TALASSOTERAPIA (dal gr. ϑάλασσα "mare" e ϑεραπεία "cura")
Significa il complesso degli effetti terapeutici determinati nell'organismo umano dai due massimi elementi caratterizzanti l'ambiente di mare, il clima e l'acqua marina. Talassoterapia equivale perciò a cura marina, intendendosi con essa l'utilizzazione a scopo salutare dei fattori climatoterapici e balneoterapici proprî del soggiorno al mare.
Il clima marittimo ha i seguenti caratteri generali: 1) Costanza della temperatura, con oscillazioni diurne, interdiurne, stagionali e annuali assai limitate, dovuta all'azione termoregolatrice delle distese marine che assorbono immense quantità di calore solare e poi lo restituiscono lentamente all'atmosfera quando questa si raffredda al disotto della temperatura della superficie acquea. 2. Umidità a regime stabile, più elevata che nelle zone continentali, strettamente legata alle vicende della temperatura. 3. Luminosità considerevole, principalmente per la riflessione e la diffusione dei raggi luminosi effettuata dalla superficie marina. 4. Pressione barometrica elevata (normalmente intorno a 760 mm.), a oscillazioni regolari che le conferiscono il carattere dell'uniformità, salvo le brusche variazioni dovute a tempeste e uragani. 5. Aerazione a regime periodico con avvicendamento quotidiano delle brezze di terra e delle brezze di mare, determinato dalla temperatura e dalla pressione; predominanza dei venti dal largo a temperatura più costante e a umidità più elevata dei venti dell'interno. 6. Piovosità maggiore che nelle zone di pianura. Questi elementi meteorologici del clima vengono più o meno profondamente modificati dalle condizioni intrinseche delle singole località costiere, fra cui la conformazione topografica, la natura del suolo, la vegetazione, ne conseguono differenze più o meno accentuate anche fra luoghi vicini, le quali concorrono a determinare per ognuno di questi una fisionomia climatica peculiare, un "clima locale" nell'ambito di quello generale dominante nella zona.
L'aria atmosferica marina ha come principale carattere la purezza, contenendo essa pochissimi germi; è questo un coefficiente di salubrità dovuto sia alla scarsezza del pulviscolo, che è il veicolo principale dei microbî dell'aria, sia alla predominanza dei venti di mare che spazzano le impurità dell'atmosfera, sia all'azione battericida dei raggi solari. Altra caratteristica ne è l'elevata elettrizzazione positiva; la sua carica infatti può essere anche 400 volte più alta che sul continente. Dal punto di vista chimico, è da rilevare nell'aria marina la presenza spesso abbondante dell'ozono, come pure una tenue quantità di cloruro di sodio proiettatovi dalle onde che si frangono sul litorale, e proporzioni infinitesimali di iodio libero. Non sembra però che queste sostanze posseggano, come componenti occasionali dell'aria marina, il valore terapeutico che è stato loro attribuito.
L'azione del clima marino sull'organismo dà luogo ai seguenti fenomeni fisiologici: 1. riattivazione dei processi digestivi con l'aumento o la rinascita dell'appetito; 2. rinvigorimento della funzione respiratoria, per cui gli atti respiratorî si fanno più ampî e meno frequenti; e ne consegue un aumento sensibile dell'assorbimento dell'ossigeno dovuto alla maggiore profondità delle inspirazioni, e quindi un miglioramento della sanguificazione; s'osserva infatti quasi sempre l'aumento dei globuli rossi e del tasso emoglobinico, e un'iperleucocitosi con aumento degli eosinofili; 3. stimolo delle secrezioni, per cui la funzione renale diventa più attiva e la traspirazione più copiosa; 4. modificazione del chimismo della nutrizione con aumento degli scambî azotati, diminuzione della demineralizzazione e migliore utilizzazione del fosforo alimentare; 5. elevazione della pressione arteriosa.
Da un punto di vista generale, il soggiorno al mare può riuscire eccitante o stimolante, indifferente o neutro, moderatore o sedativo. Sono eccitanti quelle marine dove predominano le temperature limitate, dove l'umidità è relativamente elevata, i venti frequenti, il soleggiamento non intenso, il mare mosso; sedative quelle che posseggono come caratteristica prevalente l'inverso delle condizioni ora enumerate. Le spiagge italiane, se paragonate a quelle dei mari settentrionali, appartengono in principio al gruppo delle sedative; infatti nell'estate sono proprie a esse la temperatura alta, l'umidità piuttosto ridotta, i venti moderati, il soleggiamento ampio e intenso, il mare calmo per lunghi periodi, con sfumature più o meno sensibili fra le marine adriatiche e quelle tirrene, fra quelle poste più a nord e quelle più a sud. A seconda delle stagioni, tuttavia, si possono ottenere in esse tutti gli effetti spettanti al clima marino, dal più vigoroso eccitamento alla sedazione più efficace. Infatti nella primavera e nell'autunno sulle coste dell'alto Adriatico si possono riscontrare i caratteri climatici "forti" proprî delle marine settentrionali e altrettanto è si può dire per vasti tratti del litorale tirreno. Le località della Riviera, del Golfo di Napoli, delle costiere sicule offrono invece nell'inverno quella singolare mitezza del clima che si traduce in un'ampia scala di azioni stimolanti, toniche, moderatrici e sedative, la quale si ricercherebbe invano in altre latitudini. Le marine d'Italia si prestano quindi a vere e proprie specializzazioni climatiche di luogo e di stagione, per le quali la gamma delle indicazioni terapeutiche ne viene singolarmente estesa.
Per la sua composizione chimica l'acqua marina va considerata come un'acqua minerale della categoria delle clorurato-sodiche, giacché il suo carattere fondamentale è l'elevata salinità dovuta principalmente al cloruro di sodio; vi si trovano anche numerosi altri elementi chimici in quantità variabili, ma sempre grandemente inferiori a quella del cloruro sodico. Praticamente si può considerare che la mineralizzazione dell'acqua marina è rappresentata per tre quarti da questo sale e per un quarto dagli altri componenti, di cui i principali sono il cloruro di magnesio e i solfati di sodio, di calcio e di magnesio; lo iodio e il bromo vi sono pure presenti, ma in quantità estremamente tenui. La salinità - intendendosi con questa parola il totale del contenuto salino espresso in grammi per 1000 d'acqua - varia da mare a mare, talora anche in proporzioni rilevanti, dipendendo essa da diverse condizioni locali, in primo luogo dall'intensità dell'evaporazione (in relazione alla temperatura ambiente) e dall'apporto d'acqua dolce dei fiumi. Così, i mari più caldi sono generalmente i più salati, mentre i mari settentrionali nei quali, come il Baltico, l'evaporazione è scarsa e dove si riversano importanti corsi di acqua, la salinità è bassa. Nel Tirreno questa va da 36 a 41‰, nell'Adriatico da 37 a 39, nell'Atlantico da 33 a 36, nel Mare del Nord da 30 a 31, nel Mar Nero da 14 a 17, nel Baltico da 7 a 18. In rapporto alla mineralizzazione, la densità dell'acqua marina presenta pure delle variazioni; la media di essa per il Mediterraneo è di 1,032. La temperatura del mare è relativamente costante, senza brusche oscillazioni; durante la giornata aumenta regolarmente dal mattino fin verso le 17, e il cammino inverso della diminuzione si compie egualmente con lentezza e regolarità. I venti possono influire sulla temperatura dell'acqua, abbassandola o elevandola di qualche grado, a seconda della loro forza e durata e della loro provenienza. I movimenti della massa acquea sono rappresentati dalle maree, dalle correnti e dalle onde.
Agli elementi ora descritti - composizione chimica e densità dell'acqua marina, temperatura e movimenti - sono da ascrivere gli effetti fisiologici che il bagno di mare provoca sull'organismo e che sono dunque d'ordine crenoterapico, idroterapico e cinesiterapico. L'immersione del corpo nel mare provoca, come effetto immediato, il cosiddetto "primo brivido", cioè una brusca sensazione di freddo tanto più diffusa e marcata quanto maggiore è il dislivello fra la temperatura ambiente e quella dell'acqua; la superficie della pelle si raffredda e s'anemizza, mentre il sangue affluisce in maggior copia agli organi centrali; i brividi sono accompagnati da momentanea aritmia cardiaca e respiratoria. Questi fenomeni però sono passeggeri; ben presto cessa con essi anche la sensazione di freddo, perché non solamente l'aumentata produzione interna di calore tende a equilibrare la perdita che s'avvera alla superficie della pelle, ma i capillari cutanei si dilatano nuovamente ristabilendo così l'equilibrio circolatorio. Se tuttavia si prolunga il bagno oltre il limite della resistenza organica individuale, il calore prodotto non basta più a controbilanciare quello che è sottratto dall'acqua alla superficie del corpo e sopraggiunge uno scompenso termico che è segnalato da un nuovo senso di freddo, più intenso e molesto del primo, il cosiddetto "secondo brivido". Cessata l'immersione in tempo utile, cioè prima che il secondo brivido si manifesti, ha luogo una serie di fenomeni inversi che costituiscono il periodo di "reazione", durante il quale si ha l'acceleramento della respirazione, della circolazione, dell'ossigenazione del sangue e della nutrizione generale, come pure uno stimolo del sistema nervoso; il bagno di mare, quindi, per la sua temperatura esplica un'azione tonica e dinamogena. Ma nella balneazione marina entra in giuoco l'azione degli altri coefficienti cui è stato accennato più sopra. È infatti esperienza comune che nei bagni di acqua dolce - laghi e fiumi - il senso di freddo è assai più accentuato che non in quelli di mare, anche se la temperatura è la stessa, e che in quelli il secondo brivido sopravviene più rapidamente che non in questi; ciò è dovuto al fatto che i liquidi più densi si riscaldano più lentamente al contatto dei corpi di temperatura superiore, cioè sottraggono a essi minor quantità di calore nell'unità di tempo. La maggiore densità dell'acqua marina ha dunque il vantaggio di limitare la dispersione del calore del corpo e di consentire un'immersione più prolungata; inoltre l'acqua salata evapora più lentamente, per cui all'uscita del bagno si ha una meno brusca sottrazione di calore, essendo meno rapida l'evaporazione alla superficie del corpo. Il bagno di mare si differenzia anche dal semplice bagno d'acqua dolce per il contenuto salino più o meno elevato dell'acqua marina. Quale sia però l'azione sull'organismo dei sali in essa presenti è tuttora oggetto di discussione e sono state avanzate al riguardo diverse teorie; tutti però sono d'accordo nell'attribuire al contenuto salino un'azione stimolante sulle terminazioni nervose cutanee, che si prolunga anche dopo il bagno per opera dei cristallini di cloruro di sodio che sono lasciati sulla pelle dall'evaporazione dell'acqua. Infine è elemento di primaria importanza nel bagno di mare il movimento della massa acquea marina, ed è quello che lo distingue nettamente da tutte le altre forme di bagni freddi. Le onde agiscono meccanicamente, con effetto di massaggio che va dallo sfregamento alla percussione violenta, accompagnato da docce subentranti, che mette in giuoco l'attività muscolare. Inoltre il moto ondoso, facilitando la perdita di calore cutaneo con la rinnovazione continua degli strati di acqua a contatto della pelle, intensifica la reazione termica del bagno. Infine un coefficiente di primaria importanza, nelle cure marine, è rappresentato dall'azione dei raggi solari; v. elioterapia.
Per il suo estesissimo sviluppo costiero, l'Italia possiede un grande numero di stazioni talassoterapiche; delle principali di esse è qui dato l'elenco con le caratteristiche delle rispettive spiagge.
Riviera di Ponente: Varazze, Celle, Spotorno, Finalmarina, Alassio, Laigueglia, Diano Marina, Sanremo: sabbia. Arenzano, Noli, Pietra Ligure, Loano: sabbia e ghiaia. Pegli, Ospedaletti, Bordighera: ghiaia. Molte di queste località sono anche frequentate come stazioni invernali.
Riviera di Levante: Paraggi, Lavagna, Cavi di Lavagna, Sestri Levante, Levanto: sabbia. Rapallo: sabbia e scogliera. Santa Margherita: ghiaia e scogliera. Nervi, scogliera.
Toscana: Marina di Massa, Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta, Lido di Camaiore, Viareggio, Marina di Pisa, Tirrenia: grandi spiagge di sabbia finissima ad alto strato. Livorno, Ardenza, Antignano, Quercianella: scogliera. Castiglioncello: sabbia e scogliera.
Lazio: Lido di Roma (Ostia Mare), Anzio, Nettuno, Terracina, Formia, Serapo di Gaeta: sabbia.
Campania: Coroglio, Lucrino, Sorrento, Porto d'Ischia: sabbia. Capri: scogliera. Amalfi: sabbia e ghiaia.
Sicilia: Mondello (Palermo), sabbia. Taormina, sabbia e ghiaia.
Adriatico Orientale: Zara, Brioni, Portorose: sabbia. Abbazia, Laurana, Cigale (Lussinpiccolo): scogliera.
Zona lagunare adriatica: Grado, Lignano, Lido di Venezia: ampie distese di sabbia finissima.
Romagna: Marina di Ravenna, Cervia, Cesenatico, Rimini, Riccione, Cattolica: vaste spiagge di sabbia finissima.
Marche: Pesaro, Fano, Senigallia, Grottammare, S. Benedetto del Tronto: sabbia. Falconara, Porto S. Giorgio: sabbia e ghiaia. Porto Civitanova: ghiaia.
Abruzzi: Giulianova, Roseto, Pescara, Francavilla: sabbia.