Pavitt, tassonomia di
Classificazione delle imprese industriali, proposta nel 1984 dall’ingegnere elettronico inglese K. Pavitt (1937-2002) del Science Policy Research Unit (➔ SPRU), con riferimento alle traiettorie tecnologiche (➔ tecnologia, traiettoria di), rilevando le fonti da cui origina la tecnologia in questione, i requisiti specifici richiesti dagli utenti dell’innovazione e i regimi di appropriabilità dell’innovazione.
La tassonomia di P. è applicata anche per classificare i settori industriali a seconda delle caratteristiche dei processi innovativi prevalenti in ciascun settore e individua 4 categorie di imprese/settori. Supplier-dominated, imprese attive in comparti tradizionali (per es. il tessile e l’agricoltura), in cui l’innovazione è di origine esterna all’impresa. Scale-intensive, aziende prevalentemente di grande dimensione, produttrici di materie prime e di beni di consumo durevoli (per es., automobili). Le fonti dell’innovazione sono sia interne sia esterne e il grado di appropriabilità è medio. Specialized suppliers, società di più piccola dimensione, specializzate nel produrre tecnologie utilizzate da altre imprese (macchinari specializzati e strumenti ad alta tecnologia). Il grado di appropriabilità dell’innovazione è alto, per la natura stessa della conoscenza necessaria allo sviluppo di tali tecnologie. Science-based, ditte ad alta tecnologia, che attingono a ricerca e sviluppo di fonte sia interna sia universitaria, in settori quali la farmaceutica o l’elettronica o l’ICT (➔). Tali imprese/settori sviluppano le innovazioni di prodotto e di processo (➔ innovazione) di maggiore valore e godono di alto grado di appropriabilità.