Alighieri, Tana
Figlia di Alighiero II e, probabilmente, della sua seconda moglie Lapa. Di questa sorellastra di D. e del fratello di lei Francesco, fece menzione Forese Donati nel quarto sonetto della tenzone con D.: " se Dio ti salvi la Tana e 'l Francesco " (Rime LXXVI 4). Fonte preziosa per la storia di questa donna è uno spoglio, tratto dall'erudito Francesco Segaloni, di alcune scritture membranacee da lui viste nel 1614 presso Filippo Baldovini. Da questo spoglio si ricava che T. di Alighiero Alighieri fu sorella di Durante (cioè D.) e Francesco di Alighiero, e sposò Lapo di Manno di Iacopo Riccomanni portandogli la cospicua dote di 366 fiorini d'oro; che dal matrimonio nacquero due figli: Bernardo che fu frate minore, e Galizia, sposata (1295) a Bartolo di Filippo Magaldi.
Carte amministrative superstiti di Lapo Riccomanno confermano il matrimonio di Galizia con il Magaldi, e aggiungono che essa portò al marito una dote di 502 libre a fiorini d'argento e che il contratto dotale fu steso dal notaio Arnoldo di Arrigo detto Noddo. Dicono inoltre che un'altra figlia di Lapo di nome Bice era morta nel 1288. Queste carte amministrative danno una moglie a Lapo di Riccomanno dal 1281; questa appare col nomignolo di Trotta in registrazioni dal 1285 al 1288. Dopo averlo a lungo dubitato, il Barbi si convinse dell'identità Trotta-Tana (‛ Trotta ' da ‛ Tanotta ', nell'uso familiare, parve al Barbi " facile alterazione "). Di contrario avviso si mostra il Castellani, per il quale " Trotta e Tana sono due nomi ben distinti ", concludendone che Lapo Riccomanno ebbe due mogli: una prima detta Trotta, e poi, dopo il 1288, T. di Alighiero. L'ipotesi del Castellani cozza con l'affermazione dello spoglio Segaloni che Galizia fu figlia di T.; chi scrive è d'accordo col Barbi nell'identità Tana-Trotta, però non vede nel nomignolo Trotta un'abbreviazione di Gaetanotta, ma un nomignolo indipendente dal nome di battesimo della donna, cioè un diminutivo di Trottola o Trottolina.
Da documenti notarili risulta che T., " vidua, uxor ol. Lapi Ricchomanni et f. ol. Aleghieri ", del popolo di S. Martino del Vescovo, ottenuto il 17 gennaio 1317 in mundualdo Niccolò del fu Foresino Donati, istituì un procuratore ad lites, Lapo di Giannuzzo. Dopo qualche anno, il 21 settembre 1320, Francesco acquistò per conto della sorella vedova un terreno a Bramasole nel popolo della Pieve di Ripoli, da Bice di Chiarissimo Cialuffi (zia dei due fratelli in quanto sorella di Lapa, madre di Francesco e con ogni probabilità di T.) per 140 fiorini d'oro; per questo prezzo T., assistita dal fratello Francesco come mundualdo, lo rivendette al Lapo di Giannuzzo di cui sopra, che lo comprò per conto di Tano del fu Micco Baroncelli del popolo della Pieve di Ripoli, ricco proprietario di terre di quella zona. Questo documento afferma che Francesco e T. erano fratelli " ex eodem patre nati ", e, in certo modo, porta in alto mare la questione del nome della madre di Tana. Dopo questa data non si sa più niente di Tana.
Bibl. - M. Barbi, Per un passo dell'Epistola all'Amico Fiorentino, in " Studi d. " II (1920) 126-134 (rist. in Problemi II 313-318); Castellani, Nuovi testi I 248-251; Piattoli, Codice 116, 123, 125.