TEATINI
. Ordine di chierici regolari, fondato da S. Gaetano Thiene e da Giampietro Caraffa (poi Paolo IV) vescovo di Chieti e Brindisi. Quando il titolo di chierici regolari fu assunto anche da altri istituti religiosi, quelli aggiunsero il nome di teatini, da Theate, appellazione latina della città di Chieti. L'idea prima del fondatore fu quella di stabilire la vita comune tra i sacerdoti addetti alle cattedrali e alle parrocchie, affinché potessero adoperarsi più efficacemente a riformare i costumi del clero e del popolo cristiano. Ma non potendo ottener questo, istituì col medesimo scopo un ordine religioso che fu approvato da Clemente VII, con uno schema di regolamento, nell'anno 1524, in cui S. Gaetano col Caraffa, Bonifacio di Colla (morto nel 1558) e Paolo Consiglieri Ghislieri (morto nel 1557), che già vivevano insieme dal 1517, fecero la solenne professione nella basilica di S. Pietro in Vaticano. Per primo superiore venne eletto per tre anni il Caraffa. Durante il sacco di Roma del 1527 le loro case, dove avevano raccolto molti feriti, furono distrutte, e S. Gaetano e il Caraffa vennero imprigionati. Dopo la liberazione si rifugiarono a Venezia, dove fondarono una casa presso la chiesa di S. Eufemia, loro concessa dal Senato. In quello stesso anno S. Gaetano fu eletto preposito generale dell'ordine, e nei triennî successivi seguirono prima il Caraffa e poi Bonifacio di Colla. Il fondatore intanto erigeva a Napoli (1528) una casa, grazie alla munificenza di Giovanni Antonio Caracciolo conte di Oppido. Dopo la morte di S. Gaetano (1547) la diffusione di quest'ordine fu assai rapida in Italia, perché lo zelo spiegato dai religiosi aveva attirato fra loro molti sacerdoti e anche vescovi, distinti per santità, dottrina e nobiltà. Quando Giampietro Caraffa divenne papa (1555) affidò ai teatini il convento e la chiesa di S. Silvestro al Quirinale, che fu la sede principale dell'ordine, finché Costanza Piccolomini duchessa di Amalfi cedette loro il suo palazzo, presso cui venne edificata la chiesa di S. Andrea della Valle (1588) e dove si trasferì la curia generalizia. In quel tempo i teatini avevano altre due case a Roma, cinque a Napoli e una ventina in altre città italiane. Nei secoli XVII e XVIII moltiplicarono ancora le loro sedi d'Italia e altre ne fondarono pure in Francia, chiamati a Parigi dal cardinale Mazzarino (1642), in Portogallo, Austria, Germania e specie nella Spagna, mentre alcuni di loro si recavano nell'Armenia e paesi limitrofi, a Goa e fino nell'Isola di Borneo. Ma nel sec. XIX l'istituto andò declinando, fino a che la S. Sede si propose di restaurarlo unendogli la Congregazione religiosa della S. Famiglia (1909) e quella di S. Alfonso de' Liguori (1910). Quest'unione durò fino al 1916, ed ora i teatini, ritornati alla regola primitiva, possiedono tre provincie religiose, d'Italia, di Spagna e del Colorado (Stati Uniti).
Secondo i suoi statuti l'ordine non può possedere né fondi né rendite fisse e nemmeno può mendicare, dovendo confidare unicamente nella divina provvidenza e contare sulle offerte spontanee dei fedeli. La regola, basata su quella di S. Agostino e composta dal Caraffa, ebbe successivamente alcune modificazioni, specie sotto Sisto V, che tra l'altro portò da un triennio a un quinquennio la permanenza in carica del generale. I teatini debbono esercitarsi per regola nei varî campi della cura delle anime. La loro attività influì grandemente sulla riforma della Chiesa, sia per ciò che riguarda il clero, tanto che il loro ordine poté dirsi un seminario di futuri veseovi, sia per la restaurazione della vita cristiana nel popolo, perché promossero la frequenza ai sacramenti, ripristinarono l'uso della predicazione, si dedicarono all'assistenza dei moribondi, in special modo dei condannati a morte, e alla conversione degli eretici e degl'infedeli, né trascurarono la direzione delle anime dedite alla perfezione e l'educazione della gioventù. Si distinsero anche per zelo e carità sia nel giubileo del 1525 a Napoli, sia durante la pestilenza del 1528. Anche le missioni nei paesi infedeli debbono molto alla loro opera. L'istituzione del Collegio di Propaganda Fide a Roma è dovuta ai consigli del teatino Michele Ghislieri, e Urbano VIII sceglieva tra loro i rettori e i maestri per quel suo nuovo istituto. Il venerabile Avitabile, dopo aver trascorso 12 anni evangelizzando l'Armenia, passava a Goa nell'India portoghese, dove poi lavorò il padre Manco che si meritò il titolo di "secondo S. Francesco Saverio". Anche il padre Luigi M. Pidou de Saint-Olon (morto nel 1717) lavorò per la riunione degli armeni scismatici alla Chiesa cattolica. All'ordine teatino appartennero uomini insigni per santità e per dottrina. Ebbero gli onori degli altari S. Andrea Avellino (1521-1608), canonizzato nel 1712 e i beati cardinale Paolo Burali (1511-1578, beatificato nel 1772), Giovanni Marinoni (1490-1562, approvazione del culto nel 1792), cardinale Giuseppe Maria Tommasi (1649-1713, beatificato nel 1803). Fu insigne moralista Antonio Diana (morto nel 1662), scrittore ascetico Lorenzo Scupoli (morto nel 1610), predicatore rinomato Gioacchino Ventura (morto nel 1861). I teatini vantano nelle loro file 8 cardinali e 250 tra vescovi, arcivescovi e delegati apostolici. - Un ordine femminile, ora quasi del tutto estinto, è quello delle teatine, fondato nel 1583 dalla venerabile Orsola Benincasa (1547-1618) a Sant'Elmo di Napoli e poi stabilitosi anche a Palermo e a Monreale; alcune di esse sono oblate con soli voti semplici ma con stretta clausura, altre eremitane con voti solenni.
Bibl.: G. Silos, Historia Clericorum Regularium, voll. 2, Roma 1652-66; B. Ferro, Istoria delle missioni de' chierici teatini con la descrizione de' regni, fede, riti e costumi delle genti, voll. 2, Roma 1704 segg.; F. Ragonesi, Della vita di S. Andrea Avellino, Roma 1908; C. Vergara, Vida de S. Cayetano de Thiene, Barcellona 1921; P. Paschini, S. Gaetano Thiene, Pietro Caraffa e le origini dei chierici regolari teatini, Roma 1926.