TANA (A.T., 116-117, XXXIII, p. 220)
La Missione della R. Accademia d'Italia diretta da G. Dainelli al bacino idrografico del Lago Tana, ha raccolto numerosi dati che modificano alquanto le vedute che si avevano finora a proposito del lago stesso.
Esso si stende a 1800 m. circa, presentando forma circolare con un diametro intorno ai 60 km., prolungato verso sud da una appendice di circa 20 km., che corrisponde al punto di origine dell'emissario. L'emissario, il Nilo Azzurro, ha portata abbastanza variabile in relazione all'andamento stagionale; essa si aggira fra 3000 e 5000 milioni di mc. annui, corrispondenti a 128,2 mc. al secondo. Si ha quindi una forte oscillazione di livello tra il periodo di piena e quello di magra che, secondo le misure eseguite anche da studiosi inglesi e americani, raggiunge quasi 2 m.
Le ricerche batimetriche eseguite dalla Missione Dainelli dànno come massima profondità, anziché quella di circa un centinaio di metri, supposta dallo Stecker, quella di m. 14,15. La morfologia sublacustre è abbastanza semplice e rispecchia le caratteristiche morfologiche della regione circostante. I soli elementi di complicazione sono le isole, abbastanza numerose, soprattutto quelle che sorgono a notevole distanza dalla costa nella profonda insenatura meridionale e quelle centrali di Dech e Dagà. Notevoli complicazioni nella morfologia portano anche le isole della costa della Penisola di Gorgorà (parte settentrionale del lago). Abbastanza vasta l'area al disotto dei 14 m.: il bacino è caratterizzato quindi, se si fa esclusione delle isole, da una morfologia assai regolare. Data la piccola profondità media, notevolmente ridotto risulta anche il volume, ciò se non ha grande influsso dal punto di vista dell'utilizzazione idroelettrica, per le forti variazioni di livello, ne ha una molto grande dal punto di vista dell'evaporazione e quindi come elemento climatologico.
La piccola profondità, unitamente alla posizione, influiscono profondamente sul comportamento termico. Durante la stagione secca in superficie non si hanno valori inferiori a 20° e l'escursione termica giornaliera è ridotta (2°-3° in media). In profondità si ha un regolare abbassamento di temperatura con un gradiente minimo, talvolta intorno a 1° tra la superficie e il fondo (10-14 m.); solo l'influsso degl'immissarî sembra causare un comportamento diverso, con differenze tra superficie e fondo aggirantisi intorno ai 2°-3°. Non esiste strato di salto stagionale, ma solo una stratificazione di piccola entità e di breve durata a carattere giornaliero. Dati questi caratteri della termica lacustre il lago si può ascrivere alla categoria dei laghi tropicali di Forel. La piccola profondità influisce anche sul colore che esso presenta (XI-XII, Scala Forel-Ule) e sulla debole trasparenza delle acque (intorno a 1 m.), misurata col metodo di Secchi.
Notevole invece dal punto di vista fisico e per le influenze sulla vita, l'esistenza di un sistema di correnti, che mutano a seconda della stagione e che sono certamente influenzate dal meccanismo di apporto e di scarico del bacino lacustre.
L'analisi chimica delle acque mostra un notevole contenuto di silicati e di fosfati in soluzione, una povertà insolita di composti dell'azoto e di cloruri, una spiccata tendenza all'alcalinità e inoltre valori piuttosto alti dell'ossigeno disciolto.
Da questo breve cenno sulle condizioni chimico-fisiche e dai reperti recenti risulta che il quadro biologico è assai caratteristico: fauna planctonica non molto ricca, anche se varia e interessante, rappresentata da individui vegetali e animali soliti di questo habitat; scarsa la fauna e flora di sponda e quasi nulla quella di fondo. La fauna ittica è piuttosto abbondante e costituita essenzialmente da siluridi e baibi, in parte pescati a scopo alimentare. Tra i rettili, piuttosto scarsi, si riscontrano sulle rive dei varanus e qualche pitone; il coccodrillo, abbastanza comune nell'emissario (Nilo Azzurro) sembra non si spinga nelle acque del lago. La fauna ornitologica è composta in prevalenza da ploti, cormorani, oche speronate tra i palmipedi, e da aironi e gru coronate di varie specie, e tra i rapaci dall'aquila pescatrice a testa bianca. Tra i mammiferi, gli ippopotami, ancora in discreta quantità nel Nilo, sono ridotti a rari esemplari nel lago.
Le rive sono quasi dappertutto accessibili, anche se non di comodo approdo e in vicinanza dei centri più importanti si hanno veri e proprî porticciuoli per le fragili imbarcazioni (tanque) indigene, fatte di fusti di papiro, con le quali però viene esercitato un discreto commercio tra i principali centri, che sono: Bahar Dar Ghiorghis, Zeghiè (caffè) e Quorata (mercato abbastanza frequentato) nella parte meridionale; Conzelà, Gorgorà, ecc. a nord dell'arcipelago Dech-Dagà. Questi sono i centri più importanti di sponda, giacché a una certa distanza si hanno tutt'intorno villaggi abbastanza numerosi e importanti.
Oltre ai lavori eseguiti da studiosi e tecnici del governo anglo-egiziano, si sono svolti nel 1933 quelli di studiosi americani e nel 1937 quelli, già ricordati, della Missione Dainelli.
Bibl.: G. W. Grabham, e R.P. Black, Report on the Mission to Lake Tana, Cairo 1925; B. Gentilini, Il regime idraulico del Lago Tana, in Annali dei Lavori Pubblici, 1935; G. De Marchi, Il Lago Tana e le sue possibilità di sfruttamento, Milano 1936; R. Accademia d'Italia-Centro studî Africa Orientale Italiana (G. Dainelli, E. Minucci, G. Bini, G. Morandini, R. Pichi-Sermolli, L. Cipriani, P. F. Nistri, L.V. Grottanelli), La Missione al Lago Tana, Relazioni preliminari, Roma 1938.