TARNOVO
TĂRNOVO (od. Veliko Tărnovo)
Città della Bulgaria centrosettentrionale, posta sulle estreme propaggini dei Balcani centrali, su tre colline racchiuse da un'ansa del fiume Jantra.Il territorio di T. fu abitato fin dal Paleolitico medio; i Romani fondarono a km 18 dalla città attuale l'importante centro di Nicopolis ad Istrum, circondato da numerosi castella, preposti al controllo delle importanti vie strategiche che attraversavano i Balcani.La città medievale si sviluppò nel sec. 12° dapprima come fortezza della stirpe degli Asenidi (v.), che qui nel 1185 ottennero l'indipendenza, da Bisanzio, del secondo regno di Bulgaria. Successivamente dal sec. 13° al 14°, come capitale del regno bulgaro, T. divenne uno dei centri più significativi della cultura e dell'arte medievale europea; all'epoca dell'impero latino di Costantinopoli, tra il 1204 e il 1261, divenne centro del cristianesimo ortodosso, ospitando, dal 1235 al 1393, una sede patriarcale. Dopo un'interruzione dovuta all'invasione dei Tartari nella seconda metà del sec. 13°, T. ebbe nel 14° la sua ultima fioritura, fino alla distruzione avvenuta nel 1393 a opera dei Turchi. A seguito di tale avvenimento la città perse d'importanza e il suo sviluppo economico, politico e culturale riprese soltanto nel 19° secolo.La T. medievale si trovava nella parte orientale della città attuale: due quartieri circondati da robuste mura e tra loro indipendenti sorsero sui colli di Carevec e di Trapezica; qui vennero edificati i palazzi della corte dello zar e dell'alto clero. La città esterna a questi due quartieri si allungava tra le due colline lungo le rive dello Jantra ed era inserita all'interno di un ulteriore sistema difensivo.Le mura urbiche di Carevec, realizzate in grandi blocchi squadrati che raggiungevano uno spessore di m 2,5 e che racchiudevano una superficie di ha 10 ca., risalgono ai secc. 12° e 13°, ma sono state in gran parte riedificate negli anni Ottanta; esse appaiono come una prosecuzione delle ripide rocce che circondano la collina. L'ingresso principale è costituito da tre porte, poste in sequenza l'una dietro l'altra inframmezzate da una torre di guardia e da un ponte levatoio. A N, S ed E vennero erette tre torri di guardia a pianta quadrata.Il palazzo degli zar, posto al centro della fortificazione - accanto alle rovine di una grande basilica del sec. 6°, conservata a livello delle fondazioni e riportata alla luce negli anni Ottanta -, è un complesso chiuso, costituito da numerosi edifici, esteso per una superficie di m2 6.000, edificato tra la fine del sec. 12° e la metà del 14°, con l'uso di elementi di spoglio di epoca antica, e in seguito progressivamente ampliato. A S della corte interna si trovavano le stanze di rappresentanza e la sala del trono, riccamente decorata di mosaici e sculture, nonché la cappella di palazzo di S. Parasceve (Sveta Petka), a essa collegata, commissionata dello zar Ivan Asen II (1218-1241); si tratta di una chiesa cruciforme, con cupola sostenuta da quattro pilastri, che presenta anch'essa una ricca decorazione comprendente, fra l'altro, capitelli di spoglio provenienti da antichi edifici di Nicopolis ad Istrum.Sulla collina di Carevec sono poste le rovine del palazzo patriarcale, anch'esso ben fortificato, e la cattedrale dell'Ascensione di Cristo, il più grande edificio sacro del secondo regno bulgaro, edificata all'inizio del sec. 13°, ampliata nel 14° e quasi completamente distrutta dopo la conquista turca del 1393. Sulla base dell'originario impianto cruciforme con cupola su quattro pilastri, con tre absidi semicircolari e con doppio nartece, la chiesa è stata ricostruita nel 1980-1981.Le rovine sulla collina di Trapezica, in parte scavate, costituiscono ciò che rimane dell'insediamento dell'alta nobiltà bulgara; qui sono stati finora riportati alla luce i resti di numerosi edifici civili e di diciassette chiese dei secc. 12°-13°, per lo più di piccole dimensioni, a una navata, con copertura a botte e riccamente ornate di affreschi e di mosaici.Il quartiere di Asenova Machala, tra i colli di Carevec e di Trapezica, era il più densamente popolato. Fino al terremoto che devastò la città nel 1913, e che determinò gravissimi danni anche in altri monumenti, vi si trovavano due grandi palazzi dei boiari dei secc. 12° e 13°, andati distrutti.Della struttura originaria della chiesa di S. Demetrio, edificata a partire dal 1185, consacrata nel 1187 e presto divenuta chiesa dell'incoronazione di numerosi zar di Bulgaria, si è conservato soltanto il muro orientale esterno con un'abside semicircolare. La chiesa è stata ricostruita nel 1981 nelle forme originarie di un edificio a cupola, a navata unica, con torre occidentale al di sopra di un nartece voltato, facciate esterne e tamburo articolati da arcate cieche.Si è conservato poco anche della struttura medievale del katholikón della Grande lavra dei Ss. Quaranta Martiri, consacrata nel 1230: si tratta di una basilica su colonne, a tre navate, in origine forse dotata di cupola, con un corpo occidentale a conclusione del nartece, aggiunto un po' più tardi in due fasi costruttive, con funzioni in un primo tempo di esonartece e di mausoleo e poi trasformato, nel sec. 14°, in moschea; nel 1919 l'edificio venne riconvertito in chiesa. Della originaria decorazione pittorica si sono conservati pochi resti nel nartece con scene di calendario, (Tărnovo, Nac. muz. na Kulturata i izkustvoto na Vtorato bălgarskovo carstvo, in deposito temporaneo), mentre degli affreschi del corpo occidentale, databili alla metà del sec. 13°, numerosi frammenti (ciclo della Fonte della Saggezza di Giovanni Crisostomo) sono stati portati alla luce negli anni Settanta e vanno annoverati tra le opere più importanti dell'arte cristiano-ortodossa di quest'epoca nei Balcani (Sofia, Nat. arheologitscheski muz., in deposito temporaneo; Tărnovo, Nac. muz. na Kulturata i izkustvoto na Vtorato bălgarskovo carstvo, in deposito temporaneo).Risale agli inizi del sec. 13° la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, a N-O di Carevec, cattedrale metropolitana all'epoca della dominazione turca e gravemente danneggiata nel terremoto del 1913. La chiesa è stata largamente restaurata nel 1978, nelle forme originarie di un edificio cruciforme a cupola, con quattro colonne isolate, ambiente antistante l'altare, santuario ed esonartece con gallerie a O e a S aggiunte nel sec. 16°; dell'originaria pittura si sono conservati pochi frammenti dal carattere arcaizzante appartenenti a quello che è stato definito come primo stile della scuola di Tărnovo.Il Nac. muz. na Kulturata i izkustvoto na Vtorato bălgarskovo carstvo, possiede opere d'arte e d'arte applicata di epoca medievale.Dei numerosi monasteri dei dintorni di T. se ne sono conservati soltanto diciassette, in gran parte risalenti, nel loro nucleo architettonico, al Tardo Medioevo.
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