tardi (tardo)
Come il latino tarde, ‛ tardi ' vale anzitutto " lentamente ": Cv III II 3 Amore... non è altro che unimento spirituale de l'anima e de la cosa amata; nel quale unimento di propia sua natura l'anima corre tosto o tardi, secondo che è libera o impedita (D. stesso ne chiarisce il significato esatto al § 8); Pg XI 108 [il] cerchio che più tardi in cielo è torto, ossia il cielo Stellato (cfr. Cv II XIV 11); XXIX 59 [i sette candelabri] si movieno incontr'a noi sì tardi, / che foran vinte da novelle spose.
Ma tarde valeva anche " a ora inoltrata ", " in là col tempo ", significati che ‛ tardi ' ha in Cv IV XIV 8 quanto li uomini smemorati più fossero, più tosto sarebbero nobili; e per contrario, quanto con più buona memoria, tanto più tardi nobili si farebbero; If II 80 tanto m'aggrada il tuo comandamento, / che l'ubidir, se già fosse, m'è tardi; XVI 54 doglia / la vostra condizion dentro mi fisse, / tanto che tardi tutta si dispoglia; Pg VI 130 Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca / per non venir sanza consiglio a l'arco.
Nelle altre occorrenze, invece, ‛ tardi ' significa " dopo il tempo conveniente e opportuno ". Siffatta sfumatura si palesa ora per la presenza di un altro avverbio, come in Rime LXXV 8 'l fuggire el mal boccone / sarebbe oramai tardi a ricomprarne, ora per il fatto che t. si trova in proposizione consecutiva: Rime XCV 11 Giovane donna... / talor per gli occhi sì a dentro è gita, / che tardi poi è stata la partita; If II 65 temo che non sia già sì smarrito, / ch'io mi sia tardi al soccorso levata. Si notino a questo proposito, anche per l'identico giro di frase che presentano, i seguenti passi del Purgatorio: VII 96 Rodolfo... potea / sanar le piaghe c'hanno Italia morta, / sì che tardi per altri si ricrea; XIV 95 dentro a questi termini è ripieno / di venenosi sterpi, sì che tardi / per coltivare omai verrebber meno. Altre volte, invece, la sfumatura risulta solo dal contesto: If I 70 Nacqui sub Tulio, ancor che fosse tardi; XX 120 Asdente / ... avere inteso al cuoio e a lo spago ora vorrebbe, ma tardi si pente; Pg VII 27; Fiore CXLIX 9 Ma quand'i' me n'avvidi, egli era tardi.
La forma ‛ tardo ' ricorre solo nella Commedia (cinque occorrenze, di cui quattro per motivi di rima). In tutti i casi ‛ tardo ' vale " in là col tempo ": If XXVII 22 perch'io sia giunto forse alquanto tardo, / non t'incresca restare a parlar meco; Pg XVI 122 Ben v'èn tre vecchi ancora... e par lor tardo / che Dio a miglior vita li ripogna; Pd X 135 Questi... / è 'l lume d'uno spirto che 'n pensieri / gravi a morir li parve venir tardo; XXII 17 La spada di qua sù non taglia in fretta / né tardo, ma' ch'al parer di colui...; XXVI 13 Al suo piacer e tosto e tardo / vegna remedio a li occhi'.