tecnologie per l'archeologia
tecnologìe per l’archeologìa. – Metodi, tecniche e strumenti impiegati nelle diverse fasi del processo di acquisizione, elaborazione, restituzione, gestione e interpretazione dei dati archeologici. Un forte impulso all’ingresso dei metodi chimici, fisici e matematici in campo archeologico si data agli inizi degli anni Sessanta del 20° sec., quando l’archeologia accoglie nuovi strumenti per la ricerca mutuandoli dalle scienze naturali e sociali, già avviate verso un rinnovamento metodologico di tipo quantitativo. Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta nei manuali di metodologia della ricerca archeologica, che si diffondono numerosi in ambito internazionale, l’apporto della scienza e della tecnica risulta funzionale alla ricostruzione di alcuni aspetti delle società antiche e la trattazione, prevalentemente d’impianto didascalico, illustra i metodi più consoni a individuare come si scopre il passato, come si data, come si analizzano i reperti e l’ambiente vegetale, animale e antropico. In Italia, un impulso e una sistematizzazione dei diversi settori di applicazione delle tecnologie sono collegati alla diffusione in ambito universitario dei corsi di laurea e delle Facoltà di conservazione dei beni culturali: l’intento perseguito risponde alla necessità di gettare un ponte tra cultura umanistica e sapere scientifico, individuando il terreno di integrazione proprio nel patrimonio storico, anche in vista di possibili forme di interazione fra università ed enti preposti alla tutela. Nel settore della ricerca, l’incontro con la scienza e la tecnologia trova un punto di riferimento nel CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) che alla fine degli anni Novanta promuove il Progetto finalizzato beni culturali, con i suoi cinque sottoprogetti: individuazione delle risorse nello spazio e nel tempo; diagnosi dello stato di conservazione e metodologie d’intervento; patrimonio documentale e librario; archivio biologico ed etnoantropologico; museologia e museografia. Questo approccio integrato alla ricerca viene proseguito dal Dipartimento patrimonio culturale del CNR, che individua tre linee strategiche prioritarie (metodologie e tecnologie per il monitoraggio e la manutenzione preventiva di beni culturali; strategie olistiche per la gestione integrata e la fruizione multiutente del patrimonio culturale di un territorio; processi per la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile del patrimonio naturale e antropico dei paesaggi culturali), e quattro aree di intervento (conoscenza, protezione, diagnostica e restauro). L’archeologia non resta avulsa da questo processo di rinnovamento, che chiama gli studiosi a confrontarsi con le iniziative promosse dall’Unione Europea, spesso legate alla realizzazione di piattaforme tecnologiche. L’attenzione si concentra sulle tecnologie, attraverso l’analisi di sistemi, processi, protocolli e strumentazioni sempre più efficaci e non invasivi, il cui sviluppo ha sicuramente caratterizzato il primo decennio del nuovo millennio. Ma ancora più di recente il tema delle tecnologie applicate, prima trattato in base alle tipologie di intervento e agli strumenti utilizzati, si rivolge all’integrazione fra le diverse metodologie d’indagine. Questo approccio innovativo, in cui la componente tecnologica si amplia e le discipline si coordinano e convergono, si sposa bene con la tendenza verso un’archeologia globale o della complessità, che si afferma negli ultimi anni attraverso l’integrazione dei metodi e degli esiti delle indagini promosse nell’ambito di specifici indirizzi di ricerca che si erano sviluppati negli ultimi decenni del secolo scorso, quali l’archeologia ambientale, l’archeologia del paesaggio, l’archeologia dell’architettura, l’archeologia sperimentale. Indirizzi teorici da un lato, come l’archeologia contestuale, e nuove tecnologie basate su piattaforme informatiche integrate, come i GIS (Geographical information system), hanno contribuito notevolmente a questa nuova tendenza dell’archeologia, significativamente accompagnata dalla nascita di nuovi termini che derivano proprio dall’integrazione e dalla fusione degli strumenti e degli obiettivi di discipline diverse, come archeogeografia, archeogeofisica, archeomatica, ecc. La fase di acquisizione delle informazioni relative alla superficie terrestre e al sottosuolo segue un percorso conoscitivo inteso a collocare le testimonianze nello spazio e nel tempo privilegiando metodi non distruttivi per il rilevamento dei dati archeologici. Gli sviluppi tecnologici più evidenti provengono dalla geofisica, dal telerilevamento (v. LiDAR) e dalla fotogrammetria aerea e terrestre (v. ), tutti settori che si avvalgono di strumenti tecnologicamente molto avanzati grazie all’incremento delle prestazioni dei sensori e di altri dispositivi atti a migliorare la qualità dei dati acquisiti. L’intervento dell’informatica risulta indispensabile, sia nella fase di elaborazione preventiva dei dati sul campo sia per le successive fasi di postelaborazione e restituzione bi- o tridimensionale dei dati acquisiti nel territorio e negli scavi archeologici. I GIS contribuiscono all’analisi e alla gestione integrata dei dati, individuati dalla loro posizione spaziale e qualificati dalla precisione del rilevamento; l’uso di sistemi mobili consente di effettuare ricognizioni speditive, anche ai fini del monitoraggio del territorio e delle strutture; la restituzione si avvale di . Le ricerche di archeologia subacquea, agevolate dall’uso di ecoscandagli sempre più sofisticati, trovano nell’evoluzione della robotica un’ulteriore fonte di ausilio per l’acquisizione delle informazioni, grazie a veicoli sottomarini a comando remoto o veicoli autonomi, programmati per ricognizioni di lungo periodo. La robotica interviene anche in indagini che richiedono specifici interventi, come l’esplorazione di ambienti difficilmente accessibili (ambienti ipogei, cavità, cunicoli, ecc.), o per la fruibilità remota delle testimonianze archeologiche. Notevoli sviluppi provengono dal settore archeometrico, che si avvale di tecnologie all’avanguardia messe a punto nel campo della scienza e della tecnologia dei materiali. Metodi chimici, fisici e biologici, grazie anche agli sviluppi delle nanotecnologie e delle biotecnologie, contribuiscono sia allo studio e alla datazione di singoli reperti o classi di materiali sia più in generale al monitoraggio dei beni archeologici a fini diagnostici, conservativi e di restauro, attraverso l’analisi dei fenomeni di degrado dovuti ad agenti esterni, atmosferici e microbici, connessi all’esposizione dei monumenti, delle strutture e degli oggetti. Tra le soluzioni proposte si registra in particolare la realizzazione di nuovi prodotti per proteggere e agevolare la conservazione e la pulitura delle superfici, l’uso di tecniche di imaging e di strumentazione avanzata per la caratterizzazione microstrutturale dei materiali, lo sviluppo di sensori per il monitoraggio in tempo reale, sia all’aperto sia negli ambienti espositivi. L’uso di sensori è anche finalizzato alla sperimentazione di sistemi innovativi per la telesorveglianza intelligente dei siti archeologici, con lo scopo di prevenire azioni ostili e controllare gli accessi. L’acquisizione e l’elaborazione delle conoscenze mediante l’impiego di tecnologie all’avanguardia segna un ampliamento dei settori della ricerca e crea le basi per lo sviluppo di nuove conoscenze e di studi futuri, come avviene per es. nei nuovi settori della e della . Parallelamente, la sempre più pressante necessità di trasmettere gli esiti delle ricerche anche a un pubblico non specializzato induce gli studiosi a volgersi verso le innovazioni apportate dalle tecnologie della visione e della multimedialità, che caratterizzano i processi di comunicazione del nuovo millennio, attuando una stretta sinergia tra ricerca storico-archeologica e ICT (Information and communication technology). Oltre alle ricostruzioni virtuali, che appartengono ormai al repertorio delle soluzioni di restituzione visiva delle testimonianze archeologiche, le applicazioni riguardano la realizzazione di video in computer grafica, di tecniche per la visione stereoscopica, di tecnologie per la visualizzazione interattiva a supporto della visita dei siti turistici e dei monumenti, che vengono presentati al pubblico attraverso diversi dispositivi tecnologici e molteplici modalità di fruizione.