Tamigi
Sotto il Ponte di Londra
Pur senza essere un grande corso d’acqua, il Tamigi è uno dei fiumi più celebri ed è certamente uno dei motivi del fascino di Londra. Ha avuto una grande importanza storica e conserva una rilevante importanza economica, dato che il suo corso è tra le vie fluviali più frequentate, in un’area economicamente all’avanguardia
Secondo fiume per lunghezza (338 km) della Gran Bretagna, il Tamigi è però il più importante sia dal punto di vista storico sia sotto il profilo economico. Il suo corso, benché piuttosto breve, attraversa quasi da un capo all’altro l’Inghilterra meridionale.
Le sorgenti del Tamigi sono sul versante meridionale dei colli di Cotswold, non lontano da Cheltenham. Ben presto il fiume raggiunge la pianura inglese, dove scorre lentamente, convogliando una notevole quantità di acqua. Dapprima il fiume scorre in direzione est e, con qualche ansa dovuta alla presenza di colline, sia prima di raggiungere e attraversare la città di Oxford sia subito dopo, piega in direzione sud, ricevendo da sinistra le acque del Thame.
Alla periferia di Reading vi si immette invece, da destra, il Kennet; il Tamigi piega quindi bruscamente dando luogo a una vasta deviazione che punta prima verso nord, quindi a est e poi a sud-est, toccando il centro di Windsor, finché vi confluisce il Wey; il corso principale devia nuovamente verso nord-est, entrando nel pieno dell’area metropolitana londinese, e poi verso est.
All’interno dell’agglomerato urbano, il Tamigi riceve gli ultimi affluenti; il letto si allarga notevolmente, dagli oltre 200 m nel pieno della città a circa 700 all’altezza di Gravesend, pur conservando per alcune decine di chilometri rive più o meno parallele; quindi le sponde iniziano a divaricarsi, formando un largo e profondo estuario che sfocia nel Mare del Nord.
Complessivamente, in una regione ricca di corsi d’acqua che scendono su tre diverse fronti marittime, il bacino del Tamigi risulta piuttosto circoscritto: appena 11.000 km2. La sua portata è però cospicua e soprattutto regolare. Nelle fasi di alta marea, inoltre, l’acqua dal mare risale il corso fluviale per quasi cento chilometri, vale a dire fino a monte del centro storico di Londra, innalzando il livello del Tamigi da 3 a 9 m nei periodi di magra e facilitando l’ingresso delle navi nel fiume.
La navigazione nel Tamigi è sicuramente molto antica; alla navigabilità dell’estuario del fiume si dovette, con ogni probabilità, la stessa fondazione di Londinium, la base romana da cui prese origine Londra. Il fiume ebbe quindi presto la funzione di porto della Gran Bretagna nei collegamenti con il continente. Questa funzione venne conservata a lungo, e in un certo senso è tuttora viva: il porto fluviale di Londra non ha più l’importanza esclusiva che aveva un tempo, ma il suo movimento lo colloca ancora in testa alla classifica dei porti inglesi, molto ben piazzato anche a livello europeo.
Fino all’altezza di Gravesend e Tilbury, all’inizio dell’estuario, tuttora risalgono il fiume anche navi oceaniche; con imbarcazioni commerciali di più piccolo ingombro si può raggiungere il Ponte di Londra (Tower Bridge). Il Tamigi è quasi interamente percorribile con imbarcazioni fluviali – chiatte e simili – e, tramite una serie di canali, mette in comunicazione la regione di Londra con il resto dell’Inghilterra meridionale.
Nel tratto iniziale del suo corso, poco a valle di Gloucester, il Tamigi è messo in comunicazione con la foce del Severn – che a sua volta forma un profondo estuario su cui affacciano Cardiff e Bristol. All’altezza di Oxford si innesta nel Tamigi un sistema di canali che mette in comunicazione Coventry e Birmingham e, oltre, Manchester e Liverpool. Anche nell’area urbana di Londra dal fiume si diparte un canale che collega il Tamigi con Coventry e, più avanti, con Leicester.
Le più rilevanti attrezzature portuali di Londra sono state, negli ultimi decenni, trasferite più a valle, in modo da decongestionare la città.
Le aree così lasciate libere – a cominciare dai docks, bacini artificiali lungo i quali si allineavano i magazzini – sono state riutilizzate con interventi di riqualificazione urbana molto interessanti dal punto di vista architettonico e funzionale, ma che hanno certamente snaturato il rapporto della città con il suo fiume.