Tarzan
Il fantastico re della foresta
Nato nel 1912 dalla fantasia dello scrittore statunitense Edgar Rice Burroughs, Tarzan ha conquistato subito i cuori. Unico bianco in Africa senza abiti né fucile, privo di malizia fino all’ingenuità, il giovane eroe è un vero paladino della natura: se non fosse per esploratori e coloni, egli vivrebbe in perfetta armonia con gli animali liberi e selvaggi assieme ai quali è cresciuto
Re della foresta e delle scimmie, Tarzan debutta nell’ottobre del 1912 sulla rivista All story magazine: il consenso è immediato ed eccezionale.
In un certo senso, il suo autore Edgar Rice Burroughs non crede ai propri occhi: nato nel 1875 a Chicago da un fabbricante di batterie, ha trascorso la giovinezza sperimentando con esiti sempre sfortunati le professioni di soldato, minatore, cowboy, poliziotto ferroviario, venditore e imprenditore.
L’insuccesso è così regolare da fargli contemplare piuttosto seriamente l’idea del suicidio. Ma poi desiste perché, penna alla mano, prima si dedica a romanzi fantascientifici (fantascienza), come Sotto le lune di Marte, pubblicato a puntate nel 1912 e cinque anni dopo edito come romanzo dal titolo Una principessa di Marte, quindi inventa un personaggio davvero speciale.
Aristocratico di natali e selvaggio di formazione, Tarzan è figlio del lord inglese John Clayton Greystoke, il quale è stato abbandonato, assieme alla moglie Alice incinta, sulle coste dell’Africa dall’equipaggio in rivolta della sua nave. La coppia si organizza per sopravvivere in una capanna, ma subisce l’attacco di un gorilla. Salva ma minata dall’incidente, Alice muore un anno dopo aver dato alla luce John junior; qualche mese più tardi anche il marito soccombe a causa dell’assalto del gorilla Kerchak. La vita del piccolo John è salva grazie alla scimmia Khala, che lo adotta per sostituire il proprio cucciolo morto e lo chiama Tarzan, vale a dire «pelle bianca».
Il ragazzo cresce così insieme alle scimmie, imparandone il linguaggio come pure il codice della foresta. Intrepido, libero, agile e vigoroso, sa come sopravvivere a ogni insidia della natura ed è capace di lanciarsi da un albero all’altro con grandi balzi o volando appeso alle liane. Della sua identità e della sua gente d’origine continuerebbe a ignorare tutto, se in circostanze simili a quelle in cui sono finiti in Africa i suoi genitori non vi capitasse anche Jane, fanciulla inglese, assieme a un gruppo di compagni di viaggio. Di qui ha inizio una lunga serie di avventure, narrate da Rice Burroughs in ventotto romanzi, il primo dei quali, uscito nel 1914, si chiamava Tarzan delle scimmie.
Una volta consolidata la popolarità, su Tarzan vennero realizzati diversi e celebri fumetti. Alle strisce giornaliere inaugurate nel 1929 si affiancarono presto le tavole domenicali. A lavorarci intervennero, per menzionarne solo alcuni, autori del calibro di Harold Foster e Burne Hogarth. Assai illustri anche gli autori che s’impegnarono a creare gli albi dell’Uomo scimmia, da Joe Kubert a John Buscema.
Fra cinema e disegni animati, nel tempo sono state realizzate circa quaranta pellicole su Tarzan, incarnato per la prima volta (Tarzan l’uomo scimmia, 1932) dall’ex campione di nuoto Johnny Weissmuller, mentre la sua Jane era la bella Maureen O’Sullivan. Altri Tarzan famosi sono stati Lex Barker e Gordon Scott, mentre la scherzosa risposta italiana giunge nel 1950 con Tototarzan, in cui il grande comico napoletano Totò è diretto da Mario Mattoli.
Nel 1984 Cristopher Lambert è interprete di un Greystoke – La leggenda di Tarzan signore delle scimmie in cui il re della foresta è costretto a fare i conti con i suoi natali aristocratici, nella fredda Inghilterra che considera i suoi amati gorilla trofei o animali da esperimento.
Grazie a Tarzan, fra gli anni Venti e Trenta Burroughs divenne un uomo molto ricco. A seguito del suo successo con Tarzan, riprese la precedente serie ambientata su Marte, incontrando grande fortuna. L’autore fondò una società a proprio nome, con lo scopo di gestire i diritti delle sue opere tanto richieste anche da Hollywood. Quindi entrò in politica, infine si ritirò in California, in un ranch chiamato Tarzana. Alla sua morte, nel 1950, l’ex-giovanotto sfortunato in affari lasciava ai figli un patrimonio di milioni e milioni di dollari.