata da Soong), si susseguirono, creando uno stato di incertezza destinato a durare anche dopo le elezioni parlamentari del dicembre 2001, nelle quali il DDP, pur affermandosi come primo partito (87 seggi, con il 36,6% dei voti), non riuscì ad assicurarsi la maggioranza assoluta neanche con l'appoggio del suo nuovo alleato, il partito indipendentista radicale Taiwan Solidarity Union (TSU, creato nell'agosto 2001; 13 seggi, con l'8,5%): il Guomindang ottenne infatti 68 seggi (con il 31,3%) e il PFP 46 (con il 20,3%).
Mentre sul fronte interno la situazione politica appariva decisamente bloccata, le relazioni economiche con la Cina conobbero in questi anni un incremento, sia sul piano finanziario sia su quello commerciale, provocando le critiche del TSU ma anche di alcuni settori dello stesso DPP, contrari a un legame troppo stretto tra le due economie. I rapporti politici tra T. e la Cina conobbero invece un brusco peggioramento, soprattutto a partire dal novembre 2003, quando il Parlamento di T. approvò una norma che permetteva, in caso di attacco esterno, di tenere un referendum sull'indipendenza dell'isola: questo voto venne considerato dalla Cina come il primo passo verso la secessione. Nei mesi successivi la tensione continuò a salire, anche perché Chen Shui-bian, in vista delle elezioni presidenziali del marzo 2004, decise di riprendere le tematiche indipendentiste, per creare intorno a esse un nuovo consenso. Benché il presidente fosse riuscito a farsi rieleggere, pur se con una maggioranza esigua (il 50,1% dei voti), il risultato delle elezioni legislative, svoltesi in dicembre, condizionò nuovamente il suo mandato, poiché ancora una volta la coalizione tra DPP (89 seggi, con il 35,7% dei voti) e TSU (12 seggi, con il 7,8%) risultò minoritaria rispetto a quella tra Guomindang (79 seggi, con il 32,8%) e PFP (34 seggi, con il 13,9%).
La ripresa delle tendenze indipendentiste nel governo di T. provocò la dura reazione della Cina, che nel marzo 2005 approvò una legge 'antisecessionista' che precludeva qualunque possibilità pacifica di distacco di T. dalla madrepatria. A sua volta il governo di T. scioglieva nel febbraio 2006 il National Unification Council (NUC), l'organismo costituito nel 1990 per promuovere e indirizzare il processo di riunificazione fra T. e la Cina.
Nel maggio 2006 il presidente, coinvolto in una serie di scandali finanziari, cedette al primo ministro Su Tsen-chang tutti i suoi poteri, tranne quelli relativi alla difesa, e dichiarò di non voler ripresentare la propria candidatura alle elezioni del 2008. Rifiutò tuttavia di dimettersi, come invece chiedevano i partiti di opposizione, che a partire da settembre si fecero promotori di una vasta campagna di manifestazioni di piazza contro di lui.
bibliografia
D. Rudnick, Taiwan trade: business before politics, in The world today, 2004, 2, pp. 22-23; A.S. de Sacy, Taiwan: l'art de la paix, Paris 2006.