ṬEHERĀN (A. T. 92)
N La capitale della Persia, di cui è anche oggi la città più popolosa. È situata a 1155 m. sul mare (35° 41′ N., 51° 25′ E.), in una larga pianura alluvionale sul rovescio meridionale dell'Elburs, proprio al sommo dell'arco che questo disegna parallelamente alle rive del Caspio, dalle quali Ṭeherān dista all'incirca un centinaio di km. in linea d'aria. La situazione è delle più adatte a una capitale, in un paese come la Persia: a Ṭeherān, infatti, mettono capo tutte le grandi linee di comunicazione che, provenendo da E. (Turkmenistan, Meshhed, Herāt) e da S. (Golfo Persico, Yezd, Iṣfahān), volgono al Caspio (Meshed-i Sür, Pehlevī) o verso occidente (Tabrīz) e perciò legano l'Īrān all'Europa orientale (Russia) e al Mediterraneo.
La popolazione, dai 15 mila ab. della fine del sec. XVIII, crebbe ai 60 mila del 1830, che raddoppiarono in cinquant'anni. Nel 1920 si censirono circa 220 mila persone, e 360 mila nel 1933 (di cui 600-700 Europei, 4000 Ebrei e altrettanti Armeni; l'assoluta maggioranza della popolazione è costituita da Persiani sciiti).
Le mura racchiudono un vero labirinto di viuzze e di vicoli (ancora piuttosto mal tenuti), lungo i quali gli edifici, di regola bassi e a tetto piatto come in tutte le città persiane, si alternano a larghi spazî vuoti (molte piazze, pochi grandi edifici d'interesse artistico; fra questi tre moschee) o destinati a giardino. Al centro di Ṭeherān è la cittadella (ark), che, oltre la reggia, dà posto a varî edifici pubblici; a N. il quartiere europeo, a S. il mercato (bazar). L'originario carattere asiatico del centro abitato si va sempre più stemperando sotto l'influsso occidentale.
Il clima, prettamente continentale, con forte escursione termica, è abbastanza sano; tuttavia, d'estate circa 1/3 della popolazione lascia la città per le vicine pendici dell'Elburs. Ṭeherān ha illuminazione elettrica e servizî tramviarî (10 km.); un breve (8 km.) tronco ferroviario la unisce a Shah ‛Abd ul-‛Aẓim, che ne rappresenta un sobborgo.
La città vive della sua condizione di centro politico e amministrativo e di un discreto commercio di transito; l'industria provvede solo ad alcune delle principali esigenze del nucleo urbano. Il traffico muove soprattutto sulla grande via che per Qazwīn e Resht adduce a Pehlevī; e Pehlevī è da considerare lo sbocco marittimo della capitale.
Monumenti. - Lo sviluppo di Ṭeherān s'iniziò solo sotto i Ṣafawidi: Tahmāsp fece nel 1554 costruire un bazar e circondare la città con mura munite di quattro porte e 114 torri; quanti sono i capitoli del Corano: e lo scià Abbās I vi eresse il palazzo Čahārbāgh, poi sostituito dal castello. Divenuta nel 1785 capitale dell'Īrān, la città si sviluppò in direzione sud-nord; ma ancora nella prima metà del sec. XIX non sembra abbia impressionato gran che i viaggiatori stranieri. Carattere monumentale acquistò solo negli anni 1869-1874, grazie a un piano regolatore rigorosamente attuato che, pur mantenendo sotto certi aspetti la tradizione dello stile dei Ṣafawidi, si attenne da vicino a modelli europei. La costruzione più notevole è la moschea Sipāhsālār (1878-1890), prossima per stile all'imponente architettura del secolo XVII e animata da una decorazione tecnicamente perfetta. Caratteristici nei palazzi il suntuoso rivestimento delle pareti per mezzo di specchi e l'importanza data ai giardini e ai parchi in rapporto all'architettura, specialmente a quelli dei castelli dei Qāgiār eretti nei dintorni della città. In tempi recentissimi, accanto al predominio degli stili europei, si ha un risalire a forme achemenidi.
Storia. - Le prime menzioni di Ṭeherān in scrittori musulmani risalgono al sec. XII-XIII, quando ancora era in fiore il vicino centro sociale e culturale di ar-Rayy, presso il quale Ṭeherān non era che una borgata. Distrutta ar-Rayy dai Mongoli nel 617 eg., 1220 d. C., Ṭeherān prese un certo suo autonomo rilievo, ma ancora sino a tutta l'epoca tīmūride la sua importanza era insignificante (il primo viaggiatore europeo che ne parla è lo spagnolo Clavijo, 1404) e il governatore tīmūride della provincia risiedeva a Warāmīn. Sotto i Ṣafawidi, riunitasi tutta la Persia in un solo corpo politico, la capitale fu dapprima Ardabīl, poi Tabrīz, Qazwīn e infine Iṣfahān, ma Ṭeherān cominciò a essere oggetto delle cure degli scià, ehe vi costruirono un bazar, la cinsero di mura, e ne fecero la sede del governatore della provincia; così la vide Pietro Della Valle. L'elevazione di Ṭeherān a capitale non risale che ai Qāgiāri: nel 1786 Aqā Muḥammad Khān vi faceva il suo ingresso e la sceglieva come residenza sovrana; e tutti i Qāgiār suoi successori, e lo scià Pahlawī, le hanno mantenuta questa funzione. Nel 1829, si svolse a Ṭeherān, per un tumulto popolare, il massacro della legazione russa col ministro Griboedov. A Ṭeherān hanno avuto luogo i principali avvenimenti della rivoluzione del 1905-1909, dal bast o asilo dei mercanti e dei costituzionali nel Masgid-i shāh al bombardamento della sede del Maǵlis da parte delle truppe regie (19 giugno 1908) e alla conquista della città compiuta dai Bakhtiyārī e dai nazionalisti in aspri combattimenti nel luglio 1909.