TANG-I SARVAK
Località montuosa del Khuzistan nella Persia sud-orientale dove venivano incoronati i re dell'Elimais, vassalli dei sovrani Arsàcidi. La località era verisimilmente consacrata a Bel. In fondo ad una gola rocciosa si trovano quattro grandi macigni, sulle pareti dei quali fu scolpita una serie di bassorilievi a carattere religioso ed aulico. Si tratta del più monumentale complesso di sculture rupestri parthiche giunto fino a noi (v. parthica, arte).
Le scene sono state molto rovinate dall'azione degli agenti atmosferici, ma erano già in origine realizzate con una tecnica grossolana ed un rilievo piatto e approssimativo. I temi sono quelli classici dell'arte ufficiale arsàcide e si raggruppano intorno ai motivi dell'offerta rituale, della investitura divina del sovrano, del banchetto sacro, dell'ossequio cortigiano, della caccia e del duello a cavallo. Tali soggetti verranno poi ripresi, con ben altra perizia tecnica, dall'arte imperiale sassanide (v.). Le varie scene sono così suddivise: primo macigno: parete S: due personaggi indecifrabili, in piedi; parete E: un personaggio semi-sdraiato su un letto. Secondo macigno: parete O: tre registri mostrano, dall'alto in basso: a) un re assiso su un trono affiancato da vari personaggi in piedi. b) Quattro personaggi in piedi, vicini ad un cavaliere che carica un leone. c) Un uomo in lotta con un leone. Spigolo N-O: un sacerdote in piedi, presso un altare del fuoco elevato sopra tre scalini. Parete N: due registri mostrano dall'alto in basso: a) un personaggio semisdraiato su un letto con una corona levata nella mano destra; alla sua sinistra tre soldati in piedi, armati con lancia. b) Tre figure indecifrabili. Terzo macigno: nella parete S è scolpito un cavaliere parthico. Quarto macigno (ad oltre un chilometro e mezzo di distanza dai precedenti): mostra scene religiose, con piccole figure ai lati di un altare del fuoco.
I personaggi che compongono le varie scene sono posti solo esteriormente l'uno accanto all'altro. Essi appaiono isolati entro una rigida ed assoluta frontalità. Manca completamente una loro partecipazione effettiva allo svolgimento drammatico dell'azione che rimane pertanto solo suggerita concettualmente. Oltre alla frontalità, caratteristiche comuni sono la bidimensionalità e la ripetizione ritmica dei gesti. I cavalli sono rappresentati nell'antico galoppo assiro-achemènide, con le zampe posteriori appoggiate a terra e le anteriori in movimento.
La data, ricavabile da elementi epigrafici e stilistici, dovrebbe oscillare tra la metà e la fine del II sec. d. C. Ciò anche se, verosimilmente, non tutti i rilievi furono scolpiti contemporaneamente.
Bibl.: E. Herzfeld, Am Tor von Asien, Berlino 1920; A. Stein, Old Routes of western Iran, Londra 1940, pp. 103-113; Fr. Altheim-R. Stiehl, Die Inschriften von Tangi-Sarvak, in Asien und Rom, Neue Urkunden aus Sassanidischer Frühzeit, Tubinga 1942, pp. 30-34; H. Henning, The Monuments and Inscriptions of Tang-i Sarvak, in Asia Maior, N. S., 1952, pp. 151-178; L. Vanden Berghe, Archéologie de l'Iran ancien, Leida 1959, pp. 59-60.