TANCHELMO (Tanchelijn)
Fu a capo di una di quelle sette di fanatici che nei primi decennî del sec. XII tennero agitate le regioni dei Paesi Bassi; con i suoi seguaci percorse in processione dal 1115 al 1124 i Paesi Bassi, predicando la ribellione, il disprezzo delle chiese e degli ecclesiastici, e grazie all'avversione che sentiva il popolo per il clero scostumato, poté acquistarsi credito e stima in Anversa. Imprigionato a Colonia dopo un suo viaggio a Roma, riuscì a fuggire, andò vagando per Bruges e Anversa, finché fu ucciso da un ecclesiastico nel 1124 o nel 1125.
Era giunto a proclamarsi figlio di Dio, rivestito della pienezza dello Spirito Santo e sposo di Maria Vergine; organizzò corteggi magnifici e feste grandiose, mentre proclamava che le chiese erano luoghi infami, la gerarchia non aveva autorità e il valore dei sacramenti dipendeva dalla santità di chi li conferiva. Contro di lui e dei suoi seguaci superstiti predicò specialmente san Norberto e in breve la setta scomparve. T. è noto soprattutto per una lettera che la chiesa di Utrecht scrisse a Federico di Colonia.
Bibl.: I. Döllinger, Beiträge zur Sectengeschicte des Mittelalters, I, Monaco 1890, pp. 104-110; G. Hergenröther, Storia universale della Chiesa, trad. it., IV, Firenze 1905, p. 231 segg.