TALTIBIO (Ταλϑύβιος, Talthybius)
È il più famoso tra gli araldi della tradizione epica e colui che illustra più compiutamente la dignità del suo sacro ministero. Da tardi autori è paragonato a Hermes tra gli uomini, e in effetti a Sparta gli era consacrato un santuario con culto di carattere eroico, mentre altre memorie sono ricordate per Micene e per Aigion. Nei poemi omerici T. appariva già in funzione di messo particolare di Agamennone: più tardi nella tradizione figurata che fa capo al teatro attico la connessione dell'araldo con la casa degli Atridi appare ancora più stretta.
Apparentemente il più antico monumento figurato in cui T. appare è il rilievo di Samotracia che lo raffigura con il caduceo e il nome scritto accanto, ritto dietro il trono di Agamennone.
Il più popolare degli episodi omerici in cui l'eroe figura è la restituzione di Briseide (v.). Si tratta peraltro di una funzione in certo modo anonima e meccanica. T. non è che un inviato e in più opera in compagnia dell'altro araldo Euribate. Di conseguenza i due araldi appaiono in coppia e indistinguibili nella coppa di Londra E. 76 che ha dato il nome al Pittore di Briseide. È solo nello sköphos attribuito a Makron nel Louvre che egli appare solo e designato con il nome, un messaggero barbato e autorevole distinto per il caduceo e il petaso appuntito caratteristico di Hermes. Mentre in una serie di figurazioni relative a una supposta tradizione mitica risalente a un poema di Stesicoro, T. interviene non più come un intermediario, una presenza impersonale distaccata, ma con un'azione diretta in favore dei figli di Agamennone, bloccando la scure di Clitennestra levata contro il figlio Oreste. La pelìke del Pittore di Vienna databile intorno al 500 a. C. ci offre l'immagine più nobile e dignitosa che ci sia pervenuta dell'araldo, pari agli eroi e ad Hermes nell'apparenza e nella quieta, inesorabile autorità del gesto. In un rilievo melio giunto a noi in numerose varianti T. accompagna Oreste e Pilade alla tomba di Agamennone. Anche in questo caso è l'araldo che ha la parte principale, proteso a parlare con la dolente Elettra, mentre i due giovani principi incerti e diffidenti restano più lontani. È singolare anche lo schema che può dirsi di "interrogazione" assunto da T., in tutto corrispondente a quello di Odisseo che attende Tiresia presso il bòthros riempito di sangue a richiamo delle ombre.
Un cratere a calice del Pittore di Achille nel Museo dell'Università di Vienna con storie che si fanno risalire ad una Achilleia di Eschilo ci conserva invece T. presso la tenda di Achille dove si svolge il compianto sul corpo di Patroclo.
Bibl.: K. Robert, Bild u. Lied, Berlino 1881, p. 95; O. Waser, in Roscher, V, 1916-24, c. 37 ss.; V. Geisau, in Pauly-Wissowa, IV A, 1932, c. 2088 ss.; H. Kenner, in Oest. Jahreshefte, XXXIII, 1941, p. i ss.