teletribuno
s. m. (iron.) Trascinatore televisivo.
• Degli anni ruggenti da teletribuno della plebe Piero Marrazzo ha conservato, ovviamente, la qualità primaria per ogni giornalista: il senso della notizia. (Goffredo Buccini, Corriere della sera, 10 marzo 2007, p. 1, Prima pagina) • L’arrivo del teletribuno in casa Telecom è un colpo micidiale sul piano della politica editoriale e della politica tout court. Quando Michele fu accompagnato fuori dalla Rai, era chiaro anche a un citrullo che non sarebbe rimasto a lungo nel tendone da circo paesano con [Marco] Travaglio e Vauro. (Mario Sechi, Tempo, 5 luglio 2012, p. 1, Prima pagina) • Poi, improvvisamente, la trasformazione. Che avviene la domenica pomeriggio su RaiUno, in un programma da lui stesso inventato: «L’arena». È qui, che dopo aver provato a rastrellare audience con il delitto di Avetrana e il video porno di Belén Rodríguez, lui ha scoperto la sua vera vocazione: diventare un teletribuno. E così ha rubato a Beppe Grillo la lista dei privilegi della Kasta e s’è lanciato in una coraggiosa operazione di sfondamento di porte aperte, solleticando all’ora del caffè la già sensibilissima indignazione dell’italiano medio: contro i falsi invalidi, contro i comunali assenteisti, contro i forestali del Sud. E contro i politici. (Sebastiano Messina, Repubblica, 10 febbraio 2015, p. 29, Commenti).
- Composto dal confisso tele3- aggiunto al s. m. tribuno.
- Già attestato nella Stampa del 2 aprile 1992, p. 3, Interno (Giuseppe Zaccaria).