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tapino

di Luigi Blasucci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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tapino

Luigi Blasucci

Il vocabolo è presente due volte nell'Inferno con valore sostantivale: in XXIV 11 esso è riferito al villanello indigente che pensando di non poter condurre fuori il suo gregge a causa della neve, ritorna in casa, e qua e là si lagna, / come 'l tapin che non sa che si faccia; in XXX 91 t. è adoperato per designare due dannati nelle parole di D. personaggio: Chi son li due tapini / che fumman come man bagnate 'l verno...? In entrambi i casi è implicita nel termine un'idea di commiserazione: " misero ", " infelice ", " tribolato ".

Come aggettivo t. s'incontra due volte nel Fiore. In CXXXII 4 e dimandò qual'era la cagione / ch'egli andavan sì matti e sì tapini, la coppia è spiegata con " umili e dimessi " (Petronio): dove t. è da considerarsi comunque un termine usuale per qualificare la condizione del mendicante (da cui l'antico ‛ tapinare ', " andar mendicando "; cfr. il tapinando di Fiore LXXXIX 6 e il tapinatori di CXXXIV 14, per l'appunto riferito ai due pellegrini di CXXXII: ma c'è chi spiega i due termini con " ingannando " e " ingannatori "). In CLXXXI 3 Lassa tapina, ben mi posso / chiamar dolente, l'aggettivo è incluso in una formula commiseratoria attestata nella letteratura del tempo (cfr. Rinaldo d'Aquino Già mai non mi conforto 31; Odo delle Colonne Oi lassa, 'namorata 13).

Vocabolario
tapino
tapino agg. e s. m. (f. -a) [forse dal fr. ant. tapi, part. pass. di (se) tapir «nascondersi stando rannicchiato», voce di origine germ.], letter. – Misero, infelice: un essere umile e t.; gente t.; condurre vita t.; che voi del suo essilio...
tapinare
tapinare v. intr. [der. di tapino] (aus. avere), letter. – Vivere miseramente, condurre vita tapina: passati sono omai quattordici anni che io sono andato tapinando per lo mondo (Boccaccio); in ogni parte Siam poi giti del mondo tapinando...
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