Tanzania
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Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Stato dell'Africa orientale. Al censimento del 2002 la Repubblica di T. (nata nel 1964 dall'unione di Tanganica e Zanzibar) registrava 34.569.232 ab. (37.445.400 ab., secondo una stima del luglio 2006), articolati in circa 120 gruppi etnici, fra i quali Sukuma, Haya, Nyakusa, Nyamwezi e Chaga (oltre un milione di individui ciascuno). La maggior parte dei tanzaniani è di ceppo bantu, mentre di origine nilotica sono altri gruppi, tra i quali i nomadi Masai e Luo, che si trovano in maggior numero nel confinante Stato del Kenya. Ogni gruppo etnico ha una propria lingua, tuttavia le lingue nazionali sono l'inglese e lo swahili (a base bantu con forti apporti arabi). Nel 1996 l'Assemblea nazionale si è trasferita nella capitale ufficiale Dodoma (149.180 ab. al censimento del 2002), ma molti enti governativi sono rimasti nella vecchia capitale Dār es-Salāām.
La T. è uno dei Paesi più poveri del mondo e nel 2004 si collocava al 162° posto nella graduatoria mondiale dell'Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Malgrado nei primi anni del 21° sec. la situazione macroeconomica abbia dato segni di miglioramento (variazione media annua del PIL nel periodo 1995-2004: +5,2%; nel 2005: +6,9%), non sono cambiate le condizioni medie di vita dei tanzaniani. L'economia dipende in larga misura dall'agricoltura, che concorre a formare oltre il 43% del prodotto interno lordo, fornisce l'85% delle esportazioni (caffè, tè, cotone, sisal, anacardi, chiodi di garofano, piretro) e impiega l'80% circa della forza lavoro, anche se le condizioni topografiche e climatiche circoscrivono l'area coltivata ad appena il 4% del territorio. I terreni migliori sono destinati alle colture d'esportazione (caffè, cotone), e le isole di Zanzibar e Pemba sono note soprattutto per la produzione di chiodi e olio di garofano. La T. è dotata di un'impressionante biodiversità; circa un quinto della superficie territoriale è dedicato alla protezione della fauna selvatica e precluso all'insediamento umano: dalle vaste pianure del Parco Nazionale di Serengeti a nord, ai santuari di varie specie di primati di Gombe e Mahale a ovest, alle riserve di Ruaha e di Selous a sud (in quest'ultima riserva si calcola che vivano 32.000 elefanti), al lago Manyara che ospita oltre 400 specie di uccelli.
Le principali attività industriali riguardano la lavorazione di prodotti agricoli (zuccherifici), la produzione di merci in sostituzione di prodotti importati (tabacco, carta, tessuti, gomma) e alcune industrie pesanti (cemento, fertilizzanti azotati). Gran parte dell'energia elettrica prodotta è di origine idrica: ciò spiega le ripercussioni negative che ha avuto sull'intero apparato industriale la persistente mancanza di energia elettrica dovuta alla lunga siccità del 2002-03, che ha ridotto al minimo la funzionalità dei bacini idroelettrici. Il sottosuolo racchiude giacimenti di fosfati, carbone, oro e pietre preziose: in particolare questi ultimi due contribuiscono annualmente a formare circa la metà del valore complessivo delle esportazioni. Inoltre il settore minerario, grazie a un sistema fiscale favorevole, è stato oggetto di numerosi investimenti, soprattutto stranieri.
A partire dalla fine degli anni Ottanta del 20° sec. il governo ha promosso una serie di riforme per abolire i controlli statali sull'economia e per incoraggiare una più attiva partecipazione del settore privato, ma tale programma ha incontrato serie difficoltà, in particolare nel settore idrico e dei trasporti, soprattutto a causa delle diffusa corruzione. La T. ha un bilancio commerciale cronicamente passivo e ha avuto un elevato livello di indebitamento con l'estero fino al 2005, anno in cui il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale hanno cancellato il debito estero del Paese (il pagamento degli interessi sul debito assorbiva circa il 40% delle spese governative). L'economia rimane comunque dipendente dall'aiuto elargito da donatori bilaterali e da istituzioni finanziarie internazionali, che contribuiscono ad alleviare la povertà e ad ammodernare le antiquate infrastrutture economiche. Il turismo, in costante espansione (i visitatori sono passati da 153.000 nel 1990 a 750.000 nel 2005), è divenuto il settore più dinamico dell'economia.
Storia
di Emma Ansovini
All'inizio del 21° sec. la T. era caratterizzata da un'economia debole, per la scarsità delle materie prime, la larga predominanza di un settore agricolo relativamente arretrato e un'accentuata dipendenza dagli aiuti esteri; e questo nonostante l'impulso allo sviluppo impresso dalle misure liberalizzatici varate, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, dal presidente B.W. Mkapa (eletto nel 1995), che avevano ottenuto la fiducia degli organismi internazionali e degli investitori stranieri. Sotto il profilo politico, gli inizi del nuovo secolo vedevano, dopo una fase conflittuale, allentarsi la tensione interna determinata dalle tendenze separatiste dell'arcipelago di Zanzibar (costituente un'unità amministrativa autonoma, dotata di un presidente e di un Parlamento propri); tuttavia il processo di democratizzazione sembrava ancora soffrire della netta predominanza del Chama Cha Mapinduzi (CCM, Partito per la rivoluzione, l'ex partito unico fondato da J.K. Nyerere, presidente della T. fino al 1985), che pure era riuscito a gestire in modo non traumatico il passaggio al multipartitismo (1992-1995).
Nel 1999, dopo la morte di Nyerere, che nonostante il suo ritiro dalla vita politica aveva continuato a rappresentare un elemento di stabilità anche nei rapporti tra la parte continentale del Paese e Zanzibar, si accese drammatica la discussione sul grado di autonomia dell'arcipelago e più in generale sulla forma istituzionale dello Stato. Questo tema caratterizzò le elezioni presidenziali e parlamentari dell'ottobre 2000, ma l'esito delle consultazioni, nettamente favorevole al partito di governo, fu contestato dal Civic United Front (CUF), il principale partito di opposizione (radicato soprattutto a Zanzibar, per cui chiedeva maggiore autonomia), che accusò il governo di brogli e non accettò il responso delle urne. Le consultazioni avevano assegnato la vittoria a Mkapa per la presidenza della T. e ad A.A. Karume per quella di Zanzibar, rispettivamente con il 71,7% e il 67% dei voti, mentre i due candidati del CUF, I.H. Lipumba e S.S. Hamad, avevano conquistato il 16,3% e il 33%; il CCM aveva ottenuto nel Parlamento della T. 202 seggi sui 232 elettivi e in quello di Zanzibar 34 sui 50 elettivi, mentre il CUF ne aveva conquistati solo 17 e 16. L'immediata denuncia da parte delle opposizioni di brogli nelle operazioni elettorali svoltesi nell'arcipelago e la conferma di scorrettezze venuta dagli osservatori internazionali costringevano il governo ad ammettere le irregolarità. Incidenti e attentati sanguinosi sembrarono precipitare il Paese sull'orlo della crisi, ma nell'ottobre 2001 il CCM e il CUF trovarono un accordo, che prevedeva emendamenti alla Costituzione di Zanzibar volti a garantire maggiore trasparenza al processo elettorale e più ampia agibilità politica alle opposizioni.
Le elezioni del 2005 furono precedute da una ripresa dei contrasti politici sulla posizione di Zanzibar all'interno dello Stato federato; a tali tensioni contribuì il crescente attivismo nell'arcipelago di gruppi islamici radicali che rivendicavano un maggior ruolo politico per la comunità musulmana, in contrasto con le sue rappresentanze istituzionali. Le elezioni si svolsero comunque, in ottobre a Zanzibar e in dicembre in T., in un clima di tranquillità e, nonostante qualche incidente, nel sostanziale rispetto delle regole. Esse segnarono un nuovo successo del CCM, con l'elezione alla presidenza della T. (con l'80,3%) di J.M. Kikwete, già a lungo ministro degli Esteri, e la conferma a Zanzibar di Karume (53,2%); nei due Parlamenti il CCM ottenne rispettivamente 206 e 31 seggi. Il CUF vide d'altra parte confermato il suo ruolo di maggior partito di opposizione: nelle due elezioni presidenziali ottenne (attraverso i suoi candidati, ancora una volta Lipumba e Hamad) l'11,7% e il 46,1%, e in quelle parlamentari 19 e 18 rappresentanti. Kikwete confermò le scelte del suo predecessore, sia nella politica interna sia in quella estera e ribadì l'urgenza di una soluzione per Zanzibar. In questo ambito i primi anni del secolo avevano visto rafforzarsi le intese a livello regionale con Kenya e Uganda, che si concretizzarono nel marzo 2004 in un protocollo per la formazione di un'unione doganale e l'eliminazione dei dazi sulla maggior parte dei beni scambiati dai tre Paesi.