TARPEA (Tarpeia)
Secondo la tradizione più antica (Fabio Pitto e in Dionigi d'Alicarnasso, II, 38-40), T., figlia di Spurio Tarpeo, custode della rocca capitolina al tempo dell'assedio posto a Roma dai Sabini di Tito Tazio, s'invaghì delle armille e degli anelli d'oro che i Sabini portavano al braccio sinistro. Chiamato perciò Tazio a un abboccamento, gli offrì di aprirgli la porta della rocca, se i Sabini le avessero dato ciò che portavano al braccio sinistro. Ma i Sabini, entrati nella rocca, scagliarono invece addosso a T. gli scudi, che pure portavano con la sinistra, e l'uccisero. La leggenda subì molte modificazioni (v. anche Livio, I, 11, 6); alcuni collocavano anzi il fatto al tempo dell'assedio gallico. Calpurnio Pisone (in Dionigi, loc. cit.), cui sembrava assurdo che ogni anno i Romani tributassero onore alla tomba di T., se essa fosse stata una traditrice, narrava che essa aveva sì richiesto ai Sabini ciò che essi portavano nel braccio sinistro, ma intendendo gli scudi, per consegnarli disarmati al padre. S'introdusse poi nella leggenda anche un motivo amoroso; T. avrebbe tradito per amore del duce dei nemici, Tazio o il capo dei Galli (v., ad es., Properzio, IV, 4). Il nome e il culto prestato alla sua memoria mostrano che T. era un'antichissima divinità del M. Tarpeo, una delle due cime del Campidoglio; abbassata, come altre divinità, a figura umana, divenne l'eroina della leggenda, della quale è difficile vedere l'origine. Il motivo degli scudi pare derivato dal cumulo di scudi votivi offerti al simulacro della divinità. Lo Schwegler trova qualche relazione fra il tradimento di T., punito con la morte, e la punizione dei delitti di stato che si faceva precipitando i rei dal Saxum Tarpeum. In realtà questa punizione fu in uso dai tempi più antichi fino al sec. I dell'impero per varî delitti, e in particolare per le condanne capitali tribunizie: ma il preteso legame con la leggenda di T. è tutt'altro che sicuro.
Bibl.: H. A. Sanders, The Myth about Tarpeia, in Roman histor. Sources and Institutions, p. i (Univ. of Michigan Studies human. Series, I, New York 1904); S. Reinach, T., in Revue Archéol., 1908, I, p. 42; Cultes, mythes et religions, III, Parigi 1908, p. 223; O. Höfer, in W. H. Roscher, Lexicon der griech. u. röm. Mythol., V, Lipsia 1916-24, col. iii; E. Pais, Storia di Roma, 3a ed., Roma 1926 II, p. 57; A. H. Krappe, Die Sage von T., in Rhein. Museum, LXXVIII (1929), p. 249; Mielentz, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 2332.