TATTO
. La sensibilità tattile è rappresentata dalle sensazioni di contatto o di pressione, cagionate da azioni meccaniche le quali deformando, sia pur leggermente, la cute e le mucose, eccitano le terminazioni sensitive in esse contenute. Per mezzo di queste sensazioni noi conosciamo alcuni caratteri fisici di superficie dei corpi che vengono a contatto con gl'integumenti, e cioè se tali corpi sono lisci o rugosi, duri o molli, continui o frammentati, solidi, liquidi o gassosi, e giudichiamo inoltre della forma di essi, delle dimensioni e, in certi casi, anche del loro peso. Fanno parte delle sensazioni tattili il solletico e forse il prurito. Le sensazioni di contatto si ridestano solo in punti speciali della cute detti punti tattili (M. G. Blix), che per essere fittissimi (ve ne sono circa 600.000 sull'intera superficie del corpo) rendono praticamente continua sulla cute la sensazione di contatto; l'estensione in superficie di quei punti è inferiore a 1 mmq. In corrispondenza dei punti non si risvegliano altre forme di sensazione (termica o dolorifica). Nelle parti provviste di peli v'è di regola un punto tattile in vicinanza di essi, punto che è stimolato da ogni minimo movimento del pelo, il quale agisce quindi come un organo tattile. La densità dei punti tattili varia molto a seconda delle regioni cutanee; così per 1 cmq. di superficie cutanea se ne trovano 28 nella piega del pugno e 5 sulla parte anteriore della gamba.
La ricerca e lo studio dei punti tattili si effettua per mezzo degli estesiometri, dei quali molto usato è quello di M. v. Frey costituito da un capello di cui si può far variare, con un dispositivo adatto, la lunghezza e quindi la flessibilità e con essa il grado di pressione sulla cute. Con questo apparecchio, che possiede una graduazione in milligrammi, e con l'aiuto di una lente a debole ingrandimento, s'identificano, segnandoli con inchiostro, i punti tattili di una determinata superficie cutanea, ricercando nello stesso tempo la loro ricettività alla pressione in frazioni di milligrammi.
Due o più contatti successivi molto vicini si fondono in un'unica sensazione, per ciò che il relativo stato di coscienza dura un poco più a lungo dell'azione meccanica; ma se questa è particolarmente intensa o duratura, allora segue un effetto postumo o consecutivo, che può persistere a lungo, come la sensazione lasciata sulla fronte da un cappello stretto dopo che venga tolto. Quando la punta delle dita riceve più di 650 contatti al 1″ per mezzo di una ruota dentata, allora la sensazione è continua; lo stesso effetto si ottiene per la cute del dorso, già con 60 contatti al 1″. Quando gli stimoli tattili non sono troppo ravvicinati, come per un diapason che oscilla o per il massaggio vibratorio, allora risulta una speciale sensazione vibratoria od oscillatoria, secondo alcuni autori di origine profonda.
Oltre alle azioni meccaniche anche stimoli adeguati, come quelli chimici (p. es., l'acido fenico diluito) e le correnti elettriche indotte, stimolano facilmente i punti tattili.
Noi siamo capaci di indicare con sufficiente esattezza, anche a occhi chiusi, il punto della pelle dove siamo toccati. Questa capacità di differenziazione nello spazio o di localizzazione delle sensazioni tattili, che varia di molto da regione a regione, non è facile a spiegare nel suo meccanismo centrale; essa indica in primo luogo che le sensazioni cutanee possiedono una specificità locale, ossia delle qualità particolari, dei cosiddetti segni locali per ogni regione o punto toccato. Il carattere o colore locale delle sensazioni tattili spiega il famoso esperimento di Aristotele, per cui quando si tocca con il lato esterno del dito indice e del dito medio incrociati una pallina, si ha la netta sensazione di toccare due palline. Questo fatto è d'accordo con il dato dell'esperienza derivata dalle percezioni ordinarie a dita non incrociate.
Se siamo stimolati contemporaneamente in due o più punti della cute, avvertiamo come separati i singoli eccitamenti, a condizione però che essi non siano troppo vicini. E. H. Weber, servendosi di un compasso a punte smussate, stabilì per il primo, in molte regioni cutanee, la distanza massima necessaria (distanza liminale) perché le due punte del compasso producano una sensazione unica.
Si chiama circolo o campo tattile l'area entro la quale le due punte del compasso sono percepite come un'unica punta; l'ampiezza dei circoli è in rapporto non tanto con la densità dei punti tattili, ossia con il numero delle espansioni nervose per cmq., quanto con la capacità dei due stimoli di sommarsi nei centri nervosi. Questa capacità discriminativa delle sensazioni tattili, così come la maggior differenziazione dei segni locali, è di regola acuita nelle regioni più mobili, e dipende molto dall'esercizio e dallo stato di riposo o di fatica dei centri nervosi; varia notevolmente da un individuo all'altro ed è più elevata nei ciechi.
Il tempo di reazione per le sensazioni tattili è in media di 0,120-0,150 minuti secondi; esso è influenzato, in una stessa persona, dall'attenzione, dall'esercizio, dallo stato di fatica e da altre circostanze.
Una volta si distinguevano le sensazioni di contatto semplice da quelle di pressione; oggi v'è tendenza a considerare queste ultime come gradi differenti di una sola qualità di sensazione, forse originantesi in strutture cutanee più profonde, le quali partecipano probabilmente anche alla produzione del senso muscolare.
La sensibilità tattile contribuisce a darci, insieme con il senso muscolare, la nozione dei movimenti e della posizione del nostro corpo nello spazio (V. Ducceschi). Le sensazioni di contatto divengono più complete se le parti interessate, per es. le dita della mano, si muovono sugli oggetti in esame.