TALOS (Τάλως, Talus)
2°. - Eroe cretese, figlio di Kres e antenato di Radamante. Era di bronzo e un solo punto del suo corpo era vulnerabile, una vena sulla noce del piede, coperta da una pelle sottile. Il mito, di età ellenistica e di origine ignota, è narrato da Apollonio Rodio (Argon., iv, 1638 ss.) e con qualche variante da Apollodoro (Myth., i, 140 ss.).
Secondo il primo, T. era stato posto a Creta da Zeus a guardia di Europa; per il secondo era stato posto da Minosse a guardia dell'isola. Percorreva l'isola tre volte al giorno (o tre volte all'anno), accompagnato da un cane e si difendeva dai nemici scagliando sassi. Si è voluto vedere in T. la personificazione di una divinità solare. Trovò la morte per opera degli incantesimi di Medea, quando tentò di opporsi allo sbarco degli Argonauti a Creta.
Nell'arte figurata è rappresentata la morte di T. su un cratere attico a figure rosse degli ultimi decenni del V sec. a. C. della Collezione Jatta a Ruvo e su un frammento di cratere a figure rosse dello stesso periodo, dalla necropoli di Valle Trebba, ora al museo di Spina in Ferrara. Su ambedue i pezzi, la figura di T. sovraddipinta di bianco per significare la sua natura bronzea, è rappresentata mentre sta per abbandonarsi vinto dalle magie di Medea tra le braccia dei Dioscuri. Lo schema compositivo delle due raffigurazioni, salvo piccolissime varianti, è il medesimo. Su due specchi etruschi si ripete ancora la stessa scena. Su monete di Cnosso e Festo, T. è raffigurato alato, e tiene nelle mani alcune pietre, la destra alzata in posizione di lancio. Ha tra le gambe un cane. Su alcune monete ha i capelli stilizzati, come a ricordare una corona radiata, simbolo di una divinità della luce.
Bibl.: E. Gerhard, Etr. Spiegel, Berlino 1884, tav. LVIII; LVI, i; vol. IV, p. 52; O. Gruppe, Griech. Mythologie, Monaco 1903-06, p. 1310; C. Robert, Arch. Hermeneutik, Berlino 1912, p. 262 ss.; J. G. Frazer, Golden Bough, Londra 1911-15, IV, p. 74 ss., 281; G. B. Cook, Zeus, Cambridge 1914, p. 719; C. Robert, Griech. Heldensage, Berlino 1920, III, p. 847; Van der Kolf, in Pauly-Wissowa, IV A, 1932, cc. 2080-87; G. A. Mansuelli, Gli specchi figurati etruschi, in St. Et., XX, 1948-49, p. 87. Vaso di Ruvo: Furtwängler-Reichhold, p. 201, tav. 38-39; E. Pfuhl, Mal. u. Zeich., Monaco 1923, p. 226, fig. 574; J. D. Beazley, Red-fig., p. 845-1. Frammento di Valle Trebba: id., ibid., p. 846-1. Valle Trebba: A. Negrioli, in Not. Sc., 1928, p. 201, tav. XIX a; P. E. Arias-N. Alfieri, Il Museo Archeologico di Ferrara, Ferrara 1950, p. 156; G. Bermond Montanari, Il mito di Talos su un frammento da Valle Trebba, in Riv. Ist. di Arch. e Storia dell'Arte, IV, 1955, pp. 179-189. Per le monete: Cat. Greek Coins, Brit. Mus., Crete, IX (Wroth), 64, tav. 15, 11 e 16, 6; B. V. Head, Historia numorum2, Oxford 1911, 2, p. 476, figg. 254.