tanto
1. L'aggettivo, pronome e avverbio t. ricorre in tutte le opere di D. con frequenza in probabile relazione con l'innalzarsi dell'enfasi descrittiva. Però, la media di t. è poco maggiore nella Vita Nuova e nelle Rime che nella Commedia e nel Convivio, perché t., che spesso anticipa proposizioni consecutive - la cui frequenza è da ritenersi uno dei tratti sintattici distintivi dello Stil nuovo (cfr. Boyde, Dante's Style in his Lyric Poetry, Oxford 1970, 170-173) e della produzione stilnovistica di D. - è soprattutto nei contesti che sottolineano il carattere eccezionale della pena d'amore e celebrano la ‛ donna ' (Vn XXVI 5 1 Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia... / ch'...; XXVII 4 8-9 tanta dolcezza, che 'l viso ne smore / ... tanta vertute, / che...; XXXI 10 22).
1.1. Di t. nella prolessi consecutiva le attestazioni predantesche si limitano a qualche passo di Guittone (Ben caccio 9; Ahi Deo, che dolorosa 5 " Tant'è fort'e angosciosa, / che... ") e di Chiaro Davanzati (Quando lo mar 27 " Tanto mi par lo dire / ... che di parlare ancora no ridotto ").
1.2. L'uso di t. all'inizio di secondarie con valore causale, ma sostanziali rovesciamenti di proposizioni consecutive, in cui la conseguenza è anteposta e coordinata alla premessa (Rime CVI 112 gitta 'l pasto ver lui, tanto glien cale; Cv I II 8 non è uomo... di sé... giusto misuratore, tanto la propria caritate ne 'nganna; If I 11 Io non so ben ridir... / tant'era pien di sonno: cfr. Pg XVIII 128 e XXVII 51), è attestato nella Commedia (If XXXII 51, XIII 84, XVI 11, XXX 21, Pg XIX 21, XXX 78, Pd XV 141 lo 'mperador Currado / ... mi cinse de la sua milizia, / tanto per bene ovrar li venni in grado; XXI 132, XXVIII 60, XXIX 86), presente nel Fiore e nel Detto, ma assente nella Vita Nuova. Gli esempi predanteschi risalgono a Guittone (Gente noiosa 109 " eo verrò forsennata, / tanto son ben mertata "), con tracce nella canzone del Guinizzelli, formalmente guittoniana-lentiniana, Lo fin pregi' 34 " La sua beltà... / regn'a pregio valente / ...tant'ha vera piagenza ".
1.3. Con frequenza varia nelle singole opere, t. è usato in comparazioni, specialmente in correlazione con ‛ quanto ' (Vn XXII 1 tanta maraviglia quanta... era... Beatrice; nel Convivio 72 attestazioni su 164 complessive di t. sono in questa struttura: v. 4.2.1.), e in modo intensivo, assoluto (in Vn XXXI 10 25 dolce disire / lo giunse di chiamar tanta salute, come in altre attestazioni soprattutto in frase negativa, è implicito un paragone: tanta salute, scil. quanta fu Beatrice, che fu salute " così grande " com'è ovvio dal contesto).
Nella Commedia t. è in prolessi consecutiva in 100 luoghi (If I 7 Tant'è amara che poco è più morte; Pg I 85, Pd XXIX 53, XXXII 134; è ripreso da ‛ sì ' in Pd XXIX 112 tanto sonò... / sì ch'a pugnar ... / de l'Evangelio fero scudo e lance), in correlazione con ‛ quanto ' 58 volte (If XXV 114 tanto allungar quanto accorciavan quelle; Pg XXXII 122, Pd XIV 41, XXXI 136 in dir tanta divizia / quanta ad imaginar), e il valore intensivo di t. si colora di un'enfatica indeterminatezza, suggestiva quanto approssimativa, in 117 luoghi (If I 76 perché ritorni a tanta noia?; II 122, V 64, VII 91, XXX 99, Pg II 111 l'anima mia... è affannata tanto!; Pd I 81, XXII 42, e 151 L'aiuola che ci fa tanto feroci; XXXII 5, 93, 103 e 123, XXXIII 45, e 57 cede la memoria a tanto oltraggio).
2. Di t. a inizio di verso non mancano esempi in Guittone (Gente noiosa 109 e Ahi Deo, che dolorosa 5), nel Davanzati (Quando lo mar 27), nell'incipit del serventese di Ruggieri Apugliese Tant'aggio ardire e conoscenza, oltre che nel Guinizzelli (Ch'eo cor avesse 7), in Lapo Gianni (Nel vostro viso 5; Amor, nova ed antica 23) e in Cino (Signori, i' son 14): ma le analogie più spiccate con la distribuzione di t. nei versi di D. si hanno nel Cavalcanti, in cui, oltre a una frequenza maggiore, si osserva una certa preferenza per talune sedi, particolarmente di fronte a bisillabo o trisillabo finale di verso (Se Mercè fosse amica 9 " con tanta vertute ", e 12-13 " tanta noia / e... tanto danno, / che... ").
Così nella Vita Nuova, su 16 attestazioni di t. in poesia, 11 formano la penultima parola del verso (XIV 12 8, XXIX 10 9; in XXVI 11 5, XXVII 4 9 e XXXI 10 22 t. è attributo di ‛ vertute '; XXVI 13 12, XXXI 13 47, XXXIII 5 8 e 6 12, XXXVIII 9 7) e 3 quella iniziale (XXVII 4 8, XXXIII 5 4; XXVI 5 1 Tanto gentile e tanto onesta pare, con t. iterato, è formalmente e tematicamente simile a Cavalcanti Gli occhi di quella 21 " Ella si vede [cfr. il dantesco pare, v. 1] / tanto gentil, che non pò 'maginare [cfr. v. 11 che 'ntender no la può] / ch' om d'esto mondo l'ardisca mirare [cfr. v. 4 e li occhi no l'ardiscon di guardare] / che non convegna lui tremare in pria "). In rima, in XXII 14 (cfr. Cavalcanti Era in penser 13; Cino Una ricca rocca 10, e Ogn'allegro penser 9).
2.1. Nella Commedia, t. inizia il verso 82 volte (in tal sede anche il provenzale tan, Pg XXVI 140), 17 è in rima (If II 104 quei che t'amò tanto; IV 99, XXIII 65, XXVI 134, Pd I 8, V 14, IX 9 quel ben ch'a ogne cosa è tanto), 108 volte è la penultima parola del verso (cfr. If I 21 tanta pieta, e 76; XII 138 e Pg XV 112 tanta guerra; If V 11, III 47, XXVI 128; XXV 14 tanto superbo; XXXIV 16 e Pg XI 64 tanto avante; Pg XXI 106; Pd III 68 e XXVII 104 tanto lieta; XV 48) e 27 è la seconda parola del verso, dopo monosillabo atono (If XXIV 88 né tante pestilenzie né si ree, Pd XXII 43). In due posizioni tipiche è t. in Pd XVIII 55-56 le sue luci tanto mere, / tanto gioconde.
3. Quale aggettivo, t. è 44 volte nella Vita Nuova, 26 in prolessi consecutiva (anche in due dei tre luoghi in cui t., al plurale, ha valore quantitativo, III 1, IV 2, ma XIV 1) e 15 con valore intensivo, assoluto (II 10 le passioni... di tanta gioventudine; XVI 4, XVIII 8, XXII 10, XXIII 8, XXXI 10 25); è in correlazione con ‛ quanto ' in XXII 1. Nel singolare, t. è attribuito di astratti, tra i quali ‛ sicurtade ', ‛ vertude ', ‛ umiltade ', ‛ dolcezza ', e ‛ dolore '.
3.1. Nelle Rime, su 13 attestazioni dell'aggettivo t., 2 sono al plurale (XCI 71 e Rime dubbie XXVI 10). L'uso assoluto di t. è in LXXX 26, XCVI 27 ove tanta tempesta in me si gira?, XCI 64, Rime dubbie XII 4 e XVIII 10; altrove, t. è in prolessi consecutiva (LXIX 7 ebbi tanto ardir, ch'in la sua cera / guarda', LXV 6).
3.2. Nel Convivio, su 40 attestazioni aggettivali, 14 sono al plurale; nel singolare t. è attributo di astratti, quali ‛ desiderio ', ‛ vertute ', ‛ facundia ', ‛ biltade ', ‛ bestialitad ', oltre che del collettivo ‛ gente ' e, con valore quantitativo, di ‛ tempo ' (II XIV 16 e III V 21) e di ‛ numero ' (III VIII 2 e IV VI 8). Per il valore intensivo, cfr. IV XXVIII 17 in questa tanta vita [" la vita spirituale ", dopo la morte] sia chiamata tua; II XIII 12 in quello tanto [" così sublime "] testo, e IV V 19 tanto cittadino quanto era Catellina). T. è coordinato con ‛ tale ' solo in Cv IV XIX 7 tanti e tali frutti.
È 13 volte in prolessi consecutiva (I I 3, III IV 3 la lingua mia non è di tanta facundia che dire potesse), 9 in correlazione con ‛ quanto ' (II IV 4 tante Intelligenze quanti sono li movimenti del cielo; III V 21, IV XIV 11) e 19 in uso assoluto (III VIII 21, e al § 3 tanto nodo dissodare; IV XXVIII 11; in V 9 Iddio... con tanta prudenza hae ordinato!, si noti l'enfasi della proposizione esclamativa).
3.3. Nella Commedia, t. è aggettivo 107 volte, posposto al sostantivo in If XV 78 il nido di malizia tanta, e Pg XXXI 135, anteposto altrove (e con enjambement in Pg XX 41 tanta / grazia, e Pd XXIX 143) e iterato in Pd XXXII 62 in tanto amore e in tanto diletto (cfr. XIV 94 con tanto lucore e tanto robbi, ove all'aggettivo t. segue l'avverbio omofono). T. è distaccato dal sostantivo in If XVI 54 doglia... / tanta, VII 19 tante... / nove travaglia e pene, e XXIII 97 tanto distilla / ... dolor.
3.3.1. T. precede infinito sostantivato in Pd XXIX 60 a tanto intender presti, e XXXIII 36 dopo tanto veder, " una visione così eccezionale " (ma è pronome o avverbio in X 114 a veder tanto non surse il secondo). La funzione aggettivale, certa in Pd XXIII 53 degna / di tanto grato (" gratitudine "), è probabile in XIII 62 tanto divenendo, ove t. è predicato, come in Pd IX 9, XIV 41, e XXXIII 123 questa... / è tanto, che non basta a dicer ‛ poco '. È complemento predicativo in If III 57 morte tanta [gente] n'avesse disfatta.
3.3.2. Il significato di t., estensivo in If XXXIV 47 grand'ali / quanto si convenia a tanto uccello, è intensivo, ad es., in Pg XVII 61 accordiamo a tanto [perché rivolto da " così nobile " personaggio] invito il piede, e XXVII 121; i due valori si succedono in Pd XXXII 92-93 di tanta ammirazion non mi sospese, / né mi mostrò di Dio tanto sembiante.
3.3.3. Il significato quantitativo è ovvio nel plurale; cfr. If XIII 26 e 137, XXVI 31, Pg II 81 tre volte.., le mani avvinsi, / e tante [" altrettante "] mi tornai con esse al petto (il sostantivo è eliso, come in If XXVI 130 Cinque volte racceso e tante casso), Pd XXIX 103.
3.3.4. T. ha significato restrittivo, " così poco ", in Pg XXVI 8 pur a tanto indizio [il maggior arrossarsi della fiamma, provocato dall'ombra di D.] / vidi molt'ombre... poner mente.
4. T. è pronome di fronte a complemento partitivo, in Rime L 7 i' sento tanto di valore; Cv IV XIX 10 e XXVI 8 tanto di piacere... e... tanto di dilettazione; Pg XXIV 152 tanto di grazia; Pd I 79 (cfr. Pg XV 4) e XXXIII 26 di virtute / tanto.
4.1. Il pronome t. significa " ciò ", " tutto questo ", in If IV 41, e 99 sorrise di tanto; IX 48 tacque a tanto; XV 91 Tanto vogl'io che vi sia manifesto (in senso restrittivo, " solo questo "); XIX 37 e Pg XXVI 96. È prolettico, in If IV 41 sol di tanto offesi / che sanza speme vivemo in disio, Pg XXV 53 e Pd XVIII 13. In Pd I 23 O divina virtù... mi ti presti / tanto che l'ombra del beato regno / ... io manifesti, t. può valere sia come pronome limitativo (" quel tanto sufficiente ") sia come avverbio intensivo-quantitativo (" in misura tale e così copiosa " dietro la memoria non può ire - v. 9 - a ciò che D. ha visto e che significar per verba / non si poria, vv. 70-71).
5. Dell'avverbio t. 26 sono le attestazioni nella Vita Nuova, di cui 18 in prolessi consecutiva (II 2, XX 5 12, XXVI 3 e 5 1; in 8 casi t. precede ‛ che ' con cui forma una sorta di congiunzione: III 1 mi salutoe molto virtuosamente, tanto che me parve... vedere... li termini de la beatitudine; XIII 6, XXXV 1), 4 con funzione intensiva (XXII 10 14, XXXIII 5 8 [il] secol, che t'è già tanto noioso, XXXVIII 3) e 4 in correlazione con ‛ quanto ' (XXI 6, XXIV 4 tanto è quanto dire; IX 1).
5.1. Nelle Rime, l'avverbio t., attestato 5 volte nella canzone CVI, ricorre 40 volte, di cui 24 in prolessi consecutiva (CVI 29, e 124 Tanto... smaga, / che 'l negar... non li pare amaro); è seguito da ‛ che ', in LXXXIII 12 e LXXXVIII 2 bella, / tanto che svegli... Amore, e Rime dubbie XI 7. È in correlazione con ‛ quanto ', in XC 33 e 63, XCI 60, 74 Amor cresce... / tanto quanto il piacer novo s'aggiugne, 75 e 76, CIII 57, CVI 121, Rime dubbie XXVIII 1. L'uso assoluto è in LXVII 13 la morte... che tanto mi dispiace, e LXXXVIII 3; collegata con quest'uso è la relazione di causalità (v. 1.2.), in CVI 112 e Rime dubbie XVI 18 dir non lo poria, tanto m'accora.
5.2. Nel Convivio l'avverbio t. ricorre 116 volte, di cui 31 nella prolessi consecutiva (cfr. III Amor che ne la mente 27, II XII 7 cominciai tanto a sentire de la sua dolcezza, che lo amore cacciava... ogni altro pensiero; IV XXVII 15 tanto è contrario... che nulla è più, è un chiaro esempio di enfasi preteritiva).
5.2.1. Caratteristiche della forma espositiva del Convivio sono le 63 occorrenze della correlazione ‛ t... quanto ': I II 16, V 11, VIII 12; IV XI 2 tanto quanto la cosa è perfetta, tanto è... nobile. È in correlazione con ‛ come ', in III XI 5 tanto vale in greco ‛ philos ' com'è a dire ‛ amore '... ‛ filosofo '... tanto vale a dire quanto ‛ amatore di sapienza '; IV VI 3, 5 e 15.
5.2.2. Tra le 10 occorrenze dell'uso assoluto di t., oltre a III Amor che ne la mente 75, si ricordi III IX 4 e X 4 ma basti qui tanto avere detto, ove t. vale " soltanto, proprio questo ".
5.3. Nella Commedia, t. è avverbio 184 volte (in Pd XXXIII 13 Donna, se' tanto grande e tanto vali, t. determina un aggettivo e un verbo in uno stesso verso), ed è distaccato dall'aggettivo in Pg XXIII 91 Tanto è a Dio più cara, e posposto a esso in Pd XXII 57. In altre posposizioni t. forma avverbio con ‛ che ' (If IV 11 nebulosa / tanto che... / io non vi discernea alcuna cosa; XIV 62, XXIII 65, XXXIII 111, Pg XXVIII 84, Pd I 8, XIX 56 e XXI 30) o correlazione con ‛ quanto ' (If XXVI 134, XXXIV 128 remoto / tanto quanto la tomba si distende, Pg XX 22). Significa " soltanto " (come il latino tantum) in Pd II 67 Se raro e denso ciò facesser tanto (v. Parodi, Lingua 263).
6. Il nesso congiunzionale ‛ t. che ' ha valore consecutivo e temporale insieme, in Cv II III 6, e IV XII 15 va... di casa in casa, tanto che [" finché "] a l'albergo viene; Pg X 86 aspetta / tanto ch'i' torni, XI 71 e Pd XXXI 116; ‛ che ' è distaccato da t. in Pg XXIII 127, Pd IX 86 e XXV 125.
6.1. Anche la correlazione ‛ (in) tanto (in) quanto ' ha valore temporale, in Pg XX 100 tanto... / quanto 'l dì dura; Pd III 124, XXVI 88 e XXIX 7; in II 23 in tanto in quanto un quadrel posa / e vola e da la noce si dischiava, e XXII 109, la rapidità dell'azione è sottolineata dall'hysteron-proteron.
6.2. ‛ In t. che ' ha valore d'immediatezza temporale, in Pg XXXII 140 in tanto / che più tiene un sospir la bocca aperta, " in un tempo così breve che... ".
7. ‛ In tanto ' anticipa una proposizione consecutiva (e qui è notevole il valore puramente rafforzativo della preposizione ‛ in ', che ha invece una sua funzione autonoma nei precedenti esempi, e nel successivo valore causale): Vn V 2 in tanto vi fue posto mente, che...; XXXIX 2, Rime dubbie XV 1 il cor feriste in tanto ... / ch'io non batto vena; Cv II voi che 'ntendendo 44, III I 4, IX 15, IV I 2, Pd XXX 104 (è condizionato dalla sintassi ‛ a tanto ', in Vn XXXVII 1 venni a tanto... che, XLII 1 ov'è preceduto da ‛ infino '); ne anticipa una restrittivo-causale, in correlazione con ‛ (in) quanto ', in Cv II XIII 10, III XV 19, IV Le dolci rime 66, II 15, Pd IV 110 consentevi in tanto in quanto teme; in correlazione con ‛ che ', in Cv IV I 2 comunicano... le loro qualitadi in tanto che... l'una torna... ne la natura de l'altra. V. anche INTANTO.
8. Nel Fiore, su 13 attestazioni dell'aggettivo t., 8 introducono una proposizione consecutiva (LXXIV 9 tanta bellezza / che tutto... alluminava / col su' visaggio, tanto avea chiarezza; CLIV 6, CLXIX 10, CCXXVII 3 ha sofferte pene tante / che dir nol ti poria) e 5 sono in uso assoluto (CLII 5, CLXI 5 mise tanta pena in lui servire, CXC 5, CXCVI 2).
È pronome in CC 1 La Vecchia a tanto [" in seguito a ciò "]... si diparte. Come avverbio, 38 ne sono le occorrenze, nella prolessi consecutiva (CCXXI 9), in correlazione con ‛ quanto ' (CXII 1 Tanto quanto Gesù andò per terra), con valore temporale (CCXXIX 1 Tant'andai, giorno e notte... / che... fu' arrivato; in LXXXII 3 al valore temporale si associano quelli consecutivo e finale), in uso assoluto (XXI 2 quel... fior, che tanto aulia, CLVIII 2) e in paratassi causale (XI 14, LVIII 4 nessun puote aver di lor derrate / ... tanto son villane; LXXIV 9, citato, CXCIII 11).
9. Nel Detto l'aggettivo t. è in tre contesti affini con funzione paratattico-causale (vv. 43 tant'ha in le' piacimento, 176 tant'ha piacent'affare, 186 tant'ha piacente avviso) ed è in due prolessi consecutive (vv. 179 e 211 Tant'è bianca e lattata, / che ma' non fu allattata / nulla di tal valuta), in celebrazioni della ‛ donna '.