talora (tal ora)
L'avverbio è presente nelle opere di D., un limitato numero di volte (18), con la seguente distribuzione: Vita Nuova 6 occorrenze, Rime 2, Convivio 3, Inferno 3, Purgatorio 3 e Paradiso 1. In poesia è usata di solito la forma tronca ‛ talor '; in prosa si ha sempre la forma integra. Quanto al significato, vale " talvolta ", " qualche volta ", " certe volte ".
La documentazione è la seguente: Vn IX 4 talora li suoi occhi mi parea che si volgessero ad uno fiume bello e corrente; XX 5 12 tanto dura talora in costui, / che fa svegliar lo spirito d'Amore; XXXII 6 12 Voi udirete lor chiamar sovente / la mia donna gentil, che si n'è gita /... e dispregiar talora questa vita (si noti la compresenza di t. e sovente), e XVIII 5, XXII 4, XXIII 14; Rime XCV 10 talor per gli occhi sì a dentro è gita, e LXXX 26; Cv I I 4 tal ora sarà da ogni Studio non solamente privato, ma da gente studiosa lontano (l'avverbio è concordemente rappresentato dagli editori con grafia non unita); III Amor che ne la mente 80 li nostri occhi per cagioni assai / chiaman la stella talor tenebrosa, e con riferimento a questi versi, in III X 1 li nostri occhi ‛ chiamano ', cioè giudicano, la sulla talora altrimenti che sia la vera sua condizione; If XX 81 suol di state talor esser grama, e XXII 22; Pg XIII 147 col priego tuo talor mi giova; XX 118 Talor parla l'uno alto e l'altro basso, e XIX 3; Pd I 131 come forma non s'accorda / molte fïate a l'intenzion de l'arte /... così da questo corso si diparte / talor la creatura (si noti la compresenza di molte fïate e t., oltre all'enjambement circa quest'ultimo). In enjambement e parimenti in una comparazione, se pure sintatticamente in un modo diverso, anche l'unico caso della Commedia che non presenta troncamento: If XVI 134 sì come torna colui che va giuso / talora a solver l'àncora.