TANGERI (XXXIII, p. 230; App. II, 11, p. 942)
La città al censimento dell'aprile 1952 contava 183.000 ab., dei quali 75.000 europei e circa 20.000 israeliti; dal luglio 1956 (v. oltre) è stata integrata nel regno del Marocco, del quale è, dall'agosto 1957, capitale estiva.
Storia. - La visita a T. del sultano del Marocco nel 1947 e le sue dichiarazioni in favore dell'unità dell'Africa settentrionale musulmana erano un chiaro prodromo della serie di fatti che avrebbero portato in pochi anni alla modificazione del regime giuridico della città e della zona circostante. La zona di T. aveva riacquistato, cessata la seconda guerra mondiale e terminata l'occupazione spagnola, il precedente "status" di zona sultaniale di amministrazione internazionale, e con gli accordi anglo-francesi del 1945 si era tornati al regime internazionale vigente per l'innanzi. Questi accordi vennero parzialmente modificati, per essere adattati alle mutate condizioni politiche interne e internazionali, con l'entrata in vigore, nel 1953, di un protocollo sulla riorganizzazione dell'amministrazione internazionale nei varî settori e di una convenzione sulla riforma della giurisdizione internazionale. Tornato Muḥammad ibn Yūsuf (Maometto V) dopo il suo esilio, sul trono marocchino (1955), la sua opera per la completa indipendenza portò nella primavera 1956 ai trattati con la Francia (2 marzo) e con la Spagna (7 aprile), nei quali si sanciva la definitiva cessazione dei rispettivi protettorati e si riconosceva l'indipendenza del Marocco. Unificate le zone francese e spagnola, l'unica zona che ancora restava sottratta alla piena sovranità del sultano era l'"enclave" internazionale di Tangeri, ma ciò doveva essere ormai per poco tempo. Il 5 luglio 1956 venne infatti firmato, tra il Marocco e le potenze facenti parte del Comitato di controllo di T., un protocollo in cui, a seguito della raggiunta indipendenza del Marocco, Francia, S. U. A., Belgio, Spagna, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi e Portogallo si accordavano con il governo marocchino per il trasferimento ad esso dell'amministrazione della zona internazionale; veniva pertanto soppresso l'ufficio di amministratore e nominato un governatore marocchino, sotto la cui direzione furono posti tutti i servizî amministrativi e di polizia generale e speciale. Del vecchio regime restavano ormai soltanto il Comitato di controllo, l'Assemblea legislativa e gli organi giurisdizionali, mentre la sovranità del sultano da formale diventava effettiva. Il governo marocchino, desiderando tuttavia non interrompere bruscamente il regime di particolare favore vigente a T. per le contrattazioni economiche, convocò a Fedala (Casablanca), per l'8 ottobre 1956, una conferenza tra i proprî rappresentanti e i delegati delle potenze "amministratrici" della Zona, per definire di comune accordo la cessazione, anche formale, del regime internazionale tangerino. Durante la conferenza, conclusasi con i Protocolli di T. del 29 ottobre 1956, gli stati rappresentati nel Comitato di controllo riconobbero la completa sovranità del Marocco su T., e l'abolizione del "protettorato". Come contropartita il Marocco garantiva alle potenze ex-amministratrici privilegi e facilitazioni economiche: completa libertà d'iniziativa, assenza di restrizioni ai commerci, libero scambio di merci e monete, nessuna imposta o tassa sul reddito, sugli utili e sulle successioni (unico provento previsto per il M., un diritto doganale del 12,5% ad valorem). Ma questo regime economico speciale è venuto peraltro a cessare il 16 aprile 1960. Di conseguenza molti commercianti hanno abbandonato Tangeri, ma in compenso sono stati creati nuovi impianti industriali (tessili, concerie, ecc.), mentre notevoli introiti reca l'esercizio del porto.
Bibl.: C. Del Castillo, The International experiment of Tangier, Madrid 1949; G. H. Stuart, The international city of Tangier, Stanford 1955.