tantosto
Avverbio di tempo, di ascendenza francese (cfr. il francese antico tantost), già attestato nei testi del secolo XIII, tanto in poesia (Guittone Se de voi, donna gente 43) quanto in prosa (Schiaffini, Testi 127, 135 e 143; e vedi pure i due passi del Volgarizzamento di Guido delle Colonne e gli altri testi riportati dal Tommaseo (Dizionario, sub v.), e l'esempio della Tavola rifonda, in G. Contini, Letteratura italiana delle origini, Firenze 1970, 286); se ne hanno esempi, posteriormente a D., nel Boccaccio e oltre.
Il termine è attestato, col valore di " subito ", " immediatamente ", in Fiore CLXXXI 2 quand'ella serà rassicurata, / [l'amante] tantosto sì gli de' correre indosso (l'equivalente francese è peraltro assente dai versi corrispondenti del Roman de la Rose, 13792-13804 ediz. Lecoy).
In Pg XXIV 77 ma già non fïa il tornar mio tantosto, / ch'io non sia col voler prima a la riva, tale lezione è preferita dal Petrocchi in quanto " tantosto che... in un contesto siffatto è analogo a tanto tosto che, preferito dalla '21, dal Casella, e ad esso pari nelle testimonianze della lingua antica... e qui nell'enunciato della vulgata seriore; ma con qualche vantaggio di lezione più difficile, stante anche la maggiore possibilità che dal verso con dieresi sopra fia e con tantosto si sia passati al verso con sineresi e con tanto tosto, e non " viceversa " (cfr. ad l.).