TAUORGA (A. T., 113-114)
Villaggio della Tripolitania, nel commissariato provinciale di Misurata, da cui dista 35 km. verso sud. Da esso prende il nome la vasta sebcha che si estende parallelamente alla costa da cui la separa un'orlatura dunosa, per quasi un centinaio di km. Di essa larga parte è occupata da una formazione paludosa e lacustre, alimentata da numerose sorgenti di cui il gruppo principale scaturisce a 3 km. dal castello. Le acque di tali sorgenti, alquanto salmastre, rappresentano un apporto annuo di circa 100 milioni di metri cubi, il che, tenuto conto delle precipitazioni, presupporrebbe un bacino di raccoglimento vastissimo. Esse vengono utilizzate per l'irrigazione onde hanno vita alcuni palmeti, di cui quello dell'oasi di Tauorga annovera 120.000 palme. L'estensione dell'area lacustre, la cui profondità non supera il metro e mezzo, varia col variare dell'apporto delle sorgenti, che si dice superiore nell'estate a quello che è nella stagione piovosa. Le condizioni idrografiche della sebcha ne determinano l'insalubrità. La febbre palustre domina nella regione e obbliga gli abitanti a emigrare. Il castello di Tauorga, costruzione turca, è il nucleo dell'abitato in via di deperimento, costituito da una piazza rettangolare dove si tiene il mercato. Industria locale è la fabbricazione di tappeti che vanno sotto il nome di Misurata e quella delle stuoie per la confezione delle quali si utilizzano i giunchi che in grandissima copia crescono sulle gronde dello specchio d'acqua. Recentemente il governo della colonia ha accordato a un'apposita società che s'intitola "Tauorga" la concessione per la derivazione dell'acqua del lago a scopo irriguo. I lavori di presa sono già compiuti e si attende di conoscere i risultati di un primo esperimento per completare il lavoro e, occorrendo, per ovviare al danno della salsedine.