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telegrafia

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
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telegrafia


telegrafìa [Der. di telegrafo] [ELT] In generale, ogni sistema di commutazione destinato alla trasmissione a distanza di segnali elementari codificati, costituiti dalla posizione di aste e di bandiere colorate (t. ottica) oppure dalla successione di lampi di luce oppure di emissioni acustiche (t. sonora) o da segnali elettrici trasmessi via cavo (t. elettrica) o via radio (t. senza filio radiotelegrafia). La comunicazione di informazioni a distanza mediante segnali rilevabili a vista fra posti situati in condizioni di visibilità diretta è stata cronologicamente la prima forma di t. usata; si ha cognizione dell'impiego di segnali ottici, prevalentemente per scopi militari, fatto dai Cartaginesi, dai Greci e dai Romani. I sistemi di t. ottica furono i soli pratic. usati fino ai primi decenni dell'800; notevole diffusione in campo europeo e mondiale raggiunsero in questo periodo i sistemi di t. ottica derivati da quello realizzato alla fine del '700 in Francia da C. Chappe e rimasto in uso per una cinquantina di anni, basato sull'impiego di semafori installati su torri o in posti relativ. elevati e nel quale i caratteri venivano indicati dalle posizioni di aste o elementi di legno; tale sistema collegava le principali città della Francia. L'uso di segnali ottici si è protratto fino ai nostri giorni nel campo delle comunicazioni militari (per es., tra navi militari); in tutti gli altri campi di applicazione della t. si fa uso di sistemi elettromagnetici (trasmissione elettrica su fili, trasmissione radioelettrica, ecc.). Tra i primi tentativi di realizzare telegrafi elettrici si può ricordare quello, basato su fenomeni elettrostatici, effettuato nel 1774 da G.L. Lesage a Ginevra; tuttavia fu solo dopo la scoperta della pila di A. Volta (1800) che fu possibile effettuare le prime comunicazioni telegrafiche su circuiti bifilari con segnali rivelati all'arrivo da galvanometri. Si possono citare, a questo riguardo, le realizzazioni di M.A. Ampère nel 1820, di K.F. Gauss e W.E. Weber nel 1833, di W.F. Cooke e C. Wheatstone nel 1837. Nel 1838 K.A. von Steinheil indicò la possibilità di ridurre a uno solo i fili del collegamento chiudendo il circuito attraverso il suolo. Il primo sistema di t. elettrica che ebbe diffuso impiego pratico fu quello, per la scrittura su nastro di carta di segni costituenti i segnali, inventato nel 1837 da S.F.B. Morse, schematizzato nella figura (v. fig.); a ciascun estremo del circuito telegrafico unifilare si hanno una batteria, un manipolatore e un ricevitore. Il manipolatore nella posizione di riposo tiene collegato alla linea di trasmissione (monofilare, con ritorno attraverso la terra) il relè del ricevitore e nella posizione di lavoro collega alla linea la batteria per una durata dipendente dal segno da trasmettere. Nel sistema è usato il codice Morse (←), nel quale i segnali corrispondenti ai vari caratteri sono costituiti da segni brevi (punti), segni lunghi (linee) e intervalli; ciascun segnale è formato da una determinata serie di punti, linee e intervalli. Successiv. furono realizzati sistemi più evoluti, quali il sistema stampante Hughes (1835), nel quale con dispositivi a dischi rotanti in sincronismo nella stazione trasmittente e in quella ricevente, si otteneva l'impressione diretta dei caratteri usuali nella stampa sul nastro di carta, e il sistema Baudot (1874), che utilizzava un codice con segnali di lunghezza costante a 5 elementi (per il suo manipolatore, → manipolatore: M. telegrafico). Ai primi del '900, dopo le esperienze di G. Marconi (1895-96), ebbe inizio l'impiego di radioonde nella trasmissione telegrafica (radiotelegrafia); il primo collegamento radiotelegrafico regolare transatlantico (Inghilterra-Canada) fu inaugurato dalla Marconi Wireless Company nel dicembre 1902. Circa nel 1925 entrarono in uso telescriventi trasmittenti e riceventi impieganti un codice a 5 caratteri, per qualche verso derivante da quelli Hughes e Baudot ma, a differenza di questi, svincolato da ogni sincronismo di trasmissione; con le telescriventi, oltre che ottenere i vantaggi derivanti dalla possibilità di effettuare la trasmissione operando su una tastiera analoga a quella delle comuni macchine per scrivere, è stato possibile realizzare reti telegrafiche a commutazione automatica, per es. per il servizio telex; un ulteriore e assai flessibile sistema che si può considerare ancora telegrafico è infine il telefacsimile (←), brevem. detto fax. In Italia le prime linee di t. elettrica furono la Livorno-Pisa e la Pisa-Firenze, realizzate, rispettiv., nel 1847 e nel 1848.

Vedi anche
còdice mòrse mòrse, còdice (o alfabèto) Codice telegrafico adottato internazionalmente sia per la radiotelegrafia sia per le comunicazioni a breve distanza mediante segnalazioni a lampi di luce o acustiche. Prende il nome dal suo inventore, lo statunitense S.F.B. Morse (1791-1872). I caratteri alfanumerici vengono ... Claude Chappe Chappe ‹šap›, Claude. - Inventore (Brulon, Sarthe, 1763 - Parigi 1805). Ecclesiastico, assieme con i fratelli Ignace (Brulon 1762 - Parigi 1829) e Abraham ideò e costruì un telegrafo ottico le cui segnalazioni potevano essere avvistate con l'aiuto di cannocchiali anche a notevoli distanze. La prima linea ... telex Sigla di tel(eprinter) ex(change) indicante un servizio telegrafico, sviluppato negli anni 1930 e in Italia definitivamente soppresso nel 2001, che permetteva agli utenti di comunicare tra loro direttamente e temporaneamente tramite telescriventi e circuiti della rete telegrafica pubblica. elettricità elettricità L’insieme dei fenomeni nei quali intervengono azioni di forza tra il campo elettromagnetico e le cariche elettriche. fisica 1. Primordi dell’elettrologia Era nota agli antichi (Talete, Teofrasto, Plinio) la proprietà che hanno alcuni corpi (per es., l’ambra, in gr. ἤλεκτρον) di divenire ...
Categorie
  • ELETTRONICA in Ingegneria
Altri risultati per telegrafia
  • telegrafia
    Enciclopedia on line
    Ramo delle telecomunicazioni che tratta i metodi per ottenere la riproduzione a distanza del contenuto di documenti come scritti, stampati o figure, o la riproduzione a distanza di informazioni in una di tali forme. In passato il termine è stato usato per indicare metodi per la comunicazione a distanza ...
  • telegrafo
    Enciclopedia dei ragazzi (2006)
    Nicola Nosengo Punti e linee per comunicare a distanza Il telegrafo è il dispositivo che permette di inviare a distanza – sotto forma di impulsi elettrici – messaggi scritti, utilizzando un apposito codice messo a punto dallo statunitense Samuel Morse. Inventato nella prima metà del 19° secolo, il ...
  • TELEGRAFO
    Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
    (XXXIII, p. 422) Telestampanti aritmici (p. 427). - Nell'anno 1938 è stata iniziata in Italia la costruzione di una macchina telegrafica denominata Telescrivente Olivetti (v. fig.) realizzata dalla omonima fabbrica di macchine da scrivere. L'apparecchio appartiene alla categoria dei telestampanti aritmici ...
  • TELEGRAFO
    Enciclopedia Italiana (1937)
    (da Τῆλε "lontano" e γράϕω "scrivo") Cesare ALBANESE Filippo SANTUCCI Attilio Donato GIANNINI Telegrafo è ciò che serve a trasmettere, quasi istantaneamente, da un luogo a un altro, ordini, notizie e altre manifestazioni del pensiero sotto forma di segnali convenzionali il cui trasporto è affidato ...
Vocabolario
telegrafìa
telegrafia telegrafìa s. f. [der. di telegrafo]. – In generale, ogni sistema di comunicazione destinato alla trasmissione a distanza per mezzo di segnali a braccia (o con bandiere) o luminosi (t. ottica) ovvero mediante segnali elettrici...
telegràfico
telegrafico telegràfico agg. [der. di telegrafo] (pl. m. -ci). – 1. Relativo al telegrafo o alla telegrafia: servizio t.; linea t.; cavi t. sottomarini; codice t. (v. codice); ufficio t.; messaggio, dispaccio, ordine t., trasmesso, comunicato...
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