TANTUM ERGO
. È l'inizio della quinta strofa dell'inno Pange lingua gloriosi, composto da San Tommaso d'Aquino per l'ufficiatura canonica della festa del Corpus Domini e precisamente per i Vespri. Per il suo valore eucaristico, questa strofa (e la seguente che chiude l'inno) nella quale s'invita il popolo ad adorare un così grande sacramento, viene cantata tutte le volte che si deve impartire la benedizione con il SS. Sacramento, sia chiuso nella pisside, sia esposto nell'ostensorio.
La melodia gregoriana, di terzo modo autentico, è di carattere sillabico e si svolge secondo il ritmo trocaico dell'inno. Il testo di queste due strofe ha goduto di un largo favore e non solo presso i compositori di musica sacra: ne è derivata una copiosa produzione che, cominciando dalle severe forme palestriniane, ha subito poi tutte le varie espressioni stilistiche e formali a seconda dei tempi e delle tendenze a una o più voci: a cappella o con accompagnamento strumentale nelle sue molteplici combinazioni, per soli o per coro. Nel sec. XIX è stato specialmente sensibile l'influsso della musica teatrale e del resto molti compositori di teatro musicarono il testo del Tantum ergo con la loro sensibilità profana.
Fra i più notevoli autori si ricordano: G. C.M. Clari, G. A. Perti, B. Asioli, A. Calegari, p. G. B. Martini, p. St. Mattei, F. Paër, A. Salieri, Fr. Schubert, V. Bellini, G. Rossini, S. Mercadante, A. Bruckner, P. Piel, Th. Pfeiffer, Aug. Wiltberger, L. Bouvin, L. Perosi, R. Casimiri, E. Desderi, G. Bas, L. Refice.