tangente
tangente termine usato in matematica con significati diversi.
☐ In geometria, la tangente a una curva è una retta che interseca la curva in un punto in cui vengono a coincidere almeno due intersezioni. La tangente t a una curva γ, in un suo punto P, è la posizione limite che assume una retta secante r passante per P e per un altro punto Q della curva, al tendere di Q a P. Nel caso particolare della circonferenza, la sua tangente in un punto P è perpendicolare al suo raggio avente un estremo in P. Se la curva è piana e rappresentata in un riferimento cartesiano Oxy, con lo stesso termine tangente è a volte indicato il segmento che ha per estremi il punto di tangenza e il punto in cui la retta tangente in esso interseca l’asse delle ascisse, mentre la proiezione sull’asse delle ascisse di tale segmento è detta sottotangente. Nel caso tridimensionale, le tangenti a una superficie in un suo punto P sono le rette tangenti a una qualsiasi curva della superficie stessa passante per P; esse formano il cono tangente alla superficie in P, che è un piano tangente alla superficie nel caso in cui le tangenti siano complanari (→ superficie).
☐ Dal punto di vista dell’analisi matematica, la tangente a una curva nel piano (o nello spazio) è una retta che ha un contatto del primo ordine con la curva stessa (→ contatto tra due curve), cioè che ha in comune con essa un punto e la sua derivata (rispettivamente, il suo vettore derivato). Nel caso di curva piana, se questa è esprimibile con un’equazione del tipo y = ƒ(x), essendo ƒ una funzione derivabile, la tangente a essa in un suo punto P0(x0, y0) è la retta per P0 avente coefficiente angolare uguale alla derivata della funzione in quel punto. La sua equazione è (y − y0) − ƒ′ (x0)(x − x0) = 0, essendo ƒ′ (x0) la derivata di ƒ calcolata in x0. Corrisponde, quindi, al polinomio di → Taylor di primo grado avente centro nel punto dato x0. Se la curva è scritta nella forma implicita ƒ(x, y) = 0, la tangente ha equazione ƒx(x0, y0)(x − x0) + ƒy(x0, y0)(y − y0) = 0.
In un punto di una curva avente molteplicità s passano, contate con la loro molteplicità, esattamente s tangenti aventi con la curva un contatto di ordine maggiore di s.
Analoghe considerazioni valgono per una curva sghemba. Se la curva è data nella forma parametrica x = x(t), y = y(t), z = z(t), la tangente in corrispondenza del punto t0 ha equazioni parametriche x(τ) = x0 + x′ (t0)τ, y(τ) = y0 + y′ (t0)τ, z(τ) = z0 + z′ (t0)τ. Nell’ordinario spazio tridimensionale la tangente a una superficie S in un suo punto P0(x0, y0, z0) è qualsiasi retta tangente a una linea regolare passante per P0. Se la superficie è regolare (per esempio di classe C 1), tutte le tangenti giacciono nello stesso piano, detto piano tangente. Esso ha le seguenti equazioni:
• se S è scritta nella forma cartesiana z = ƒ(x, y), il piano ha equazione
• se S è scritta nella forma implicita ƒ(x, y, z) = 0, il piano è dato da
• se S è nella forma parametrica x = x(u, v), y = y(u, v), z = z(u, v), il piano ha equazione
le derivate parziali essendo naturalmente calcolate nel punto di tangenza.
Tra le tangenti a una superficie in un punto (semplice ordinario) ne esistono due (reali, distinte o coincidenti, oppure immaginarie) aventi con essa un contatto almeno del secondo ordine nel punto stesso; tali rette sono dette tangenti asintotiche. Nella involuzione in cui si corrispondono due tangenti che separano armonicamente le tangenti asintotiche (→ rapporto armonico) esistono due rette coniugate ortogonali, dette tangenti principali (bisettrici degli angoli formati dalle tangenti asintotiche); le tangenti principali sono infinite se l’involuzione è circolare (il punto è un → ombelico della superficie).
☐ Per altri significati, si veda → tangente iperbolica, → tangente trigonometrica.
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