teatrodanza
s. m. – Il primo decennio del 21° sec. ha visto il consolidarsi del t. (trad. it. del ted. Tanztheater, nato negli anni Settanta del Novecento, nel solco della danza espressionista tedesca degli anni Venti) come espressione teatrale multidisciplinare, fondata su una gestualità tesa al prosciugamento quasi totale di ogni elemento che possa suggerire la predisposizione di una vera e propria tessitura coreografica. La scomparsa, nel 2009, di Pina Bausch, che con il suo Tanztheater Wuppertal è stata la principale artefice del t., divenendo una vera e propria icona della contemporaneità (come testimonia il film-omaggio di Wim Wenders Pina, 2011), ha aperto un vuoto difficilmente colmabile, non solo in termini di creatività ma anche in termini di punti di riferimento. Diviene infatti sempre più arduo stabilire un confine fra t. (in Italia, negli anni Ottanta-Novanta, identificato nell’attività della compagnia Sosta Palmizi) e danza contemporanea, ma anche fra t. e teatro sperimentale; come inquadrare, per es., l’esperienza dell’attore Pippo Delbono, che con il suo spettacolo Dopo la battaglia (2011) ha reso esplicitamente omaggio a Pina Bausch? E come classificare le produzioni del Teatro Valdoca, compagnia di attori e danzatori, che nel 2012 ha messo in scena Cage’s parade, omaggio a John Cage che nel titolo evoca addirittura reminiscenze della storia del balletto (Parade, musica di Eric Satie, scene di Pablo Picasso, 1917)? In realtà, è ormai evidente che gli stilemi attraverso i quali il t. si esprime sono divenuti un fenomeno pervasivo nell’ambito delle arti sceniche, anche se il t. di per sé stesso non ha perso la propria autonomia, ma anzi ha saputo rinnovarsi grazie all’apporto di personalità che hanno segnato l’evoluzione del genere nei primi anni del 21° secolo. Tra gli artisti che hanno offerto un contributo significativo, si possono citare il belga Alain Platel o la tedesca Sasha Waltz (n. Karlsruhe 1963). Quest’ultima, con la sua compagnia Sasha Waltz & guests (fondata nel 1993), si è allontanata dall’espressionismo di Bausch per ideare un percorso fondato sulle sue esperienze nel solco dell’estetica del grande coreografo americano Merce Cunningham (scomparso novantenne, anch’egli nel 2009). Tra le creazioni di Waltz: noBody (2002), Impromptus (2004), Medea (2007), Passion (2010), gefaltet (2012). Nel senso di un rinnovamento del genere si inserisce anche il contributo della tedesca Heike Hennig (n. Lipsia 1966), che nel 2000 ha fondato il suo ensemble Heike Hennig & Co., per il quale ha messo in opera una serie di progetti che hanno coinvolto anche architetti e videoartisti. Tra i lavori più significativi di Hennig si segnala Zeit − tanzen seit 1927 (2005), sorta di biografia danzata cui hanno preso parte danzatori ottantenni che hanno fatto la storia della danza tedesca del Novecento, come Ursula Cain (1927-2011). Di Hennig si segnala anche l’oratorio danzato Maria (2010), per tre cantanti, sette danzatori, dodici musicisti e un disc jockey, con musiche di Georg Friedrich Händel, Alessandro Scarlatti e musica elettronica. Per quel che riguarda il panorama italiano degli inizi del 21° sec., si segnalano in particolare i lavori delle sorelle Sagna (Caterina, n. Torino 1961, e Carlotta, n. ivi 1964), attive in Francia, che nel 2009, dopo esperienze internazionali individuali come danzatrici e coreografe, hanno unito le loro forze fondando la Compagnia Caterina & Carlotta Sagna, alla quale si devono spettacoli come Petite piéce avec Olivia (2009), Nuda vita (2010), Cuisses de grenouille (2012), Bal en Chine (2013).