TARASIO patriarca di Costantinopoli, santo
Figlio del patrizio e prefetto Giorgio, alla morte del patriarca Paolo IV, T., per quanto laico e funzionario imperiale, fu eletto e consacrato patriarca (25 dicembre 784) probabilmente in vista dei suoi sentimenti notoriamente favorevoli al culto delle immagini. E infatti la politica iconofila perseguita da T. in stretta unione con l'imperatrice Irene - reggente per suo figlio Costantino VI - rappresenta la nota più importante del suo governo e culmina nella condanna dell'iconoclastia formulata dal II concilio di Nicea, settimo ecumenico, riunito da T. nel 787. T. riannoda inoltre regolari rapporti con Roma, sottopone la sua elezione alla conferma di papa Adriano I riconoscendo in S. Pietro "il capo supremo degli Apostoli" e nel pontefice romano "l'erede della sua cattedra". Adriano lo conferma non senza notare l'irregolarità canonica della sua elezione. Questo fatto, l'opposizione iconoclastica tutt'ora vivace, la reazione dei monaci studiti ortodossi (specialmente di Teodoro studita) di fronte alla debolezza mostrata da T. nel riconciliare i vescovi simoniaci e in occasione del ripudio, da parte dell'imperatore Costantino VI, della sua legittima moglie Maria, resero per il resto incerto e turbato da lotte il patriarcato di Tarasio. Morì il 25 febbraio 806. Di lui ci sono rimaste una lettera a papa Adriano I sulla simonia e una enciclica al clero siciliano contenente nove proposizioni canoniche.
Bibl.: Ignazio diacono, Vita Tarasii, ed. I. Heikel, Helsingfors 1889; J. Pargoire, L'église byzantine, Parigi 1905, passim.