taoismo
La sapienza che ha influenzato tutta la cultura cinese
Il taoismo è l’antichissima tradizione filosofico-religiosa della Cina. Esso ha avuto storicamente due volti: uno segreto, poiché la conoscenza era trasmessa dal maestro a pochi discepoli, e uno religioso, aperto alla venerazione di tutti, con culti popolari e templi diffusi in tutto il paese. Il taoismo ha influenzato grandemente l’arte e la letteratura della Cina antica
Secondo la leggenda, un maestro chiamato Lao Zi («Vecchio Signore» o anche «Vecchio Bambino»), vissuto probabilmente all’inizio del 4° secolo a.C., avrebbe per primo dettato l’insegnamento taoista, facendo comporre il Daodejing, («Libro del dao e della sua potenza») fondamento di tutto il sapere taoista successivo.
Base della sapienza taoista è il dao (anticamente trascritto tao). Questo termine, che significa «via» (e quindi la via per eccellenza, cioè la legge dell’universo, l’ordine del mondo), fu usato da tutte le scuole di pensiero diffuse in Cina tra il 5° e il 3° secolo a.C., ma solo nel taoismo esso indica il principio assoluto da cui hanno origine tutte le cose. Il dao è di per sé indefinibile con parole umane: ecco perché, nel primo capitolo del Daodejing, è detto: «Il dao di cui si può parlare non è il dao eterno».
Non possiamo definire l’assoluto: facendolo lo limiteremmo, e allora non sarebbe più l’assoluto, perché il linguaggio non è capace di rendere con parole umane tale realtà. Anche secondo la religione cristiana non esistono parole capaci di esprimere l’assoluta infinità di Dio. Nel taoismo, però, manca il nostro concetto di Dio come Padre: il dao non è un essere divino, ma un principio assoluto impersonale. È nello stesso tempo padre e madre: infatti, è visto anche come radice di tutte le cose, come «Madre dei diecimila esseri».
Il legame di ogni essere con questo principio fa sì che esso sia anche «la cosa più vicina», l’eternità nascosta nel cuore, che il taoista cerca di ritrovare in sé. Se vi riuscirà, realizzerà «il ritorno alla radice»: egli si identificherà con il dao, e da quel momento niente al mondo avrà più influenza su di lui. Sarà lui, anzi, a influenzare il mondo, senza avere bisogno di agire in alcun modo: essendosi identificato con il dao, anche la morte non avrà su di lui alcun potere reale.
Per realizzare l’identificazione con il dao è necessario eliminare una serie di elementi negativi: le passioni individuali – che ci portano a essere schiavi dei nostri desideri – e le regole e convenzioni sociali, che cambiano continuamente a seconda delle epoche. Persino le norme morali elaborate da Confucio sono considerate dai taoisti come segno di decadenza: se il mondo seguisse il dao, ci sarebbe forse bisogno di predicare benevolenza e giustizia, come fanno i confuciani?
Nella Cina antica le pratiche per realizzare l’unione con il dao si basavano sulla meditazione, sulla recitazione di formule sacre e anche sulla visualizzazione. L’energia del dao nel mondo, detta qi, circola continuamente sia in Cielo sia sulla Terra e all’interno del corpo umano; si insegnava pertanto a visualizzare tale energia, e farla scorrere correttamente dentro di sé, attraverso esercizi basati sulla respirazione, un po’ come nelle pratiche yoga.
L’aspetto popolare del taoismo, quello aperto a tutti, si espresse nei numerosi luoghi di culto assai frequentati e nella formazione di varie scuole taoiste. Con l’arrivo del buddhismo (Buddha e il buddismo) in Cina sorsero contrasti tra le due tradizioni, ma anche reciproca influenza: per la prima volta una delle più importanti scuole taoiste accettò che i taoisti seguissero il celibato, come i monaci buddisti e i sacerdoti cattolici.
In ogni città o villaggio della Cina antica ci fu così una doppia struttura sociale: da un lato l’edificio amministrativo, che rappresentava l’autorità dell’imperatore, con i suoi funzionari confuciani; dall’altro, il tempio taoista, costruito con i soldi della comunità, con i suoi monaci che svolgevano i riti. Mentre la dottrina taoista era trasmessa dal maestro al discepolo in segreto, il popolo intero poteva accedere ai riti pubblici e venerare le immagini sacre che rappresentavano l’energia del dao.
L’eredità del pensiero taoista è molto ricca. Esso ha influenzato soprattutto le cosiddette arti del pennello: calligrafia, pittura, poesia. Oggi il taoismo esiste ancora, sia nella Repubblica popolare cinese sia a Taiwan, ma certo senza la diffusione di un tempo.