TANGO
. La danza oggi diffusa in società sotto questo nome è stata dapprima - in aspetti coreici assai più rudi e volgari - popolare nel Messico, nelle Antille e nell'Argentina. Quale di queste regioni abbia dato al tango le prime origini, non è sicuramente provato. L' opinione più diffusa si volge alle genti negre delle Antille; non è mancata, d'altra parte, l'ipotesi d'una derivazione dal tipo originario della sarabanda. In Europa però si ricevette questa danza dall'Argentina, e non la si introdusse in società se non quando, accolta e modificata nel quadro della zarzuela spagnola, dimostrò capacità di atteggiamenti e figure meno triviali.
Così evoluto, il tango fu rapidamente accettato e praticato ovunque, né dal 1911 (dall'anno, cioè, della sua presentazione nelle sale d'Europa) a oggi sembra aver perduto terreno.
L'indole ne è tanto vicina a quella della habanera da assumere anche il ritmo della danza sorella: ritmo binario (misura a 2/4) con la figurazione tipica
che del resto troviamo come figurazione continua o almeno iniziale in molte danze e canzoni iberiche, p. es. nell'entradilla e nel paracalle de gigantones (parte del tamburello) delle Castiglie, nell'aceri dei Baschi, nella rosca del León, nell'espolero d'Aragona. Può interessare, a questo proposito, la presenza di tale figurazione nel canto marocchino (cfr. R. Laparra, Espagne: musique populaire, in A. Lavignac, Encyclopédie de la musique, parte Ia, IV, p. 2365).
Come in molta musica di danza di simile provenienza, nel tango si nota spesso il formarsi di gruppi melodici a terzine, di semiminime, quintine, di crome, ecc., che possono ampliare il respiro della frase pur obbedendo alla battuta rigorosamente scandita dal basso.
Quanto al movimento, esso di solito viene accelerato nell'avvicinarsi alla fine del pezzo. Una brusca strappata, un improvviso "forzando", possono sostituire, come conclusione, la cadenza abituale della musica di scuola. L'esecuzione è affidata, nell'uso tradizionale, a un piccolo insieme: violino (o viola), contrabbasso, chitarra, fisarmonica, bandonium, pianoforte. È ovvia la possibilità di modificazioni: banjo invece di chitarra, violoncello invece di contrabbasso, e d'interventi nuovi: tromba, tamburello basco (che è tipico del tango primitivo), ecc.
Una variante della danza ora illustrata è in uso da qualche anno sotto il nome di tango milonga; le differenze principali sono queste: figurazione ritmica della melodia a sincope interna nel primo quarto
movimento più svelto e battuta in 4/8.
Nessuna relazione esiste tra il tango tradizionale (o milonga) e la danza popolare iberica chiamata ora tango ora jotà, la quale è in ritmo ternario (misura a 3/4) e movimento abbastanza vivo: questa è una sorta di walzer spagnolo, diffuso specialmente nell'Aragona.
Analogie, specialmente di ritmo e di carattere, possono invece ricordare un altro tango iberico e precisamente il tango flamenco, di cui un esemplare granatino offre tra l'altro un singolare avvicendamento di figurazioni: ora quelle del tango classico, ora quelle che si vedono nel milonga.