TELL el-FAR'A (Nord)
Sito archeologico nello stato di Israele, situato nella regione di Samaria, c.a 11 km a NE della moderna Nablus. Il tell ha la forma di un quadrilatero irregolare (600 X 300 m), protetto su due lati da un ripido dislivello naturale; si trova all'inizio di un corridoio pianeggiante che costituisce un'ottima via di comunicazione verso la media valle del Giordano. Al suo interno si distende il letto dello wādī Far'a, la cui sorgente 'Ayn Far'a si trova a ridosso del tell.
Nel 1930 W. F. Albright eseguì nella regione una vasta ricognizione di superficie con lo scopo di giungere all'identificazione del sito con la biblica Tirza. L'École Biblique di Gerusalemme dedicò a T. F. nove campagne di scavo tra il 1946 e il 1960 sotto la direzione di R. de Vaux, ma solamente negli anni '80 ha avuto inizio la pubblicazione dei rapporti finali degli scavi. R. de Vaux ha identificato a T. F. complessivamente sette periodi: I) Neolitico Aceramico, II) Medio Calcolitico, III) Tardo Calcolitico, IV) Bronzo Antico I-II, V) Bronzo Medio II, VI) Bronzo Tardo, VII) Ferro I-II.
Il primo periodo trova analogie con la cultura del Neolitico Aceramico Β di Gerico (seconda metà Vili-VII millennio a.C.). Gli scavi hanno portato alla luce una serie di piani di pietra e terra battuta, oltre a utensili di selce e basalto. Dopo una lunga interruzione, l'insediamento si sviluppò nel corso del IV millennio a.C., con le fasi del Medio e Tardo Calcolitico: le abitazioni, costituite da capanne di cui restano le tracce di fosse circolari (diametro 2-4,5 m; profondità c.a 8 m), avevano muri di fango, mentre la ceramica, nella fase tarda, è decorata con bande parallele oppure presenta una tipica lustratura grigia o rossa.
Il periodo successivo (IV, 3000-2500 a.C.) mostra caratteristiche del tutto nuove: all'agglomerato di capanne si sostituisce ora una città fortificata che, secondo de Vaux, testimonia il risultato di un avanzato piano urbanistico. Delle abitazioni, di pianta rettangolare e con fondazioni di pietra e alzati in mattoni crudi, sono state distinte sei fasi. È probabile che fra queste vi sia anche un santuario nella cui pianta sembra distinguersi una sala di culto, con tavola offertoria e un altare, oltre a una cella; dal suo interno non proviene tuttavia nessun arredo cultuale. In verosimile connessione con questo ipotetico santuario sono i resti di luoghi di produzione ceramica da cui proviene un forno a due piani, il più antico di questo tipo rinvenuto in Palestina. Altra caratteristica innovativa è costituita dalle fortificazioni, in una prima fase di mattoni crudi e successivamente di pietra con muri di sostegno e terrazzamenti. La Porta O rappresenta il rinvenimento più significativo: si tratta di un passaggio largo 4 m e fiancheggiato da due torri quadrangolari di mattoni crudi su fondazioni di pietra (torre Ν 7,50 X 8 m; torre S 8 X 10 m), al cui interno sono ricavati un ambiente e scale che portavano alla sommità.
Dopo una seconda fase di abbandono il tell si ripopolò solo nel corso del Bronzo Medio II A (c.a 1850 a.C.), in sintonia con quanto accadeva nel resto della Palestina, dopo la crisi demografica ed economica sopraggiunta alla fine del III millennio a.C. La nuova occupazione, definita da de Vaux come «phase villageoise A», risulta sporadica e concentrata in particolare nel lato O del tell; va precisato tuttavia che del sito di T. F. è stata esplorata sino a ora solo una limitata porzione. In questa fase l'insediamento è caratterizzato da alcuni isolati costruiti sul crollo delle fortificazioni del Bronzo Antico e circondati da aree aperte non edificate. Il villaggio era privo di protezioni artificiali. Le sepolture, tutte all'esterno delle abitazioni, contengono defunti di ogni età deposti singolarmente o in gruppo. Il sito venne nuovamente abbandonato alla metà del Bronzo Medio II Β (c.a 1720 a.C.), pur continuando sul teli l'inumazione dei defunti.
La seconda fase urbana, definita «phase urbaine Β», ebbe luogo nel Bronzo Medio II C (c.a 1600 a.C.). La città è in quest'epoca nuovamente protetta da fortificazioni, come testimonia il rinvenimento dell'intero settore occidentale di queste: sulla linea delle antiche strutture del Bronzo Antico venne eretta la nuova cinta muraria, verosimilmente di mattoni crudi su fondazioni di pietra, in cui si apriva una porta fortificata in connessione con una vicina sorgente. Tra la porta, del tipo architettonico «a tenaglia», e un possente bastione costruito più a S, venne addossato alla cinta un terrapieno degradante verso O e a sua volta contenuto da un muro.
Per quanto concerne il tessuto urbano si sono identificate cinque fasi edilizie. La porta occidentale immetteva su una piccola piazza rettangolare all'interno della quale de Vaux intravide le tracce di una possibile installazione cultuale. Il dato risulta particolarmente significativo se confrontato con le incontestabili evidenze, di epoca più tarda, di un'attribuzione sacra conferita a questo specifico settore della città. Molto verosimilmente aveva una funzione sacra anche il c.d. santuario sotterraneo. Di pianta rettangolare (4,80 X 3,60 m) e dotato di muri di pietra intonacati spessi 1-1,40 m, il santuario presenta una cella scavata all'interno dei livelli del Bronzo Antico. Al suo interno, lungo le pareti, si colloca uno stretto banco di terra e un altro di pietra in cui è stata ricavata una favissa profonda 80 cm. Nonostante il rinvenimento di ossa animali e recipienti ceramici, fra cui una serie di attingitoi e una lucerna «a piattino», mancano del tutto dati riconducibili con certezza a un'attività cultuale. Restano dubbi infine anche sul tipo di copertura dell'edificio e sul modo in cui vi si accedeva.
Un problema ancora aperto a T. F. è costituito dall'interpretazione del sottile livello del Bronzo Tardo (seconda metà del II millennio a.C.), troppo poco conservato e spesso disturbato dalle strutture delle fasi immediatamente precedenti o successive. Tra gli scarsi resti vanno segnalati diversi muri sparsi a ridosso della Porta O del Bronzo Medio: questi potrebbero rappresentare i resti di un grande edificio pubblico al cui interno un ambiente presenta tracce di una possibile attività cultuale. L'edificio confermerebbe così l'ininterrotta continuità del ruolo sacro appartenuto all'area circostante alla Porta O sin dal Bronzo Medio.
Del VII e ultimo periodo, relativo all'Età del Ferro, la missione francese ha individuato sei livelli (VIIa-eI), datati fra il XII e il V sec. a.C. Nel livello Vila (XII-XI sec. a.C.) già si intravede la planimetria urbana che caratterizzerà gran parte della fase del Ferro: gli edifici, raggruppati per isolati, vengono delimitati da una rete viaria secondo uno schema a scacchiera. Nessuno fra questi ha mai ricoperto una funzione sacra, contrariamente a quanto ipotizzò in origine de Vaux. Nel livello Vllb T. F. avrà un sostanziale sviluppo urbanistico. Secondo de Vaux questo rappresenterebbe il livello della biblica Tirza, scelta come capitale dal re d'Israele Geroboamo (c.a 935-914 a.C.) e sede provvisoria del regno di Omri (c.a 885-874 a.C.) prima della fondazione di Samaria. Le antiche fortificazioni del Bronzo Medio furono restaurate e riadattate: mantenendo la cinta muraria e lo stesso terrapieno, vennero rinforzati il bastione meridionale e la Porta O, alla quale si aggiunse una seconda tenaglia più esterna. Anche in questa fase storica la porta immetteva in una piazza nella quale erano collocati un bacino per libagioni e una stele di pietra (maṣṣĕbā). È interessante notare come la porta, oltre a una funzione puramente difensiva, abbia ricoperto anche un ruolo pubblico connesso alle pratiche religiose che si svolgevano nell'adiacente piazza, come testimonierebbero i banchi di pietra disposti su un lato della tenaglia più interna. Per quanto concerne l'architettura civile, il livello Vllb è costituito prevalentemente da abitazioni private dislocate a scacchiera e limitate da strade. La loro planimetria rientra pienamente nella tipologia delle abitazioni definite «a quattro ambienti», già ritenute (a torto) tipiche della cultura israelitica. Il livello subì la distruzione e l'abbandono.
Della successiva fase (livello VIlc, inizio del IX sec. a.C.) restano solo le tracce di un edificio pubblico probabilmente mai ultimato. Nel IX-VIII sec. a.C. una nuova fase urbana (livello Vlld) si caratterizza per la presenza di edifici di diversa grandezza e funzione. Tra questi un palazzo, situato a ridosso delle mura e dalla cui corte si accedeva direttamente al complesso cultuale di fronte alla Porta O. Numerose sono ancora le testimonianze di un'edilizia privata in cui costruzioni più ricche, e meglio costruite, si distinguono da altre più modeste. Nel livello successivo (VIIe, VII sec. a.C.) la stele e il bacino si trovano inglobati all'interno del palazzo, il quale presenta solo piccole modifiche. E molto verosimile che in questa fase T. F. fosse presidiata da una guarnigione assira, come testimoniano i numerosi ritrovamenti ceramici. Il santuario di fronte alla Porta O non sembra essere più in uso nel livello Vllei (VI-V sec. a.C.), di cui restano solo poche installazioni di mediocre fattura fra cui un grande silo. Gli ultimi resti ceramici rinvenuti attestano un abbandono del sito, probabilmente definitivo, durante il V sec. a.C.
Bibl.: I rapporti preliminari di scavo sono stati pubblicati su RBibl, tra il 1947 e il 1962. V. inoltre: W. F. Albright, The Site of Tirzah and the Topography of Western Manasseh, in Journal of Palestine Orientai Society, XI, 1931, pp. 241-251; J. Mallet, Tell el-Far'ah (Région de Naplouse). L'installation du Moyen Bronze antérieure au rempart, Parigi 1973; R. de Vaux, in EncAExHL, II, 1976, pp. 395-404, s.v. el-Far'a, Tell, North-, M. D. Fowler, Cultic Continuity at Tirzah? A Re-Examination of the Archaeological Evidence, in PEQ, CXIII, 1981, pp. 27-31; A. Chambón, Tell el-Far'ah I. L'Age du Fer, Parigi 1984; J. Mallet, Tell el-Far'ah II, 1. Le Bronze Moyen (Texte), Parigi 1987; id., Tell el-Far'ah II, 2. Le Bronze Moyen (Illustration), Parigi 1988; R. de Vaux, P. de Miroschedji, A. Chambón, in NEncAExHL, II, 1993, pp. 433-440, s.v. Far ah, Tell el- (North).