TAÜLL
Piccolo centro della Spagna, situato nella valle pirenaica di Boí, in Catalogna.La zona si trovava, a partire dalla seconda metà del sec. 11°, sotto il controllo dei signori di Erill, sudditi dei conti di Pallars Jussá e feudatari dei re di Aragona e Ribagorça. Sotto la loro iniziativa si costruirono e decorarono le chiese di Santa Maria e di Sant Climent, così come quella dedicata a s. Martino, oggi scomparsa. Questa iniziativa si inserì in un periodo molto positivo di espansione dei difensori della religione cristiana verso la marca settentrionale, a partire dalla prima conquista della città di Barbastro nel 1064 da parte del re d'Aragona, divenuta poi definitiva nel 1100. I baroni di Erill ebbero un posto di rilievo in queste campagne e furono i protettori della diocesi di Roda, dalla quale dipesero poi le nuove chiese da loro costruite fino al 1140, momento in cui passarono a dipendere dalla diocesi di Urgell.Le chiese di Santa Maria e di Sant Climent presentano la medesima tipologia: impianto basilicale diviso in tre navate con copertura a travature in legno; tre absidi semicircolari con copertura a volta; massicci pilastri a sezione circolare sostenenti gli ampi archi che separano le navate.A Santa Maria gli scavi degli ultimi anni hanno consentito di localizzare un edificio anteriore, forse del sec. 10°, mentre dalle differenze dei paramenti e dal sistema di connessione si deduce chiaramente che anche la torre è anteriore alla chiesa attualmente conservata. Anche a Sant Climent è stato individuato un cambiamento di progetto. Tutto ciò attesta una grande attività costruttiva nella regione durante gli ultimi decenni del sec. 11° e i primi del successivo. Le due torri campanarie, forse gli elementi più interessanti della struttura delle chiese di T., conservano, soprattutto quella di Santa Maria, importanti resti della loro decorazione pittorica esterna. Per la cronologia del Sant Climent ci si basa su una data di consacrazione che riporta il giorno 10 dicembre 1123, leggibile fino agli inizi del secolo su un pilastro della chiesa su cui era dipinta l'iscrizione "Anno ab incarnacione / Domini M° C° XX° III°IIII Idus decembris / venit Raimundus episcopus Barbastre / nsis et consecravit hanc ecclesiam in honore / Sancti Clementis martiris et ponens reliquias / in altare sancti Cornelii episcopi et martiris"; la chiesa di Santa Maria fu consacrata il giorno seguente dal vescovo di RodaBarbastro, Ramón.Agli inizi di questo secolo, in entrambi gli edifici vennero ritrovati importanti resti di dipinti murali che furono staccati e trasportati tra il 1919 e il 1923 a Barcellona (Mus. d'Art de Catalunya), dove ancora oggi sono conservati. Negli anni Settanta furono individuati altri frammenti, che furono ugualmente staccati e trasportati a Barcellona. Tanto gli affreschi del Sant Climent quanto quelli di Santa Maria rappresentano i cicli più conosciuti nell'ambito della pittura romanica catalana. Probabilmente essi risalgono all'epoca della consacrazione del 1123, anche se è possibile che siano stati portati a termine da altre botteghe di artisti negli anni successivi.Di Sant Climent si conserva un'imponente Maiestas Domini che occupa la volta dell'abside centrale. Alla qualità della sua esecuzione, all'interesse dell'estrema geometrizzazione cui si sottopongono le figure e alla ricchezza dei pigmenti utilizzati si unisce l'interesse dei dettagli iconografici, come la soluzione del Tetramorfo con busti di angeli che presentano il leone e il toro di s. Marco e di s. Luca. La rappresentazione degli apostoli, presieduta da Maria che tiene nella mano la coppa dalla quale fuoriescono raggi di luce, occupa la fascia sottostante la conca absidale. Dagli intradossi degli archi preabsidali provengono frammenti raffiguranti la mano di Dio che appare dalla nube per ricevere l'offerta, probabilmente di Abele; l'Agnus Dei, che è un'interpretazione quasi letterale del testo dell'Apocalisse; infine, la rappresentazione del povero Lazzaro davanti alla porta del ricco epulone. Rapporti stilistici sono stati individuati con i dipinti italiani del monastero di S. Ilario nei pressi di Revello in Piemonte, ma sono stati indicati anche legami con la scultura della zona di Tolosa e della Provenza, oltre a quelli più evidenti e vicini con la cappella di San Augustín di Roda de Isábena, consacrata dallo stesso vescovo Ramón nel 1107.A Santa Maria sono state individuate le attività di una prima bottega che realizzò la decorazione dell'abside principale e forse delle due laterali, e quella di un secondo gruppo di artisti, autori della decorazione dei muri sud e ovest; interessante per la cronologia di questi ultimi affreschi è il ritrovamento di una delle croci dipinte per la consacrazione dell'edificio, avvenuta nel 1123, al di sotto dello strato pittorico.L'abside principale ospita la scena dell'Epifania, scelta non insolita nella pittura romanica catalana. È comune anche il riferimento al sacrificio e all'Eucaristia a partire dalle figure di Abele e di Melchisedec ai lati dell'Agnus Dei nell'intradosso dell'arco preabsidale.Le figure degli apostoli, ma anche di santi e profeti, occupano la fascia sottostante la conca absidale, estendendosi anche sui pilastri circolari o negli intradossi degli archi.La decorazione del muro sud presenta nel registro centrale un ciclo narrativo della vita di Cristo che doveva continuare nel muro nord, come testimoniano i resti della scena dell'immersione di Cristo, recuperata negli anni Settanta. Risulta leggibile la scena dei Magi davanti a Erode e la loro successiva offerta a Cristo, che costituisce pertanto una ripetizione del tema dell'Epifania dell'abside principale. Sulle figure che seguono, verso O, non vi è stato finora accordo nell'interpretazione, dato che sembrano riferirsi al tema dell'Epifania (S. Giuseppe e uno scriba che prende nota del fatto), mentre la lettura delle figure che si dispongono sull'altro lato della porta paiono alludere a episodi relativi al Battista. Il registro superiore dello stesso muro sud è diviso tra singoli episodi rilevanti o allusivi alla vita di alcuni santi: la Missione degli apostoli, S. Clemente nel miracolo della fonte, S. Martino e la lotta degli angeli guidata da s. Michele sono le proposte che si sono formulate con riserva. Iconograficamente è molto rilevante la serie di episodi che si svolgono lungo la parete occidentale, intorno alla porta, e che continuano nell'ambiente costituito tra il muro di chiusura e la torre. In effetti si assiste a una visione terrificante dei tormenti dell'inferno e a un'interpretazione sintetica o allusiva al Giudizio universale. Solamente una scena veterotestamentaria, la Morte di Golia per mano di Davide, interrompe la sequenza infernale. In corrispondenza del portale d'accesso doveva trovarsi la figura di Dio tra le gerarchie angeliche mentre presiede la pesa delle anime da parte di s. Michele, la scena più chiara e significativa del Giudizio tra quelle rappresentate.
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