Tan m'abellis l'amoros pensamen
Incipit di una canzone di Folchetto di Marsiglia (v.) citata da D. in VE II VI 6, dopo Si per mon Sobretots di Giraldo di Borneill e davanti a Sols sui che sai lo sobraffan di Arnaldo Daniello, tra gli esempi di illustres cantiones con gradum constructionis excellentissimum.
Della canzone, nella quale Folchetto lamenta il disdegno che la donna amata mostra nei suoi confronti, D. avrà ammirato probabilmente " il largo periodare che si sviluppa in ogni stanza, dove signoreggia da solo... l'endecasillabo ", nonché " il sottile artificio delle antitesi " (Marigo).
Il verso iniziale è riecheggiato in quello di Pg XXVI 140 Tan m'abellis vostre cortes deman, con cui Arnaldo Daniello (v.) apre il suo discorso: e l'adozione dell'incipit di Folchetto suona come una probabile, implicita dichiarazione di umiltà (A. Monteverdi, in Lect. Scaligera III 989).