TANNAITI (aramaico e neoebraico tannā; plurale neoebraico tannā'īm, dalla radice tnj, "ripetere", poi "studiare", "imparare", quindi "studioso", "insegnante")
Denominazione dei dottori ebrei dell'epoca della Mishnāh (v.), ossia dall'inizio del sec. I d. C. all'inizio del sec. III. Loro funzione fu quella dello svolgimento e della trasmissione orale della dottrina tradizionale giudaica, quale si era venuta costituendo nell'epoca postesilica, e particolarmente nelle scuole farisaiche (v. farisei), alle quali i più antichi tannaiti appartengono, e delle quali i successivi sono i continuatori. La sede principale dell'attività dei tannaiti fu dapprima Gerusalemme, fino al 70 d. C., quando, nell'imminenza della caduta di Gerusalemme, l'accademia tannaitica centrale fu trasferita a Jamnia. Altre scuole tannaitiche si ebbero, prima e dopo il 70, in altre località della Giudea, quali Bĕrūr Ḥayil, Lidda, Emrnaus, Bĕnē Bĕraq. Più tardi, prima temporaneamente sotto Traiano, e poi definitivamente sotto Adriano, i Tannaiti dovettero trasferire le loro scuole dalla Giudea in Galilea, dove l'accademia centrale ebbe sede successivamente (l'ordine e la cronologia delle varie sedi sono in parte discutibili), a Ūshā, a Shěfar-‛ām, a Bēt Shě‛ārīm, a Seffori, e finalmente a Tiberiade. Il numero dei Tannaiti conosciuto è di circa 270. Essi sono di solito distinti per generazioni, un po' diversamente ripartite dai varî studiosi (alcuni ne contano cinque generazioni, altri sei). Normalmente erano insigniti del titolo di rabbī; il capo dell'accademia centrale aveva il titolo di rabbān (v. rabbī).
I principali tra essi sono i seguenti: prima generazione: 1° gruppo, Rabbān Gamlī'ēl I; 2° gruppo, Rabbān Shim‛ōn figlio di Gamlī'ēl I, Rabbān Yōḥānān b. Zakkay; seconda generazione: 1° gruppo, Rabbān Gamlī'ēl II figlio di Shim‛ōn, Ělī‛ezer b. Hyrkanos, Yěhōshūa, b. Ḥǎnanyāh, El‛āzār b. ‛Ăzaryāh; 2° gruppo, Yishmā‛ēl b. Ělīsha‛, ‛Ăqībā b. Yōsēf, Ṭarfōn (Trifone), Yōsē ha-Gělīlī; terza generazione: Mē'īr, Shim‛ōn b. Yōḥay, Yōsē b. Ḥǎlaftā, Yēhūdāh b. Il‛ay, Rabbān Shim‛on II figlio di Gamlī'ēl II; quarta generazione: Yěhūdāh ha-Nāsī (v. giuda il santo), Symmachos b. Yōsēf, Nātān ha-Bablī; quinta generazione (discepoli di Yěhūdāh ha-Nāsī, rappresentanti uno stadio di passaggio alla successiva categoria dei dotti designati col nome di Amorei [v. āmōrā]): Gamlī'el III figlio di Yěhūdāh ha-Nāsī, Ḥiyyā.
Fuori di Palestina si ebbero Tannaiti in Babilonia (da ricordarsi particolarmente Yěhūdăh b. Bětērā, a Nisibi, seconda generazione) e a Roma (da ricordarsi particolarmente Mattiyyāh b. Ḥērēsh, pure della seconda generazione).
Talvolta il vocabolo tannā ha nella letteratura tradizionale ebraica un altro significato: designa cioè il ripetitore che nell'epoca successiva conoscendo a memoria gl'insegnamenti dei Tannaiti, che erano trasmessi esclusivamente o prevalentemente per tradizione orale, era pronto a riferirli e a esporli a richiesta dei dottori.
Bibl.: H. L. Strack, Einleitung in Talmud und Midraš, 5a ed., Monaco 1921, pp. 3, 116-17, 119, 135, e la bibliografia ivi citata.