Tatto
Il tatto (dal latino tactus, derivato di tangere, "toccare") è il senso specifico grazie al quale è possibile il riconoscimento di alcuni caratteri fisici, come per es. durezza, forma ecc., degli oggetti che vengono in contatto con la superficie esterna del corpo umano, comprimendola localmente e, seppure in misura minima, deformandola temporaneamente.
Organi elementari del tatto sono i recettori (v.) tattili: tali recettori sono distribuiti in tutto l'ambito cutaneo e nelle mucose delle cavità che comunicano con l'esterno, ma la loro densità presenta delle differenze topografiche (v. oltre). Le fibre della sensibilità tattile costituiscono due sistemi diversi. Il sistema lemniscale trasporta fibre della sensibilità tattile localizzativa discriminativa, pressoria, cinestesica, stereognosica e vibratoria; tali fibre decorrono a livello dei cordoni posteriori del midollo spinale e giungono a livello dei nuclei talamici ventrobasali, dove avviene un'elaborazione degli stimoli trasmessa in seguito alle aree somatiche corticali. L'altro sistema trasporta parte della sensibilità tattile superficiale, la sensibilità dolorifica e quella termica: decorre nei cordoni anteriori del midollo spinale e giunge ai nuclei talamici. A livello talamocorticale le due componenti, almeno parzialmente, si fondono generando la possibilità di una sinergia fra questi due sistemi. Nell'ambito della funzione tattile, come negli altri campi della neurofisiologia, l'acquisizione di sofisticati mezzi d'indagine (come la microneurofotografia ampiamente utilizzata da A.B. Vallbo e da R.S. Johansson) ha dato nuovo impulso alla sperimentazione, che, pur mantenendo saldi i rapporti con la neuroanatomia e senza per questo limitare l'indagine alla morfologia, ha decisamente spostato i propri interessi agli aspetti funzionali, ai rapporti tra strutture di ogni ordine, grado e funzione, all'interpretazione delle loro eventuali variazioni, con risultati particolarmente significativi i quali consentono una migliore integrazione tra pensiero neurofisiologico e pensiero psicofisico. Fra le ricerche più rilevanti sul tatto vanno citate quelle relative ai corpuscoli tattili, correntemente indicati con il nome dei ricercatori (F. Pacini, G. Meissner, F.S. Merkel, A. Ruffini, V. Mazzoni) che li hanno scoperti nel corso della seconda metà del 19° secolo. Queste ricerche, con l'individuazione in ciascun organulo degli elementi della loro specifica attività, con l'ovvia distinzione dagli elementi espletanti semplici funzioni di protezione e di sostegno, hanno fornito una chiara immagine, strutturale e funzionale, dell'unità sensoria tattile (o, più semplicemente, dell'unità tattile). L'unità tattile è costituita da una cellula nervosa che, con una sua porzione particolare (recettore o meglio, meccanocettore) di forma varia (compatta, espansa in ramificazioni, attorcigliata ecc.), è in rapporto con un tessuto, nel più frequente dei casi con lo strato malpighiano della cute, da cui riceve stimoli meccanici che trasforma in segnali elettrici, dei quali la cellula, tramite il suo cilindrasse, inizia l'avviamento ai livelli encefalici. Di questo trasferimento la prima tappa è rappresentata dal rapporto che il prolungamento del cilindrasse, ormai divenuto fibra mielinica, stabilirà con il ganglio della corrispondente radice spinale posteriore, contraendo un'ampia articolazione sinaptica con un suo neurone. Questo neurone a sua volta, con il proprio cilindrasse divenuto ovviamente fibra mielinica, si affiancherà a uno dei funicoli posteriori che risalgono il midollo spinale per raggiungere il ganglio di Goll e Burdach, che con i suoi neuroni determina il trasferimento dei messaggi delle varie attività sensitive nei corrispondenti fasci encefalici. Questi, per via della loro decussazione, determineranno il trasferimento dei suddetti messaggi nell'emisfero cerebrale del lato opposto a quello in cui è avvenuta la stimolazione a livello somatico. Il nucleo ventrale posterolaterale del talamo sarà la sede in cui perverranno le attivazioni tattili e da cui saranno proiettate nella specifica area della corteccia cerebrale.
Grazie a progressi tecnologici, che consentono di osservare e di registrare nell'organismo vivente il comportamento funzionale di un singolo neurone o di una singola fibra nervosa, come testimoniano le citate indagini di Vallbo e di Johansson, è stata fatta una prima classificazione dei differenti tipi di unità tattili, imperniata sulla modalità del loro adattamento alla stimolazione. Oggi in queste unità, a seconda della prontezza (F, fast) o della lentezza (S, slowly) all'adattamento (A, adapting) alla stimolazione, si distinguono due grandi raggruppamenti (FA e SA) che diventano quattro (FAI e SAI, FAII e SAII) per le differenze fra gli elementi dei primi due. Il gruppo FAI comprende i corpuscoli di Meissner; il gruppo SAI i corpuscoli di Merkel; il gruppo FAII i corpuscoli di Pacini e i corpuscoli di Golgi e Mazzoni; il gruppo SAII i corpuscoli di Ruffini. I corpuscoli di Meissner e i corpuscoli di Merkel hanno in comune la proprietà di essere connessi con un campo reattivo particolarmente ristretto che ha limiti ben definiti: da ciò deriva la loro capacità sia di localizzare correttamente gli stimoli sia di riconoscere, mediante la palpazione, alcune caratteristiche di un qualsiasi materiale solido. I corpuscoli di Meissner rispondono esclusivamente a stimoli in movimento, a condizione che la deformazione della cute cada nell'immediatezza del recettore. I corpuscoli di Merkel, localizzati nel tratto basale dell'epidermide, hanno un'elevata sensibilità alle variazioni dinamiche ma, a differenza dei precedenti, rispondono anche agli stimoli stazionari. I corpuscoli di Pacini e quelli di Golgi e Mazzoni, che ne sono variazioni funzionali, hanno porzioni recettoriali prive di ramificazioni e incluse nel tessuto sottocutaneo; hanno una sensibilità molto elevata per le deformazioni della cute, specie se derivanti da stimoli in movimento; sono anche sensibili a stimoli remoti, con conseguente allargamento dell'area recettiva, che porta all'inclusione di un numero non trascurabile di recettori, a danno della possibilità di localizzazione degli stimoli. I corpuscoli di Ruffini hanno non soltanto la proprietà di registrare i contatti diretti sui tegumenti, ma anche quella di avvertire gli stiramenti che normalmente si verificano durante i movimenti delle articolazioni: tale particolarità fa supporre un collegamento con la cinestesia.
Le unità tattili sono presenti in tutto l'organismo: nella cute, nel tessuto sottocutaneo, nelle strutture articolari, probabilmente in qualche muscolo, nelle mucose del cavo orale; queste ultime, assieme alle unità di una parte della superficie della faccia, sono in rapporto con il nervo trigemino, attraverso le cui fibre raggiungono il talamo e precisamente, a differenza delle altre, il suo nucleo ventrale posteromediale. Il loro numero varia da regione a regione, raggiungendo la massima densità in corrispondenza della porzione glabra della mano, dove presentano un particolare addensamento in corrispondenza della punta delle dita. Nella suddetta regione la quantità globale è di circa 17.000 unità, rappresentate in prevalenza (70%) da FAI e SAI; calcolando la distribuzione per cm2, delle prime sarebbero presenti 140 esemplari, delle seconde solo 70. Nella regione della palma della mano il numero delle unità sarebbe ridotto di 5-10 volte.
d. katz, The world of touch, Hillsdale, Erlbaum, 1989; g. marini, m. mancia, Tattile, sensibilità, in Enciclopedia Medica Italiana, 14° vol., Firenze, USES, 1987, pp. 1868-76; Neural aspects in tactile sensation, ed. J.W. Morley, Amsterdam-New York, Elsevier, 1998; w. schiff, e. foulk, Tactual perception. A sourcebook, New York, Cambridge University Press, 1982.